ROMA – Test effettuati in totale autonomia da un laboratorio che appartiene a Samsung. Ci sarebbe questo sotto il difetto delle batterie in dotazione al Galaxy Note 7 a rischio esplosione che ha causato lo stop della produzione. A rivelare la pratica che di fatto distingue il gigante dell’elettronica sud-coreano dagli altri produttori di smartphone è il Wall Street Journal.
Per vendere gli smartphone a importanti aziende di telefonia statunitensi, i produttori di telefoni sono tenuti a testare le batterie del telefono in uno dei 28 laboratori certificati negli Stati Uniti, il CTIA. Così viene infatti garantita la conformità con gli standard stabiliti dall’Institute of Electrical and Electronics Engineers. E Samsung sembra invece essre l’unico produttore che utilizza laboratori propri per i test in questione.
Samsung, da parte sua, ha affermato che il suo laboratorio non ha evidenziato problemi sulla batteria del Galaxy Note 7, che invece si surriscaldava fino ad incendiarsi, tanto che l’azienda ha dovuto sospendere la produzione del dispositivo, consigliando di non utilizzarlo e di chiederne la sostituzione.
Dopo l’ultimo divieto di utilizzo sui voli Alitalia, arriva un altro stop per il Galaxy Note 7 intimato dal ministero dei trasporti giapponese. A settembre, le autorità nipponiche avevano già diffuso raccomandazioni circa l’uso del Note 7 in volo, ma ora persino il trasporto di questo modello in cabina e in stiva è interdetto.