Il conseguimento della patente di guida di categoria B in Italia, il titolo più diffuso che abilita alla conduzione di automobili e autocarri fino a 3,5 tonnellate, è attualmente subordinato allo svolgimento di almeno sei ore di guida obbligatorie. Tuttavia, il panorama normativo del settore automobilistico italiano potrebbe mutare, con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sta valutando di rendere più duro uno dei requisiti cardine per l’ottenimento della patente. Questa novità potenziale va a inserirsi direttamente nel canovaccio legato alla riforma del Codice della Strada, un intervento legislativo volto a incrementare la sicurezza sulle vie di comunicazione e ad allineare le normative nostrane agli standard europei.
Patente: aumentare le ore obbligatorie di guida
La discussione si concentra in particolare sull’innalzamento del numero di ore di guida obbligatorie che gli aspiranti automobilisti dovranno completare prima di poter sostenere l’esame pratico e ottenere la tanto agognata patente. In tal caso si passerebbe da sei a otto ore complessive. Allo stato attuale, la riforma è ancora in una fase embrionale, concretizzandosi in uno schema contenente i contenuti di un decreto ministeriale, il vero e proprio strumento normativo attraverso il quale questo mini-restyling delle regole della patente potrebbe prendere forma. Porta Pia, sede del Ministero, sta attualmente vagliando attentamente tale proposta, valutandone l’impatto e la fattibilità.
Una delle novità più rilevanti al vaglio riguarda l’introduzione di due ore di guida obbligatorie da svolgersi precedentemente al conseguimento del foglio rosa. Attualmente, il foglio rosa, l’autorizzazione provvisoria alla guida che consente di esercitarsi su strada, viene rilasciato immediatamente dopo il superamento dell’esame teorico. La riforma in discussione mira a superare questo automatismo, introducendo per i diciottenni e per tutti coloro che si apprestano a conseguire il titolo presso la Motorizzazione, l’obbligo propedeutico di effettuare 120 minuti di pratica al volante prima di ottenere il permesso temporaneo di guida.
Tutto ancora al condizionale
Secondo quanto emerso, questa potenziale riforma sarebbe il risultato di un compromesso tra il Ministero e gli operatori del settore delle autoscuole, i quali da tempo auspicano un’equiparazione delle norme italiane a quelle vigenti in altri Paesi europei. Nel contesto continentale, infatti, l’obbligo di guida per il conseguimento della patente oscilla generalmente tra le 10 e le 12 ore. Proprio facendo leva sulla constatazione che in Italia i requisiti attuali sono considerati minimi, si era inizialmente tentato di spingere per un incremento ben più consistente delle ore di guida previste. Tuttavia, questa ipotesi ha incontrato la ferma opposizione del ministro Salvini, il quale si sarebbe mostrato poco incline ad inasprire ulteriormente le regole.
Da qui la genesi del compromesso che prevede un aumento di “sole” due ore di pratica. Sebbene possa apparire un incremento contenuto, è importante sottolineare che, qualora la riforma dovesse andare in porto, anche queste due ore aggiuntive di lezione pratica si tradurrebbero inevitabilmente in un aumento del costo complessivo da sostenere per ottenere la patente di guida. Questo aspetto non è secondario, considerando le spese già significative che le nuove generazioni devono affrontare per acquisire l’abilitazione alla guida. Vedremo, dunque, se nei prossimi mesi questa riforma produrrà degli esiti o se resterà tagliata da fuori da una scelta conservativa che manterrebbe lo status quo vigente.