ROMA – “Trova i file su cui ho lavorato ieri. Soltanto i documenti Pages”. Oppure: “Pubblica il tweet: Mi è piaciuto XFactor ieri sera. Hashtag XFactor2016!”. O ancora: “Mostrami le foto del mio viaggio in Estonia”. Et voilà, i documenti sono sulla scrivania, il tweet e le foto ci scorrono davanti in sequenza. Da stasera (si scarica dall’App Store) chi ha un Mac relativamente nuovo (in coda la lista con i modelli compatibili) potrà aggiornare il suo nuovo sistema operativo di Apple per computer, il macOS Sierra, altrimenti conosciuto come 10.12. Solo dopo potrà – tra le altre cose – parlare con Siri, l’assistente vocale della Mela, come già magari fa con il suo dispositivo mobile marchiato Apple.
Sia chiaro, non siamo davanti a una rivoluzione ma a una sorta di completamento se consideriamo che già su altri sistemi operativi, a cominciare da Windows con Cortana, l’intelligenza artificiale sta facendo le prove tecniche per poter dialogare a un livello minimo di soddisfazione per l’utente. Scordatevi comunque situazioni come il film “Lei”, dove il computer dialoga col protagonista con voce suadente e contezza, tanto da farlo innamorare e fargli stravolgere la sua realtà. Ma la direzione intrapresa sembra quella e i primi passetti sono stati già fatti. Speriamo solo di fermarci al momento giusto evitando di togliere il lavoro agli sceneggiatori. Ma vediamo quali novità, naturalmente a cominciare da Siri, ci riserva questa nuova piattaforma – gratuita – per gli ambienti Mac.
Siri, ascolta e dimmi. Funziona come su iPhone e iPad, con qualche altra cosa in più. Sul computer è in grado di fare le veci in tutto e per tutto di Spotlight, la ricerca testuale. La classica finestra fluttuante ci segnala se Siri è in ascolto, un Siri che sta affinando le sue capacità e riesce a capire anche il contesto della nostra richiesta. Qualche esempio? “Ho ricevuto nuove email da Claudio Sardi oggi?” “Mostrami i file chiamati Spese”. “Quanto spazio libero è disponibile?”. “Quanto spazio di archiviazione è disponibile su iCloud?”. “Quali sono gli ultimi tweet con l’hashtag elezioni?”. Non solo: “Dì a Mario che arriverò con 10 minuti di ritardo”. “Chiama mia sorella Franca via FaceTime.” Siri è in grado di fare ricerche anche nella nostra libreria di foto e nello specifico (la libreria di chi l’ha provato ha oltre cinquemila foto) appare anche abbastanza veloce nei risultati: “Mostrami le foto di Maria”. Eccole.
Il nostro assistente è in grado di modificare le impostazioni del computer: “Cambia la luminosità dello schermo”. “Disattiva il volume”. “Abilita Non disturbare”. “Metti il Mac in standby”. “Apri Safari”. “Apri Mail”. “Apri Final Cut.”. Vogliamo uscire? “Trova un tavolo per due stasera alle 19” oppure, se si vuol restare leggeri: “Quali sono i film in programma stasera?”. “Quali sono le recensioni su Alla ricerca di Dory”. Segretario o segretaria, dicevamo. Ecco allora che possiamo chiedergli di tenere a mente quello che rischiamo di scordarci: “Ricordami di controllare questa email più tardi”. “Ricordami di chiamare Maria quando arrivo a casa”. Un’ultima cosa: Siri supporta anche il drag & drop. Ovvero: se gli chiediamo di cercare sul web una foto in particolare perché vogliamo integrarla in un documento, basterà selezionarla dai risultati e trascinarla nel software che stiamo utilizzando.
MacOS sempre più vicino ad iOS. Con macOS Sierra il processo di integrazione operativa tra i sistemi fisso e mobile si fa ancora pià spinto. Lo stato dell’arte: si può cominciare una conversazione con messaggi dall’iPhone e poi continuarla sul Mac e viceversa. Ora, grazie a Universal Clipboard si può fare copia e incolla dei contenuti da un dispositivo all’altro. Tipo: abbiamo trovato sul nostro iPhone una foto che ci piace e vogliamo inserirla in un documento che stiamo lavorando sul Mac? Si copia la foto, resta nel clipboard e la incolliamo sul computer. Tutto molto semplice, basta poco per farci la mano.
