• 11 Gennaio 2025 0:53

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

La pericolosa ambiguità dei rimedi omeopatici. Il caso del bimbo morto per otite

Gen 10, 2025

Dopo svariati anni, ed esauriti tutti i gradi di giudizio, si è conclusa in Cassazione la vicenda iniziata con la morte del piccolo Francesco Bonifazi, morto per un’otite batterica trattata con l’acqua fresca omeopatica invece che con cure vere da Massimiliano Mecozzi.

Costui è stato condannato a tre anni, con cinque di interdizione dai pubblici uffici; e se questa sia o no una pena equa non sta certo a noi sindacarlo, perché in uno stato di diritto sono i giudici a stabilirlo, non certo le folle. I punti che vorrei qui ricordare sono altri.

Innanzitutto, come ho già argomentato sia come perito di parte sia brevemente su queste paginenon è possibile derubricare il caso a semplice cattiva pratica di Mecozzi, così salvando l’omeopatia, come vorrebbero le società scientifiche degli omeopati italiani: in realtà, il piccolo Francesco non è il primo bambino a morire in circostanze molto simili perché qualche guru dell’omeopatia gli ha negato le cure del caso; ciò avviene non per caso, ma perché in molte e diverse sedi gli omeopati, anche nel nostro paese, sono attivamente incoraggiati a sostituire, non integrare, gli antibiotici con i preparati dinamizzati.

 

                    

Perché sia possibile meglio comprendere questo ultimo punto, cioè questa sostanziale ambiguità (quando non aperta ostilità) al trattamento con antibiotici in una condizione come l’otite media acuta, basta leggere gli stessi testi “ufficiali” degli omeopati italiani.

 

In una “guida all’omeopatia” pubblicata sotto gli auspici della Siomi, Società italiana di omeopatia e medicina integrata, leggiamo ad esempio quanto segue: “Frei et al. dimostrano che l’omeopatia può diminuire il bisogno di antibiotici in bambini con otite media acuta”.

 

Ora, non è affatto chiaro cosa si intenda per una “diminuzione del bisogno” di antibiotici; si potrebbe capire una diminuzione della sovraprescrizione, cioè una diminuzione dell’uso inappropriato, ma non del bisogno, cioè dell’uso necessario di tali molecole. Questa ambiguità nel linguaggio è pericolosa; peggio ancora, il lavoro di Frei et al. citato non indica affatto che sia possibile diminuire il bisogno di antibiotici, ma solo che, in un piccolo (e mal disegnato) studio si è trovato che il trattamento con omeopatia produceva una diminuzione del dolore più rapida rispetto ad un placebo – un risultato molto diverso da quello che si vorrebbe suggerire nella “guida all’omeopatia” appena citata.

 

In modo ancora più esplicito, possiamo ricavare come l’uso degli antibiotici nell’otite sia sconsigliato dagli omeopati italiani se esaminiamo per esempio il materiale prodotto dalla Smb Italia (Società Medica Bioterapica). In una propria rivista, denominata “Cahiers de Biotherapie”, troviamo anche pubblicazioni di chi a lungo è stato presidente di Smb, ovvero il dott. Gianfranco Trapani, medico pediatra e omeopata, che, ricordiamolo, ha firmato per la Smb il comunicato in morte di Francesco Bonifazi. Ma mentre nel comunicato si descrive l’omeopatia come integrativa, e non sostitutiva, della medicina scientifica, gettando la croce di un’errata procedura sulle spalle di Mecozzi, ecco cosa lo stesso dott. Gianfranco Trapani scrive nella rivista della Smb, nelle conclusioni di un articolo dedicato proprio all’uso dell’omeopatia nei casi di otite pediatrica: “Sicuramente è confortante per il Medico Omeopata leggere queste informazioni su lavori compiuti da Ricercatori seri e svincolati da logiche commerciali farmacologiche. Di fronte all’abuso fatto dell’antibioticoterapia, i rimedi omeopatici si rivelano dei validi sostituti. Questi vengono somministrati sia nelle forme acute che in quelle ricorrenti migliorano la prognosi, evitano le complicazioni ed accellerano [sic] la guarigione”.

 

Si noti bene: i rimedi omeopatici, nell’otite pediatrica, sono presentati come sostituti, non come integratori, della antibioticoterapia. Ora, il punto che vorrei evidenziare è il seguente: definire l’omeopatia come utile a “diminuire il bisogno” di antibiotici, oppure i rimedi omeopatici come “validi sostituti” degli antibiotici è innanzitutto indimostrato su base puramente scientifica, ma soprattutto si tratta di affermazioni pericolose in quanto come minimo di ambigua interpretazione, pur volendo concedere il beneficio di una larghezza semantica ampia a frasi come quelle citate.

   

Se si vogliono usare dei placebo in attesa di una risoluzione spontanea di un’otite, la cosa è accettabilissima, nelle forme e per i tempi stabiliti dalle linee guida internazionali in materia; ma porre l’omeopatia a confronto degli antibiotici, suggerendo che essa possa rimpiazzarli anche solo in taluni (quali?) casi, è esattamente quello che porta poi i Mecozzi di tutto il mondo a causare la morte di bambini come il povero Francesco Bonifazi, al di là della loro individuale responsabilità.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close