ROMA – È stato firmato nella notte, dopo mesi di trattative e un rush finale iniziato il 20 dicembre, l’accordo per il rinnovo del contratto degli statali. Riguarda dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. In tutto circa 247 mila persone. La firma del nuovo contratto degli statali per il triennio 2016-2018 che pone fine a un blocco durato otto anni è stato annunciato nella notte dalla ministra Marianna Madia. “23 Dicembre 2017. Ore 03:56. Dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale, è stato appena firmato, con le organizzazioni sindacali, il primo nuovo contratto dei dipendenti delle PA”, ha scritto la ministra.
L’intesa tra sindacati e Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo nelle trattative, prevede aumenti retributivi sullo stipendio base con una forbice che va dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. A questi incrementi occorre aggiungere l’assegno per i livelli più bassi, che oscilla tra i 21 e 25 euro (valido per dieci mensilità) e un plus per le amministrazioni più ‘ricche’ da caricare sul salario accessorio. La tranche di aumenti per il 2018 scatterà da marzo.
Al tavolo delle trattative, insieme al presidente di Aran Sergio Gasparrini, una folta la delegazione sindacale, con le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Cisal, Usb e Cgs. Il rinnovo supera un blocco durato quasi dieci anni.
“Un risultato storico. Un contratto che da più diritti e archivia la legge-Brunetta”, ha commentato la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. Si tratta, aggiunge, “di quasi 250 mila lavoratrici e lavoratori a cui estendiamo diritti, in particolare su permessi e congedi dove introduciamo tutele importanti, sia per l’espletamento di visite, terapie ed esami diagnostici sia alle donne vittime di violenza alle quali, dopo i tre mesi di congedo previsti dalla legge, il contratto garantisce altri tre mesi di aspettativa”.
“Si estendono, inoltre, le norme sul diritto allo studio includendo i lavoratori a termine e riconoscendo anche il diritto a svolgere la formazione prevista da albi o ordini, si potenzia e si rende più esigibile la formazione e si introduce il libretto formativo”.
“Dopo 8 anni – sottolinea il segretario Cisl Fp, Maurizio Petriccioli – la stipula del nuovo contratto supera finalmente il blocco dei rinnovi contrattuali ripristinando, da un lato, la difesa del potere di acquisto delle retribuzioni e, dall’altro, la possibilità per il sindacato di svolgere la sua azione di autorità salariale e di tutela negoziale degli interessi collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“Si tratta – prosegue – di un contratto importante che apre la stagione dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego: verranno distribuiti aumenti medi di 85 euro lordi sui tabellari, è stata migliorata la disciplina degli istituti del rapporto di lavoro e ripristinata la centralità delle relazioni sindacali. Sono state gettate le basi, inoltre, per una riforma dell’ordinamento, da realizzare nella prossima tornata contrattuale, affinché si possa rispondere in maniera innovativa alle aspettative di valorizzazione, sul piano economico e professionale, del lavoro pubblico”.
Nel merito, continua Sorrentino: “Norme di civiltà sono quelle che estendono i diritti civili e introducono tutele per lo stress lavoro correlato e i fenomeni di burn out. Mantenute le tutele previgenti a partire dall’articolo 18 e l’orario di lavoro a 36 ore e ridotta la precarietà. Più poteri vengono riconosciuti alla contrattazione, soprattutto di posto di lavoro, sulla scia di quanto definito nell’accordo del 30 novembre e ci sottraiamo al ricatto degli atti unilaterali ridando la titolarità alla contrattazione. Cambiano i sistemi di valutazione, scompaiono le fasce brunettiane, si amplia la partecipazione sindacale”.
Questo contratto, osserva la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, “restituisce flessibilità al sistema della contrattazione decentrata soprattutto con la semplificazione della costituzione e utilizzo dei fondi. Nei prossimi giorni si dovrà riscrivere l’ordinamento professionale e armonizzare il regime di tutela della previdenza complementare”.
Quanto ai tempi, fa sapere Sorrentino, “il contratto avrà vigenza 2016/2018, scelta questa che ci consente di avvicinare il prossimo rinnovo contrattuale, così da aumentare gli effetti di incremento sui salari. Per questa ragione gli aumenti contrattuali a partire dagli 85 euro medi mensili andranno a consolidare il trattamento fondamentale”.