Un’altra funzione della quale gli utenti rischiano di non poter più fare a meno è l’Auto Unlock: basta indossare un Apple Watch autenticato e non appena ci avviciniamo al computer si riattiva il nostro Mac bypassando il login senza inserire la password. Utile e riservata. L’attivazione? Preferenze di Sistema -> Sicurezza e Privacy-> scegliere l’opzione “Permetti al tuo Apple Watch di sbloccare il tuo Mac”. Attenzione, per poter far sì che la funzione sia attiva è indispensabile che il proprio Apple ID abbia l’autenticazione a doppio fattori e che siano autorizzati sia il Mac che l’Apple Watch sul quale a sua volta deve essere attivo il codice di sicurezza. Insomma, mettete in preventivo di perdere 5 minuti una volta sola per risparmiarne tanti altri nel corso del tempo. Altra feature: si possono archiviare in automatico i file nella cartella Documenti e della Scrivania su iCloud senza doverli trascinare manualmente. Basta salvare i file – appunto – sulla Scrivania o nella cartella Documenti come sempre, e saranno accessibili anche da remoto. E leggerseli o modificarli con iPad e iPhone grazie a iCloud Drive oppure su iCloud.com o con l’app iCloud per Windows.
Ti messaggio così. Cambia e diventa più ricca anche l’app Messaggi che cresce e prova a raggiungere in termini di prestazioni le chat più popolari. Oltre alla funzione Continuity (già apprezzata in Yosemite) arricchita dal copia e incolla cloud per potersi ritrovare un messaggio che si sta scrivendo da un dispositivo all’altro, macOs si giova di Rich Link per vedere direttamente nell’app anteprime di link a pagine web o video, di Tapback che consente di rispondere ai messaggi con reazioni istantanee come pollice alzato, cuoricini e stickers, mostra nuove icone ingrandite. E, ancora, dà la possibilità di scrivere come se usassimo l’inchiostro simpatico grazie a Invisible Ink: solo quando il destinatario sfiora il contenuto, i caratteri si rivelano per poi sparire di nuovo. A proposito, sia Messaggi che FaceTime viene usata una codifica end-to-end e quindi i dati degli utenti risultano illeggibili da Apple e da terze parti.
Foto, l’algoritmo si raffina. Il programma di gestione delle nostre immagini e dei nostri album si affida sempre più all’intelligenza artificiale. Siri irrompe anche qui. Il sistema di riconoscimento di volti che si mostra più potente e preciso. Servono sempre meno interventi per correggerne i risultati. Non solo: Apple dà adesso la possibilità di riconoscere fino a sette diverse espressioni del viso. E quindi possiamo chiedere a Siri: “Vorrei foto di Maria imbrociata (o sorridente)” ed essere soddisfatti. Ora, per di più, si possono trovare immagini nelle quali compaia un oggetto particolare o che siano state scattate in un particolare luogo. Stessa logica per la funzione Ricordi che scandaglia il nostro passato e ci crea degli album a partire dalla geolocalizzazione, dalla stagione e persino dalla data. Infine, l’editing delle foto, forse la parte più creativa del pacchetto. C’è Brilliance, per esempio: contenuto nella funzione Light, che applica regolazioni in aree specifiche dell’immagine per schiarire i punti più scuri, illuminare le aree principali e aggiungere contrasto per svelare i dettagli nascosti. Insomma, fotoritocco spinto, dove alla fine le foto diventano più vivide anche se si rischia di allontanarsi dal vero. Può piacere o non piacere.
