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Valerio Pagliarino: “Io, scienziato premiato dall’Ue a 16 anni, vi spiego perché amo l’Italia” – La Repubblica

Set 20, 2016

Valerio ha portato il suo prototipo anche a Bruxelles: “Non è a dimensioni reali, perché nel mio progetto i pali dovrebbero essere a circa tre chilometri l’uno dall’altro. Però è la dimostrazione che la mia intuizione era giusta”, racconta al telefono dalla capitale belga. La Commissione europea gli ha appena consegnato il primo premio del Concorso giovani scienziati per il suo progetto “LaserWan: connessione a banda ultralarga laser”. Studente del liceo scientifico Pellati di Nizza Monferrato con una media superiore al “9” e residente a Castelnuovo Calcea, un piccolo paese dell’astigiano, Valerio Pagliarino ha avuto l’illuminazione pensando alla fibra ottica: “Se è un fascio di luce a trasmettere i dati, significa che si può fare altrettanto con il laser”. Detto, fatto: ha creato un dispositivo comprandosi un po’ di componenti su internet e recuperandone una minima parte da apparecchi che aveva in casa e in questo modo è riuscito a trasmettere un intero film in streaming. Poi ha brevettato la sua invenzione, che in futuro potrebbe portare internet veloce anche nei luoghi più remoti. Tutto questo, a soli 16 anni.

Valerio, come si fa a diventare uno scienziato di fama europea a 16 anni?

“Ho solo assecondato la mia passione. Molti ragazzi giocano a calcio, io nel tempo libero faccio questo. Ho dedicato al mio progetto sì e no un paio di ore al giorno”.

E il resto della giornata?

“Studio molto, ma mi ritengo una persona abbastanza normale. La scienza mi prende tanto tempo, però mi piace anche suonare la batteria: apprezzo il rock classico, dai Led Zeppelin ai Queen. Poi faccio passeggiate in bici, ma giusto per fare un minimo di movimento, perché lo sport non è il mio forte”.

I compagni di scuola la invidiano?

“Ma no, con loro ho un buon rapporto. Non mi dispiacerebbe trovare qualcuno che abbia le mie stesse passioni, ma non è facile. Anche la scuola non approfondisce molto le materie come l’elettronica e l’informatica, allora me le studio per conto mio”.

Userà molto la rete, giusto?

“Il web è uno strumento fondamentale, ma a me piacciono molto i libri scientifici. Su internet magari consulti 10 mila fonti diverse e quando te ne serve una non sai più dove l’hai vista, mentre sui volumi di carta è tutta a portata di mano”.

Da Castelnuovo Calcea a Bruxelles, le buone idee fanno tanta strada, no?

“Mi piace il mio paese, non avrà tutti i servizi di una grande città ma ha i suoi vantaggi. Ci sono delle belle colline, si può vivere a contatto con la natura. È vero, non c’è la banda larga, ma a pensarci bene è stato proprio questo aspetto a farmi tirar fuori l’idea della banda ultralarga attraverso il laser. Quando ho deciso di iscrivermi al concorso “Giovani e scienze” (la fase nazionale del premio europeo, ndr) non ero sicuro che il progetto fosse buono. Poi ho visto quanto tempo ci ho messo a scaricare il bando per partecipare, un file pdf di pochi mega, per capire che la strada era giusta”.

Da grande che farà?

“Vorrei lavorare nel mondo della ricerca, nell’elettronica o nella fisica. All’università

penso di fare ingegneria. Se possibile rimarrò in Italia, perché a me il mio Paese piace. Ogni volta che vado all’estero mi rendo conto di quanto sia bello. Non sono così scoraggiato sul fatto che si possa fare scienza in Italia. Finora la vita mi ha trattato bene, ho avuto l’opportunità di partecipare a questi concorsi e di esprimermi. Quindi, ora come ora, posso dirlo in modo abbastanza convinto: l’Italia mi piace”.

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