MILANO – Il blocco degli stipendi della pubblica amministrazione – che dal 2010 è già costato in termini di retribuzioni 600 euro – ha fatto male soprattutto al personale scolatisco. In particolare a dipendenti amministrativi, tecnici e ausiliari (quelli che una volta si chiamavano bidelli): il cosiddetto personale Ata che con uno stipendio annuo di 22 mila euro, guadagna 10 volte meno dei dirigenti di prima fascia. Quelli – per esempio – delle agenzie fiscali che vantano retribuzioni da 220mila euro annui. Seguiti, a breve distranza, dai colleghi degli enti pubblici non economici, come l’Inps o l’Inail, (217mila) e dei ministeri (178mila).
E’ quanto emergene dall’aggiornamento Aran sul 2014 (in base ai dati forniti dalla Ragioneria dello Stato) in attesa della nuova tornata contrattuale e dal quale si evince che i dirigenti meno pagati siano i presidi con 63 mila euro. Stanno decisamente peggio gli altri dipendenti che navigano tra 30 e 40mila euro annui.
Tornando alla classifica, tra i “semplici” dipendenti quelli che guadagnano di più appartengono alle autorità indipendenti, come Antitrust (concorrenza) o Agcom (il garante delle comunicazioni) che contano su una retribuzione media annua di 74 mila euro. A distanza, ma sempre ben sopra la media, il personale non dirigente della presidenza del Consiglio dei ministri (49mila), mentre sono più leggere le retribuzioni degli impiegati delle Regioni e dei Comuni, così come dei ministeri (a circa 28mila). Non va molto meglio al personale della sanità e agli insegnanti (sopra i 30mila).
Se nelle agenzie fiscali i direttori generali superano tutti i pari grado, i dipendenti del settore senza qualifica dirigenziale invece stanno nella media, con retribuzioni poco sotto ai 36mila. Guardando agli stipendi del personale non dirigente delle forze dell’ordine, ci sono i vigili del fuoco con poco più di 31mila euro, le forze armate appena sopra i 35mila e i corpi di polizia con 38mila. Discorso a parte per i professori universitari, una categoria ‘sui generis’, fuori dalla dirigenza: per loro lo stipendio medio è di quasi 71mila.
L’Aran specifica che le retribuzioni medie sono calcolate in generale per il solo personale a tempo indeterminato. Inoltre, viene precisato che i valori sono al netto delle competenze fisse ed accessorie relative ad anni precedenti (arretrati). Senza dimenticare che gli alti dirigenti sono poche centinaia a fronte di 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Per esempio, per il Fisco lavorano 62 dirigenti di prima fascia a fronte di 52,570 dipendenti complessivi.
Questa quindi la mappa delle retribuzioni nella Pubblica Amministrazione alla vigilia dell’annunciata e attesa nuova tornata contrattuale. Gli incrementi salariali dipenderanno oltre che dallo stanziamento in legge di Bilancio anche dalle regole che si deciderà di applicare. E’ atteso per fine settembre, o giù di lì, un incontro tra sindacati e governo per fare la sintesi sui colloqui andati avanti all’Aran, l’Agenzia che rappresenta l’esecutivo nei negoziati. Il passo successivo è l’atto di indirizzo che dovrà essere firmato dalla ministra Marianna Madia. Atto che segnerà l’avvio ufficiale del tavolo per i rinnovi.
Un punto certo però c’è, per la prima volta i nuovi contratti saranno in tutto 4 (oltre la presidenza del Consiglio) e non più 11. Uno per il settore della Conoscenza (con dentro la Scuola), uno per la P.a. centrale (statali in senso stretto), uno per le Regioni e i Comuni, e l’altro per la Sanità.