Le nuove utilities e il look. Detto che il look del sistema operativo è sostanzialmente uguale a quello di El Capitan (con sua tipica interfaccia dallo stile flat, semplice e pulita) le novità di Sierra sono tante sotto il cofano. Possiamo scegliere per esempio che la nuova piattaforma Apple gestisca automaticamente lo spazio che occupiamo sul disco, utilizzando e sfruttando dinamicamente quello del quale disponiamo sul Cloud. Laddove sposterà i file che magari utilizziamo di meno. Basta andare sulla Mela in alto a sinistra-> Informazioni su questo Mac-> Archivio->Gestisci: si arriva alla finestrella che ci dice quanto e cosa è contenuto nel nostro Mac e ci suggerisce cosa fare per poter guadagnare spazio. Sempre in questa chiave, il sistema (se impostato) cancella automaticamente i file doppi, oppure ci ricorda che ce ne sono tanti (tra installer di app e cache varie) e ci chiede l’autorizzazione a farlo. Attenzione però alla funzione che cancella automaticamente gli oggetti del cestino più vecchi di 30 giorni. Pensarci bene prima attivarla.
Capitolo Tab. Addio le finestre multiple aperte che fanno confusione sul nostro desktop. La navigazione per schede dai browser come Safari (a proposito le sue estensioni adesso le troviamo nell’App store e i plug-in di terze parti sono disabilitati di default) in Sierra predefinite nel sistema e nei software Mappe, Mail, TextEdit e iWork. Ma è una lista destinata a crescere. Così, in tutto il software che si farà via via compatibile, ogni documento che apriremo sarà inserito in una sua scheda all’interno della stessa finestra. E la nostra scrivania avrà un aspetto decisamente più ordinato. Anche i video se vogliamo, possono continuare ad essere visibili in una finestrella mentre siamo in un altro programma, molto utile per chi si è condannato al multitasking: è la modalità PIP, Picture in Picture, altra novità mutuata da iOS e presente negli iPad Pro.
In macOS Sierra, poi, abbiamo la predisposizione dell’Apple File System, APFS, sviluppato a Cupertino per sostituire a breve HFS e HFS+. Al di là dei tecnicismi, quando un giorno formatteremo con questo file sistem il disco SSD (per i quali questo l’APFS è stato progettato) avremo un notevole incremento di prestazioni e sicurezza. Non è una cosa che avviene domani, sia chiaro, perché un file system va testato per bene. Si stima che possa essere introdotto da Apple dal prossimo anno, senza fretta.
Apple Pay, quando sarà. C’è infine una grossa novità che però non riguarda gli utenti italiani, visto che vivono in un paese nel quale Apple Pay, il sistema di Cupertino per fare gli acquisti sul web, non è ancora attivo ufficialmente. Mettiamola così: in un futuro che si spera non troppo lontano basterà cercare il pulsante Apple Pay nel browser Safari, che si affaccia sui siti di shopping online nella pagina del pagamento, e poi concludere la transazione con il Touch ID sull’iPhone o premendo due volte il tasto laterale del tuo Apple Watch. Senza inserire i dati della carta di credito nei form dei siti. Non è poco. Basta che arrivi, prima o poi.
Le prestazioni. Allora, abbiamo smanettato per qualche settimana con Sierra su un MacBook Retina 12” dell’inizio del 2016, con processore 1,1 GHz intel Core m3 e 8 giga di Ram. Un laptop dove l’autonomia e la portabilità sono un passo avanti alle prestazioni. Ebbene, vi abbiamo installato prima la beta pubblica e poi la Gold Master (quella che viene rilasciata oggi) di macOS Sierra e ci siamo ritrovati con un sistema più reattivo e veloce. Una piacevole sensazione se si pensa che abbiamo aggiornato su El Capitan e non abbiamo fatto un’installazione pulita che invece comporta la formattazione dell’hard disk. Con queste premesse si può immaginare – ma basta fare un giro tra i forum di appassionati per averne una prima conferma – che Sierra sia in grado di rivitalizzare computer non più giovanissimi ma ancora capaci di dare soddisfazioni.
Ecco la lista ufficiale dei computer che si possono aggiornare a macOS Sierra:
MacBook (Fine 2009) e successivi
iMac (Fine 2009) e successivi
MacBook Air (Inizio 2010 e successivi)
MacBook Pro (Inizio 2010 e successivi)
Mac mini (Inizio 2010 e successivi)
Mac Pro (Inizio 2010 e successivi)