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Milano, condanne fino a 12 anni per i componenti della banca della camorra

Set 28, 2016

Con l’accusa di aver creato la presunta ‘banca della camorra’ che aveva sede in pieno centro a Milano e un giro di milioni di euro, prestiti a tassi d’usura e attività di riciclaggio all’estero, Vincenzo Guida e Alberto Fiorentino, componenti dell’associazione camorrista ‘Nuova famiglia’, sono stati condannati rispettivamente a 12 anni e 3 mesi e a 10 anni e 8 mesi di carcere. Lo ha deciso il gup Gennaro Mastrangelo al termine del processo con rito abbreviato che, su richiesta degli imputati, si è svolto a porte aperte. Il giudice ha inoltre condannato Alfredo Montefusco a 6 anni di reclusione e Filippo e Matteo Magnone a 4 anni e a 2 anni. Accolta anche la richiesta di patteggiamento per riciclaggio a 2 anni avanzata da Sonia Guida, figlia di Vincenzo, il principale imputato che in aula ha protestato per la sua condanna.

Il giudice Mastrangelo, oltre alle varie pene accessorie di ‘rito, per Guida ha disposto, a pena espiata, la misura di sicurezza della libertà vigilata per 5 anni e quella dell’assegnazione a una casa lavoro per 4 anni. Libertà vigilata per 5 anni anche per Fiorentino. Inoltre a Filippo e Matteo Magnone sono stati confiscati rispettivamente 222 mila euro e oltre 77 mila euro (da restituire ai legittimi proprietari) e agli altri imputati tutti i beni già sequestrati durante le indagini. Indagini che sono state coordinate dal pm Francesca Celle e dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e che lo scorso novembre portarono a una serie di arresti con le accuse, contestate a vario titolo, di esercizio abusivo del credito aggravato dal cosiddetto “metodo mafioso”, di reimpiego di denaro di provenienza illecita, di riciclaggio con l’aggravante della trasnazionalità.

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Secondo l’inchiesta, Guida e Fiorentino sono di origine napoletana ma presenti da decenni sul territorio milanese e sono stati condannati in via definitiva per aver fatto parte, negli anni ’80 e fino al 1996, dell’associazione camorrista

denominata “Nuova famiglia”, un’articolazione lombarda della camorra, in contatto a Milano con esponenti storici di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta. Gli altri, invece, per inquirenti e investigatori sono “colletti bianchi” che sarebbero stati in grado di “ripulire” all’estero i profitti della “banca” parallela, soprattutto in Svizzera e Ungheria, grazie alla complicità di diversi prestanome. Le difese faranno ricorso in appello.

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