ROMA – La lunga notte di Alitalia è terminata intorno alle 3 di questa mattina con la firma di un preaccordo che mette (per ora) in sicurezza i conti e la sopravvivenza dell’azienda, in attesa di un referendum tra i lavoratori e di un cda della compagnia che dovrà confermare le intenzioni dei soci per un rilancio delle attività. A questa parte va aggiunta anche la garanzia pubblica da 200 milioni su eventuali flop del piano di risanamento, che ha il sigillo di Invitalia, l’agenzia del ministero dell’Economia che tra le sue missioni ha anche quella di contribuire al risanamento di aziende in difficoltà. Invitalia scende in campo ma non tutti sono convinti della bontà dello scudo statale su un’operazione che coinvolga per l’ennesima volta Alitalia.
Al termine di una no-stop tirata e a tratti molto nervosa, sul ring della trattativa alla fine azienda e sindacati, arbitro il governo, è stata trovata la soluzione. Un preaccordo che riduce e di molto le distanze tra le parti: gli esuberi complessivi scendono a quota 1.700 dai 2.037 preventivati. Di questi tra i dipendenti a tempo determinato si va dai 1.338 richiesti a 980, mentre non verranno rinnovati quasi 600 contratti a tempo determinato e usciranno 140 unità dalle sedi estere. Anche il taglio al costo del lavoro cala nettamente dal 30 all’8%.
Il documento finale si fonda sulla situazione di crisi da pre-fallimento di Alitalia, e sulla disponibilità degli azionisti a immettere nel motore della compagnia somme complessive per 2 miliardi dei quali circa 900 milioni di nuova finanza. Il piano industriale approvato nelle settimane scorse dal cda, un documento che vincola la concessione delle nuove linee di credito e il rilancio del vettore alla firma di un accordo coi sindacati, prevede una crescita dei ricavi ed una significativa riduzione dei costi: un miliardo di euro di uscite per beni e servizi compreso il personale per 300 milioni, sarà tagliato dai conti per far spazio contemporaneamente all’immissione di risorse finanziarie puntate al rilancio della società. Per crescere Alitalia avrà bisogno di 14 nuovi aerei sul lungo raggio, con un ingresso in flotta di velivoli widebody più ritmato e rapido rispetto a quanto proposto dalla società, come richiesto dal ministro Delrio.
Il numero degli esuberi del personale a tempo indeterminato, si legge nel documento, “si è ridotto dagli originali 1.338 a 980 attraverso il superamento dei progetti di esternalizzazione delle aree manutentive e di altre esternalizzazioni” oltre che con il ricorso alla cigs entro il maggio 2017 per due anni, la attivazione di programma di politiche attive del lavoro (riqualificazione e formazione del personale) e misure di incentivazione all’esodo, con miglioramenti di produttività ed efficienza” che saranno definiti in azienda entro maggio.
Per quanto riguarda il personale navigante, il verbale prevede “scatti di anzianità triennali con il primo nel 2020, un tetto di incremento retributivo in caso di promozione pari al 25%, l’applicazione ai neoassunti dei livelli retributivi Cityliner – il vettore del breve raggio – indipendentemente dall’aeromobile d’impiego”. C’è poi il capitolo produttività: per il personale navigante è prevista la riduzione di un’assistente di volo negli equipaggi a lungo raggio. Saranno ridotti anche i riposi: dai 120 annuali a 108 con minimo garantito di 7 al mese. In arrivo anche esodi incentivati da buonuscita per piloti ed assistenti di volo. Per il personale navigante ci sarà poi il superamento e riproporzionamento delle fasce di indennità di volo oraria per il personale part-time. Al termine dei contratti di solidarietà saranno valutate le possibilità “di trasformazione del part-time in base alle esigenze aziendali”.
Comunque i contratti di solidarietà andranno avanti fino alla scadenza prevista per legge al 24 settembre 2018. Sulla riduzione dell’8% delle retribuzione ci sono margini per ritornare agli attuali livelli anche se l’azienda si è impegnata a rimettere sul tavolo questo tema, solo “a fronte di un biennio continuativo di Ebitda positiva e non prima del 2022”. Ora si attende la battaglia per il referendum che alcune sigle sindacali già contestano: questo potrebbe complicare le cose e rimettere in discussione, in caso di rigetto dell’accordo, la sopravvivenza di Alitalia.
“Le parti hanno firmato un verbale di confronto che riporta la struttura di un possibile accordo migliorativo per il numero degli esuberi, per le esternalizzazioni, per i tagli alle retribuzioni” dice il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, al termine del lungo confronto. “I sindacati – ha aggiunto – si sono riservati di tenere un referendum già la prossima settimana”.
“Siamo soddisfatti perché abbiamo ottenuto più aeromobili, meno esuberi e di tenere le attività di manutenzione all’interno dell’Alitalia: crediamo di aver ridotto al minimo il taglio dei salari” gli fa eco il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. “Abbiamo fatto il massimo sforzo possibile – ha aggiunto – per avvicinare le parti”.
Il governo “mette a disposizione gli ammortizzatori sociali che hanno consentito di trovare gli equilibri necessari” sottolinea il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine del confronto. “Da parte nostra c’è lo stato lo spirito di accompagnamento per un’azienda che non vuole solo uscire da una situazione di difficoltà” ma guardare al futuro. “E’ stato uno sforzo importante e bisogna dare atto alle parti che hanno messo in campo una disponibilità che dimostra l’attaccamento all’azienda”.
“In questi mesi ci siamo adoperati per evitare i rischi di default dell’Alitalia: abbiamo fatto il massimo sforzo possibile nel confronto ed ora la parola passa ai lavoratori”. E’ quanto ha osservato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.
“E’ stato un lungo lavoro e credo che abbia portato ad un risultato importante” dice il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan. “Siamo partiti da una proposta di un taglio di costo del lavoro di 168 milioni che è passato a 100 milioni, ci veniva richiesto una taglio del 30% dei salari dei naviganti, che ora si limita all’8%. Ora tutto ciò sarà presentato ai lavoratori e credo che sia un modo responsabile di tutti per credere nel futuro di Alitalia. Tengo a sottolineare – ha aggiunto – che non ci saranno licenziamenti ma cassa integrazione straordinaria per il personale di terra”.
Meno convinta, invece, Susanna Camusso, leader della Cgil: “Abbiamo definito un verbale di confronto che sottoporremo al giudizio dei lavoratori la prossima settimana con un referendum vincolante”. Ricondando che la situazione è molto critica, Camusso ha fatto presente che “nulla toglie alle responsabilità delle precedenti gestione che hanno portato a questa situazione”.
Siamo riusciti a stabilire qual è il punto di caduta di questa trattativa. Ci siamo riusciti dopo un faticosissimo lavoro e ora ci sarà il referendum. Era il punto oltre il quale non si poteva andare. Ora c’è un po piu di fiducia”. Cosi il segretario generale dell’Ugl, Francesco Capone.