• 1 Marzo 2025 16:16

Corriere NET

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Ciao Skype, e grazie di tutto

Mar 1, 2025

AGI – È difficile spiegare il rapporto che hanno avuto i millennial, come me, con Skype. La piattaforma di comunicazione video di Microsoft, che verrà chiusa tra qualche mese in favore di Teams, è stato il luogo dove sono nate le nostre prime idee, i nostri primi rapporti di lavoro a distanza, le nostre relazioni interpersonali da ventenni. La fucina dove spesso ci siamo forgiati. La cucina da cui sono stati partoriti i primi, a volte assurdi e strampalati, progetti. 

A leggere il comunicato del colosso tech, un po’ freddo, un po’ algido, mi è venuta una grande malinconia. “Il modo in cui comunichiamo si è evoluto in modo significativo nel corso degli anni. Dalla messaggistica istantanea alle videochiamate, la tecnologia ha trasformato continuamente il modo in cui ci colleghiamo gli uni con gli altri”. Un incipit che sembra dire: “Sì, chiudiamo Skype. Tanto non lo usate più e noi abbiamo sviluppato un programma più figo. Stacce”. E noi ci stiamo, per carità. Io stesso ormai avevo disinstallato da un po’ quell’iconcina celeste, con la S grande, dai quasi tutti i miei device.

Anche durante la pandemia, quando tutti eravamo forzatamente a casa, Skype è apparsa ‘stanca’. Ha avuto forse un sussulto di orgoglio ma anche allora, tra Zoom e Meet, eravamo già propensi a pensionarla, ad andare oltre.

Però Skype è stata Skype. Ovvero sinonimo di libertà, confronto, divertimento. Ripenso con malinconia alle chiacchierate con la famiglia, dopo essere ‘migrato’ in continente dalla Sardegna, i progetti universitari per sviluppare eventi e prodotti, i primissimi colloqui di lavoro. Persino l’asta di riparazione di Fantacalcio. Ci sono cose, relazioni, intuizioni, che sono avvenute lì dentro e spesso lì dentro, in chat ormai impolverate dal tempo, sono rimaste. Una parte considerevole della nostra vita, più o meno 15 anni fa, è passata attraverso quelle chiacchierate libere, gratis, allargate. Potrei trovate tantissimi altri aggettivi, impegnarmi in altre descrizioni. La verità è che per molti quarantenni di oggi (e non solo) Skype è stata vita

Il comunicato di addio, per Microsoft, è stato invece il modo di ricordare che Teams è più bello, ha più funzionalità, più skills, più opzioni. È un prodotto molto più digital, artificiale, complesso. “La transizione è facile”. Il saluto a Skype sembra più un invito a guardare subito oltre, al futuro. L’annuncio funerario di qualcosa che era già moribondo da un po’ e che può essere sostituito, dimenticato, facilmente. Non c’è colpa, è così e basta.

Skype non aveva certamente tutta questa crossmedialità, questi incroci di artificialità, ma ha avuto il merito di mettere sempre le persone al centro del progetto. Quelle vere, in carne e ossa, che non si potevano toccare, ma si potevano ascoltare, parlare, sentire. E anche se il suo compito si è esaurito per il normale avanzamento del progresso tecnologico, un ringraziamento è d’obbligo. Anche in questo mondo che corre a perdifiato e dove, per i ringraziamenti, non c’è quasi mai spazio. 

 

 

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