Benito Mussolini “dittatore e liberticida” non è più cittadino onorario di Mantova. Il Consiglio comunale ha approvato la mozione di revoca, presentata da Pd, Sinistra italiana e Lista Palazzi, che è stata votata in modo pressochè compatto dalla maggioranza superando i mal di pancia che l’avevano attraversata alla vigilia.
Lo si legge sulla Gazzetta di Mantova. Persino il presidente del Consiglio comunale, Massimo Allegretti, che nel suo intervento aveva invitato i colleghi a non cancellare la cittadinanza (“sarebbe un gesto fuori tempo massimo perchè la storia ha già emesso la sua sentenza di condanna”), alla fine ha deciso di non votare.
E così, il centrosinistra ha avuto la meglio con 17 sì alla revoca (assenti solo Bassoli di Sinistra Italiana e Portioli della lista Palazzi) contro dieci ‘no’ della minoranza, tra cui anche Grandi di Comunità e territori e i Cinque stelle (assenti la leghista Cappellari e la civica Bulbarelli, uscita prima del voto). La cittadinanza onoraria al duce fu concessa il 21 maggio del 1924, cosa che in quegli anni, avvenne in molti comuni italiani. Così come oggi in molti comuni del Paese si è aperto il dibattito sulla possibilità di cancellare quella decisione.
In questa direzione si sono mosse Torino, Pisa, Crema: via la cittadinanza al duce. Una discussione che
ha animato anche il Comune di Bergamo, guidato da Giorgio Gori, candidato dem alla presidenza della Regione Lombardia che, in disaccordo con Emanuele Fiano (responsabile sicurezza del Pd), nell’ottobre scorso replicò: “La cittadinanza lasciamola come monito, proporne la cancellazione è un errore che denuncia una mancanza della necessaria distanza dai fatti della storia”.