Nel corso dell’ultimo anno, il tema della spesa per i carburanti è stato uno di quelli al centro del dibattito economico italiano. Un’analisi approfondita dei dati relativi al 2024, comparati con gli anni precedenti, rivela dinamiche interessanti sui costi sostenuti dai cittadini per fare rifornimento di benzina e gasolio per autotrazione e sull’ingente gettito fiscale derivante da tali consumi.
Secondo i dati del Centro Studi Promotor, elaborati su informazioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nel 2024 gli italiani hanno complessivamente speso 69,8 miliardi di euro per l’acquisto di benzina e gasolio. Questo dato segna una lieve contrazione dell’1,4% rispetto ai 69,9 miliardi di euro spesi nell’anno precedente, il 2023. È importante sottolineare che questa diminuzione della spesa complessiva si è verificata nonostante un aumento dei consumi totali del 2,2% nello stesso periodo. Questa apparente contraddizione trova la sua spiegazione nella contrazione del prezzo medio ponderato dei carburanti.
L’andamento dei prezzi di benzina e gasolio
Analizzando più nel dettaglio l’andamento dei prezzi al litro, si osserva che per la benzina il prezzo medio è sceso da 1,86 euro al litro nel 2023 a 1,82 euro al litro nel 2024. Per il gasolio, la diminuzione è stata da 1,79 euro al litro nel 2023 a 1,72 euro al litro nel 2024. L’evoluzione dei prezzi nel corso del 2024 ha visto per la benzina un’apertura a 1,77 euro al litro, un picco di 1,92 euro a metà aprile e una chiusura a 1,76 euro. Per il gasolio, l’anno si è aperto con una media di 1,73 euro al litro, ha raggiunto un massimo di 1,83 a metà febbraio per poi attestarsi a 1,67 euro alla fine dell’anno.
Il gettito fiscale
Un aspetto prioritario della spesa per carburanti in Italia è rappresentato dal gettito fiscale che affluisce nelle casse dello Stato. Nel 2024, ben 38,5 miliardi di euro derivanti dalla vendita di benzina e gasolio sono confluiti all’Erario. Questa cifra, in leggero aumento (+1,4%) rispetto al 2023, rappresenta la quota più alta in Europa. Questo ingente ammontare è dovuto alle accise che gravano sui due carburanti e all’IVA, che si applica non solo alla componente industriale del prezzo ma anche sull’accisa stessa. È evidente, quindi, come i carburanti continuino a rappresentare una significativa fonte di entrate per lo Stato italiano.
Come è cambiata la spesa degli italiani
Guardando a un orizzonte temporale più ampio, è interessante analizzare come siano cambiati i consumi e la spesa degli italiani dall’introduzione dell’euro nel 2002. Tra il 2002 e il 2024, i consumi di benzina hanno subito una drastica riduzione, passando da 21,5 miliardi di litri a 11,6 miliardi di litri, con un calo del 45,8%. Parallelamente, la spesa per la benzina è diminuita da 22,5 miliardi di euro a 21,2 miliardi di euro, segnando un decremento del 5,7%.
Per quanto riguarda il gasolio, la tendenza è stata diversa. Nello stesso periodo, i consumi sono aumentati del 10,5%, passando da 25,6 miliardi di litri nel 2002 a 28,3 miliardi di litri nel 2024. L’incremento più significativo si è registrato nella spesa per il gasolio, che è più che raddoppiata, passando da 21,9 miliardi di euro nel 2002 a 48,6 miliardi di euro nel 2024, con un aumento del 121,9%.
Questi dati evidenziano un cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani, con una marcata diminuzione della domanda di benzina a favore del gasolio, probabilmente influenzata dalla maggiore efficienza dei motori diesel e dalla loro diffusione in alcuni settori come i trasporti. Nonostante la riduzione dei consumi di benzina, la spesa complessiva per i carburanti rimane elevata, con una quota considerevole destinata alle entrate erariali.