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Giornate gratuite nei musei: sì (con riserve) del Consiglio di Stato

Dic 10, 2018

Il nuovo sistema delle giornate gratuite nei musei disegnato dal ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, ottiene il lasciapassare del Consiglio di Stato. Si tratta, tuttavia, di un “via libera” non privi di rilievi critici, dopo che i giudici di Palazzo Spada gi a inizio novembre avevano sospeso il parere sul decreto, chiedendo ai Beni culturali una serie di chiarimenti. Anche il supplemento di istruttoria non ha, per, convinto del tutto i magistrati.

Il nuovo impianto

Il decreto prevede che l’ingresso gratuito nei musei e nei luoghi d’arte sia limitato alle prime domeniche dei mesi da ottobre a marzo (l’ex ministro Franceschini li aveva, invece, introdotti tutto l’anno), con l’aggiunta, per, di un’intera settimana di ingressi gratuiti che il ministro pu decidere tra gennaio e marzo con l’obiettivo di promuovere la cultura. Inoltre, i direttori dei poli museali regionali e quelli dei musei autonomi avranno a disposizione ulteriori otto giornate di accessi liberi da concordare con la direzione musei del ministero; in alternativa si pu anche optare per fasce orarie di ingressi gratuiti, purch il risultato finale sia comunque di otto giorni senza biglietto.

In aggiunta alle gratuit, il decreto prevede di ridurre a due euro il costo dell’entrata ai musei per i giovani da 18 a 25 anni (ora pagano la met del biglietto intero).

I primi rilievi del Consiglio di Stato

A inizio novembre la sezione consultiva per gli atti normativi di Palazzo Spada aveva rispedito il decreto ai Beni culturali chiedendo di far luce su diversi punti: le finalit dell’intervento (non era chiaro se l’obiettivo primario fosse la riduzione dei costi, una maggiore flessibilit dell’offerta di ingresso libero, una migliore gestione dei flussi di visitatori anche nell’ottica di salvaguardia del patrimonio); i criteri sulla base dei quali i direttori di poli museali e dei musei autonomi debbono coordinarsi con la direzione nazionale dei musei per organizzare le otto giornate di accessi liberi; l’impatto finanziario delle misure: i 5,3 milioni di maggiori introiti promessi non trovavano riscontro nelle tabelle sottoposte al Consiglio di Stato; la necessit di un monitoraggio puntuale del funzionamento del nuovo sistema.

Le risposte del ministero

I Beni culturali hanno dato riscontro alle perplessit dei magistrati amministrativi. Riguardo agli obiettivi del decreto, hanno precisato che non c’ quello di riduzione dei costi, mentre figura l’ampliamento delle giornate di ingressi gratuiti, una migliore gestione dei flussi, la valorizzazione dei musei meno noti e l’incentivazione delle visite da parte dei giovani fra 18 e 25 anni grazie alla riduzione del biglietto a due euro. Circa le ricadute economiche, il ministero ha chiarito che i 5,3 milioni non sono di maggiori introiti, ma di minori costi.

Le nuove perplessit di Palazzo Spada

Fin qui niente da dire da parte del Consiglio di Stato, che invece ha ritenuto insufficienti le risposte riguardo all’assenza di criteri sulle otto giornate di gratuit lasciate alla discrezione dei direttori dei poli museali regionali e dei musei aut0nomi e alla necessit del monitoraggio. Sul primo punto, per Palazzo Spada sommamente opportuno che vengano individuati procedure e modalit per raggiungere le intese sia tra i vertici dei musei e la direzione del ministero sia nei confronti degli enti locali. Si tratta, infatti, di decisioni che hanno ricadute non solo all’interno dell’amministrazione, ma anche sull’economia dei territori perch in grado di orientare il turismo culturale.

Sul monitoraggio, risulta del tutto insufficiente la previsione contenuta nel decreto di una relazione con cadenza biennale che la direzione generale musei deve presentare al ministro. Secondo il Consiglio di Stato occorre, invece, una rilevazione annuale che sia la pi puntuale possibile. Per questo, oltre ai parametri come il numero di visitatori non paganti, il totale degli ingressi, la tariffa media, gli introiti complessivi, i giudici suggeriscono di aggiungere altri strumenti. Per esempio, un questionario da sottoporre ai visitatori non paganti attraverso il quale rilevare la loro provenienza (residenti o turisti), la fascia di et e altri elementi utili a valutare le ricadute economiche a del nuovo sistema.

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