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Giulia Benedetti: “Uno strazio identificare mia zia seviziata a Dacca”

Lug 7, 2016

ROMA – Giulia, 19 anni, è la nipote di Nadia Benedetti, l’organizzatrice della cena alla “Bakery”, la produttrice tessile di Viterbo, un punto di riferimento della comunità italiana di Dacca. Giulia è rimasta nella sua casa nella prima periferia di Viterbo. Papà Gianluca e zio Paolo sono di rientro dal riconoscimento della salma di Nadia. Sì, è lei. L’ultimo strazio di una vicenda che ancora non lascia riposare in pace nessuno.

Dice Giulia: “Mio papà avrebbe voluto entrare in camera mortuaria, non gliel’hanno permesso. Avrebbe voluto salutare Nadia, vederla per l’ultima volta, niente. Solo zio Paolo è potutoentrare”.

Cosa le hanno detto?

“Che Nadia era stata ricucita dai piedi alle spalle, così avevano spiegato i medici. Il corpo no, non l’hanno fatto vedere. Era scoperto solo il viso”.

Ha saputo? I terroristi hanno infierito.

“Lo sento adesso. Ho scritto su Facebook, appena sono arrivate le notizie della strage, che delle bestie ci avevano portato via una persona bellissima. Cosa posso aggiungere di più, adesso?”.

Potete fare i funerali.

“Saranno domani (oggi per chi legge, ndr). A Viterbo, in forma privatissima”.

Come vuole ricordare sua cugina Nadia?

“Come una persona con cui sceglievo i colori e i disegni delle stoffe. Con lei andavo a cantare al karaoke dell’agriturismo di zio Paolo. Non credo che Nadia fosse stufa del Bangladesh, forse era solo troppo coraggiosa. Amava viaggiare ed essere indipendente, aveva trovato la sua vita, non l’ha potuta vivere a lungo”.

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