• 31 Gennaio 2025 0:20

Corriere NET

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I pronipoti dei deportati tornano ad Auschwitz. Jacopo Tagliacozzo: “Vedere è di una potenza incredibile”

Gen 30, 2025

AGI – “Sono stato a Dachau quando ero molto piccolo e ho ricordi molto vaghi, quindi mi sento di dire che è la prima volta che visiti uno dei campi e la cosa che mi colpisce di più è che questo è un ambiente che io ho sempre visto. Di immagini ce ne sono fin troppe, ma arrivare qui e percepire questo ambiente con i miei sensi è di una potenza incredibile”. È la voce di Jacopo Tagliacozzo a parlare nel campo di Birkenau dove è con il viaggio della Memoria che quest’anno ha visto la partecipazione di 142 studenti romani. Il ragazzo è il pronipote di Romolo Tagliacozzo, uno dei deportati nei campi di sterminio, che grazie un incontro fortunato riuscì a scappare da Mathausen.

 

Come stai affrontando questa visita?

“Mi sono preso dei momenti per avvicinarmi e toccare il più possibile queste strutture che ci circondano, il terreno, il freddo, vissute in prima persona colpiscono diversamente. Credo sia fondamentale venire qui per comprendere una parte di quello che è davvero successo perché comprenderlo davvero sarà impossibile”.

 

 

Qual è la storia della tua famiglia?

“Il nucleo dei Tagliacozzo che viveva nel Lazio a fine ottocento era completamente assimilato, tanto che in cantina a casa dei miei nonni c’è ancora un presepe. Il mio bisnonno era ebreo di sangue, ma non di religione, però quando è arrivata la persecuzione tedesca è stato deportato e ha avuto la fortuna di incontrare già al campo di Fossoli e poi a Mauthausen il cuoco che lavorava nella parrocchia che frequentava e lui, sapendo che praticava il cristianesimo, ha deciso che non meritava di morire insieme agli altri ebrei e l’ha fatto scappare” e ha aggiunto – “Io oggi torno qui con la kippah in testa perché la mia famiglia ha riscoperto il culto e le origini ebraiche e ora più che mai penso sia importantissimo a testa alta manifestare l’ebraismo e tenere viva la fiamma che qui hanno provato a spegnere”.

 

 

 

 

 

 

 

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