• 10 Marzo 2025 18:12

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Ubriaco in bici viene multato con 1.100 euro di ammenda

Mar 10, 2025

La notizia di un nuovo incarico lavorativo per un insegnante precario è sempre motivo di grande gioia, un traguardo da celebrare con gli amici e un meritato aperitivo. Così ha pensato un 37enne, residente nel levante genovese. Era un mite settembre e per raggiungere il centro storico di Genova e brindare alla nuova opportunità professionale, il protagonista di questa storia, bevitore responsabile, ha saggiamente optato per la bicicletta anziché sulla macchina. Mai avrebbe potuto immaginare che quella scelta, dettata dalla prudenza, si sarebbe trasformata in un incubo legale, come vedremo fra poco.

Multa salata e beffa del destino

Durante il tragitto di ritorno verso casa, la pattuglia dei vigili urbani ha fermato il giovane insegnante per un controllo. L’inevitabile alcoltest ha dato esito positivo. Da quel momento, la serata di festa si è trasformata in un vortice di conseguenze inaspettate e piuttosto severe. L’uomo si è trovato di fronte a una multa salata di 1.100 euro e una condanna a 60 giorni di reclusione, fortunatamente convertiti in 130 ore di lavori socialmente utili. Una sanzione che appare particolarmente pesante, forse dovuta all’impossibilità di sequestrare la bicicletta.

Paradossalmente, quella stessa sera i vigili urbani permisero al genovese di tornare a casa in bicicletta, evitando così il sequestro del mezzo, il ritiro della patente (non necessaria per la guida di una bicicletta) e la conseguente perdita di punti, sanzioni previste per la “guida in stato di ebbrezza” di veicoli a motore. Tuttavia, il destino si è rivelato beffardo quando si è trattato di trovare una struttura disponibile ad accogliere Francesco per scontare la sua pena alternativa. Nonostante gli sforzi e la disponibilità a pagare, nessuna struttura risultava libera.

Lavori utili in bocciofila

L’avvocato difensore dell’insegnante, ha dovuto compiere veri e propri “salti mortali” per individuare un luogo idoneo. Alla fine, la soluzione è arrivata grazie alla disponibilità della bocciofila di Genova. Così, l’insegnante trentasettenne genovese si ritrova ora a trascorrere il suo tempo libero, inclusi i fine settimana, presso la bocciofila, in compagnia di altri individui che stanno scontando la propria pena alternativa e degli anziani soci impegnati nelle tradizionali partite a bocce o a pétanque.

Ma anche l’attività da svolgere presso la bocciofila si è rivelata problematica. Con una decina di persone già impegnate nei lavori socialmente utili all’interno del circolo, le mansioni disponibili sono limitate. L’uomo si dedica quindi, insieme agli altri, alla raccolta differenziata dei pochi cestini dei rifiuti, alla pulizia del piccolo giardino e a piccoli lavori di bricolage, come ritoccare la pittura bianca delle pareti o riparare sedie e tavolini.

“Dura lex sed lex”, dicevano i latini

Le 130 ore di lavori socialmente utili, inizialmente percepite come un’alternativa meno gravosa rispetto alla detenzione, si rivelano lunghe e monotone, soprattutto quando trascorse spazzando giardinetti o svuotando cestini. Questa vicenda rappresenta un singolare esempio di come una decisione responsabile come l’utilizzo della bicicletta possa condurre a conseguenze legali inaspettate a causa della guida in stato di ebbrezza.

La difficoltà nel trovare una collocazione per i lavori socialmente utili e la natura delle mansioni svolte presso la bocciofila di Genova aggiungono un ulteriore livello di ironia beffarda a questa storia, che sottolinea la rigidità della legge anche in circostanze apparentemente minori.

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