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Qwant, un nuovo motore di ricerca che protegge la privacy

Ott 10, 2017

Qwant è il un nuovo motore di ricerca “Made in Europe” che promette di rispettare la privacy degli utenti non tracciando e non profilando le azioni online. Insomma, un motore etico che sfida apertamente Google e che vuole operare esclusivamente come strumento di ricerca per Internet.

Ieri a Milano vi è stata la presentazione ufficiale. Eric Leandri, fondatore di Qwant, ha spiegato alla stampa che viene attuata una anonimizzazione dell’indirizzo IP e dell’agent ID di ogni utente. Il modello di business è esclusivamente basato sul canale di shopping, il marketplace di giochi e musica, e le inserzioni pubblicitarie.

QwantQwant
Qwant

Al momento il canale giochi non è ancora attivo mentre quello musicale (in Beta) offre un catalogo deboluccio con artisti nella maggior parte dei casi sconosciuti. Da ricordare che Qwant nasce in Francia nel 2011 quindi non è un caso che fra i partner figurino imusic-school, Ircam Centre Pompidou, La French Tech e CapDigital.

Insomma è un servizio per chi tiene alla propria privacy e non vuole neanche rischiare che qualsiasi tipo di dato possa transitare negli Stati Uniti – i server della piattaforma sono in Europa.

Al netto di tutte le considerazioni filosofiche in questo momento il motore di ricerca non sembra molto efficiente. Eseguendo ricerche in parallelo su Qwant e Google dai risultati si intuisce che la strada da percorrere è ancora lunga.

catalognacatalogna
La “catalogna”

Ad esempio effettuando una ricerca con la query “catalogna”, il primo risultato sul nuovo motore fa riferimento a Wikipedia, il secondo alla cicoria catalogna, il terzo alla cicoria asparago, poi finalmente arriva un articolo di quotidiano, l’ANSA e la Treccani. Nel canale news si possono scorrere le notizie correlate al termine, ma appare bizzarro che testate importanti e minori vengano mischiate e organizzate solo per cronologia. I risultati della ricerca sui social invece appaiono utili e comodi da scorrere.

Il motore di ricerca video si affida a YouTube, Dailymotion e Vimeo. Sembra davvero comodo e aiuta anche la possibilità di organizzare i risultati in base a cronologia di pubblicazione, visualizzazioni o rilevanza. Il motore per le immagini invece sfrutta il web, Flickr e 500px.

Nell’area impostazioni si può intervenire su lingua, pagina di partenza predefinita, suggerimenti, filtro contenuti e altri dettagli.

Un’altra qualità del progetto è di aver realizzato Qwant Junior, un motore di ricerca per i bambini che filtra tutti i contenuti potenzialmente pericolosi. La versione EDU, per ora solo francese, invece si rivolge direttamente a insegnanti e studenti. Qwant è disponibile anche in versione mobile per Android e iOS.

In sintesi è un progetto “interessante”, con qualche buona peculiarità.


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