“La mia impressione è che i francesi abbiano inizialmente sottovalutato il problema e che i soccorsi siano partiti in ritardo. Se gli elicotteri si fossero alzati prima in volo nessuno avrebbe dovuto passare la notte lassù”. A parlare è Gabriele Cairo, 21 anni, uno dei 115 passeggeri rimasti bloccati sulla cabinovia panoramica del Monte Bianco. “Io e la mia ragazza siamo stati tra gli ultimi a essere portati via in elicottero, poi non c’è stato più modo di volare – racconta – Ma il problema è che il primo elicottero dei soccorsi lo abbiamo visto alle sei e mezza, tre ore dopo che si era bloccato l’impianto. Non solo: non in tutte le cabine c’era il kit di sopravvivenza”.
In quelle ore nessun contatto con i soccorritori?
“No. Appena la cabina si è fermata abbiamo pensato che fosse un normale stop. Invece abbiamo visto che c’erano i cavi annodati, un nodo davanti e uno dietro di noi. E lì abbiamo iniziato ad avere paura”.
E avete dato l’allarme?
“Subito abbiamo chiamato la società Skyway, ma ci hanno spiegato che la funivia su cui ci trovavamo era di competenza dei francesi e che comunque erano stati già informati. Quindi abbiamo contattato la società francese, abbiamo dato il numero della cabina, la posizione, i nodi che vedevamo… E in effetti sono venuti in fretta”.
Ma?
“Ma per più di due ore hanno provato a risolvere il guasto senza riuscirci. Ci hanno poi spiegato che c’era anche un terzo nodo. Hanno detto che è un evento davvero raro che si formino tre nodi. Però dovevano accorgersi prima che non sarebbero riusciti ad aggiustare l’impianto. All’inizio poi è intervenuto un solo elicottero, c’è voluto del tempo prima che si iniziasse a portare via le persone in modo più sistematico. Ma a quel punto le condizioni del meteo erano peggiorate”.
Nel frattempo eravate ancora in contatto con i soccorritori?
“No, a quel punto gli uffici in Francia avevano chiuso e non rispondeva più nessuno. Inoltre penso che le cabine debbano essere dotate di un interfono, ma si sono giustificati dicendo che l’antennina era rotta.
Avete usato il kit di emergenza?
“Noi per fortuna siamo rientrati in serata ma il kit comprende una bottiglietta d’acqua, un pacchetto di caramelle, una coperta termica e dei cerotti riscaldanti. Noi non li abbiamo usati ma chi stava nell’ovetto vicino a noi ha trovato il kit vuoto, senza viveri e coi cerotti forse scaduti perché non scaldavano”.