• 18 Dicembre 2024 7:55

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Tassisti e autisti di ambulanze muoiono meno di Alzheimer

Dic 18, 2024

AGI  – I tassisti e gli autisti di ambulanze, il cui lavoro richiede frequenti elaborazioni spaziali e di navigazione, hanno tassi più bassi di mortalità per malattia di Alzheimer rispetto ad altre professioni. Lo rivela uno studio guidato da Anupam B Jena, dell’Harvard Medical School, di Boston, pubblicato su The BMJ.

I risultati sono osservazionali, quindi non possono confermare un collegamento diretto, ma i ricercatori sostengono di sollevare la possibilità che le professioni che richiedono molta memoria alla guida, come la guida di taxi o di ambulanze, possano essere associate a una certa protezione contro la malattia di Alzheimer. L’ippocampo è una regione del cervello deputata alla memoria spaziale e all’orientamento ed è stato dimostrato che è più sviluppato nei tassisti di Londra rispetto alla popolazione generale. è anche una delle regioni del cervello coinvolte nello sviluppo dell’Alzheimer, il che solleva la possibilità che le occupazioni che richiedono una frequente elaborazione spaziale possano essere associate a una riduzione della mortalità dovuta alla malattia di Alzheimer.

Per indagare su questo, il gruppo di ricercatori statunitensi ha analizzato i certificati di morte di adulti con 443 diverse occupazioni tra il primo gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022. I dati includevano la causa del decesso, l’occupazione abituale, in cui il defunto ha trascorso la maggior parte della sua vita lavorativa, e informazioni sociodemografiche, come ad esempio età, sesso, razza, gruppo etnico e livello di istruzione. 

Secondo i dati, di quasi 9 milioni di persone decedute con informazioni occupazionali, il 3,9%, ovvero 348.328 persone, aveva la malattia di Alzheimer elencata come causa di morte. Di 16.658 tassisti, 171, ovvero lo 1,03%, sono morti di malattia di Alzheimer, mentre tra gli autisti di ambulanze, il tasso era dello 0,74%. Dopo aver corretto i dati in base all’età al momento del decesso e ad altri fattori sociodemografici, i tassisti e gli autisti di ambulanze presentavano la percentuale più bassa di decessi per malattia di Alzheimer tra tutte le professioni esaminate, rispettivamente l’1,03% e lo 0,91%, e rispetto alla popolazione generale lo 1,69%. I ricercatori hanno osservato che questa tendenza non è stata riscontrata in altri lavori correlati ai trasporti, come gli autisti di autobus o i piloti di aerei, probabilmente a causa della loro dipendenza da percorsi prestabiliti, o con altre forme di demenza, il che suggerisce che i cambiamenti neurologici nell’ippocampo o altrove tra gli autisti di taxi e di ambulanze potrebbero spiegare la riduzione del rischio di Alzheimer.

Si tratta di uno studio osservazionale, quindi non è possibile trarre conclusioni definitive su causa ed effetto. Gli autori riconoscono varie limitazioni, tra cui il fatto che gli individui che hanno un rischio più elevato di sviluppare l’Alzheimer potrebbero avere meno probabilità di intraprendere o rimanere nella memoria occupazioni di guida intensiva come la guida di taxi e ambulanze. Tuttavia, affermano che ciò è improbabile dato che i sintomi della malattia di Alzheimer si sviluppano in genere dopo l’età lavorativa. “Consideriamo questi risultati non come conclusivi, ma come generatori di ipotesi”, ha detto gli autori. “Sono necessarie ulteriori ricerche per concludere definitivamente se il lavoro cognitivo spaziale richiesto per queste occupazioni influenzi il rischio di morte per malattia di Alzheimer e se alcune attività cognitive possano essere potenzialmente preventive”, hanno concluso i ricercatori. 

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