AGI – Con l’arrivo del pattugliatore della Marina Militare Italiana Cassiopea in Albania è ripreso l’iter per i trasferimenti dei migranti nel Paese adriatico. La nave ha attraccato alle 7,30 di questa mattina nel porto di Shengjin, dove ha sbarcato i 49 migranti selezionati per essere sottoposti alla procedura accelerata di frontiera.
Nell”hotspot’ italiano a Shengjin saranno avviate le procedure di identificazione e ci sarà uno ‘screening’ medico approfondito, poi i 49 richiedenti asilo saranno portati nell’altro centro italiano di Gjader, a una ventina di chilometri, dove resteranno in attesa di conoscere l’esito delle loro domande. Sono bengalesi, egiziani, ivoriani e gambiani (quindi provenienti da Paesi considerati sicuri), intercettati in acque internazionali a sud di Lampedusa. Si tratta del terzo trasferimento in Albania dopo quelli di ottobre e novembre scorsi operati dalla nave Libra: in quel caso, però, i 20 richiedenti asilo erano stati in seguito liberati perché il tribunale di Roma non aveva convalidato i trattenimenti.
Questo per l’impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute e il conseguente rinvio alla decisione della Corte di giustizia europea in materia di Paesi sicuri, attesa per il 25 febbraio. Stavolta, in base alla nuova normativa voluta dal governo, a pronunciarsi saranno i giudici della Corte d’appello di Roma (e non quelli della Sezione immigrazione) che dovranno decidere, nel giro di 48 ore, se convalidare o meno il trattenimento. Il responso è atteso entro giovedì 30 gennaio.
La ripresa dei trasferimenti in Albania coincide con un’intensificazione degli arrivi di migranti sulle coste italiane: dopo che il 2024 ha fatto registrare un netto calo di arrivi (66mila, contro i 157mila dell’anno precedente), nei primi 27 giorni di gennaio ne sono sbarcati 3.074 persone, con un aumento del 136% sullo stesso periodo dell’anno scorso. In queste ore è arrivata in Albania la terza missione del Tavolo asilo e immigrazione (Tai), la principale rete della società civile impegnata nella promozione e difesa dei diritti delle persone migranti, realizzata in collaborazione con il Gruppo di contatto parlamentare sull’immigrazione. Torneranno nei centri di Shengjin e Gjader per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento delle 49 persone migranti.