La risposta iniziale dello Stato alle violenze dei No Tav “fu estremamente debole”. Lo ha detto il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, oggi a Torino alla ripresa del maxi processo (con 53 imputati) per gli scontri in valle di Susa nel 2011. Il magistrato ha fatto riferimento agli anni intorno al 2005, quando prestava servizio come pubblico ministero alla procura di Torino. “Si erano verificati episodi gravi – ha affermato – ma sotto il profilo della repressione i risultati furono scarsi”.
“Il Tav – ha osservato Saluzzo – è un’opera pubblica decisa con deliberazione sovrana dal Parlamento. Tutti i governi che si sono succeduti nel corso degli anni hanno confermato, con i loro atti, la volontà di realizzarla. Nel corso degli anni si è anche sviluppato, oltre al movimento No Tav, un pensiero No Tav, che è uscito dalla valle di Susa. Noi non criminalizziamo il pensiero, il dissenso, i manifestanti che dimostrano pacificamente le loro idee. Noi perseguiamo gli atti violenti”. Il pg ha anche detto che “le manifestazioni No Tav hanno reso ancora più tortuoso, insieme alla cronica ed endemica lentezza delle procedure, il percorso verso la realizzazione dell’opera. Ma la volontà del Paese, espressa attraverso il parlamento e i governi, è che quest’opera si faccia. Può piacere o non piacere. Anche a noi magistrati certe leggi possono non piacere. Ma se sono in vigore, le applichiamo”.
Nel corso dell’udienza ci sono stati momenti di tensione. I No Tav hanno letto un comunicato in aula rivendicando “quelle giornate, la giustezza della lotta No Tav. Sosteniamo la scelta di decine e decine di compagni e compagne, che da mesi contrastano con cosciente determinazione
il tentativo di separarli dalle lotte” e ancora “oggi per tutte queste ragioni, lasciamo l’aula per unirci a Bussoleno all’evasa Nicoletta”.Il giudice Piera Caprioglio ha sospeso l’udienza e allontanato gli attivisti che hanno sfilato in corteo all’interno di Palazzo di Giustizia, con uno striscione: “Io sto con chi resiste violando le imposizioni del tribunale di Torino”. Il processo è poi ripreso regolarmente.