POTENZA – La chiesa che per anni ha nascosto il cadavere di Elisa Claps potrebbe presto riaprire al culto, dopo i lavori di ristrutturazione finanziati dalla Conferenza episcopale italiana. Il vescovo di Potenza annuncia le novità sulla chiesa della Trinità e la città si divide, con il fronte del ‘no’ che raccoglie oltre duemila firme anche per evitare il ‘turismo del macabro’.
A raccontare il caso è la Gazzetta del Mezzogiorno di Potenza. Da qualche giorno, infatti, il vescovo del capoluogo lucano, monsignor Salvatore Liguorio, è tornato alla carica e ha riproposto l’idea (già lanciata nel 2012) di riaprire al culto la chiesa della Trinità, una delle più antiche di Potenza, conosciuta in tutto il mondo per essere stata la tomba di Elisa Claps, la ragazza scomparsa il 12 settembre del 1993.
I rilievi sul tetto della chiesa
Il suo corpo fu scoperto il 17 marzo del 2010, sotto le tegole nel sottotetto della chiesa: per l’omicidio è stato condannato a trent’anni di carcere Danilo Restivo. Dal giorno del ritrovamento la chiesa è rimasta inaccessibile, circondata dalle impalcature anche per proteggerla dalla folla di curiosi. La sua sorte non è stata modificata neppure dopo il dissequestro, deciso dalla procura di Salerno nel 2014.
Alcune opere intanto sono state già realizzate, a cominciare dalla manutezione straordinaria del terrazzo e dell’aula della chiesa per il deflusso delle acque. Dopo mesi di silenzio, il vescovo ha deciso di rompere il silenzio e ha affidato a una nota il nuovo annuncio. “Sono in corso verifiche strutturali per stabilire con esattezza gli interventi da adottare per rendere nuovamente fruibile lo storico edificio – si legge nella comunicazione ufficiale -. Quanto prima sarà pronta una relazione
tecnica sulla base della quale sarà decisa la calendarizzazione dei lavori”.Una scelta che ha scatenato l’opinione pubblica potentina, divisa tra favorevoli e contrari alla nuova vita della tomba di Elisa Claps. Il fronte dei contro, guidato dall’associazione Borgo Antico, ha già raccolto sul web duemila firme. Contrari anche i famigliari di Elisa, che chiedono piuttosto verità e chiarezza sull’omicidio e sull’occultamento del cadavere.