• 23 Dicembre 2024 18:54

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In 30 anni oltre 900mila reati ambientali, uno ogni 18 minuti

Dic 5, 2024

AGI – Un reato ogni 18 minuti per un totale di 902.356 illeciti ambientali. È quello che in Italia in tre decenni – rileva Legambiente – hanno compiuto le ecomafie “con un attacco costante e incessante all’ambiente”: una media – dal 1992 al 2023 – di 79,7 reati al giorno, 3,3 ogni ora, uno ogni 18 minuti; un ritmo impressionante contrassegnato anche da 727.771 persone denunciate e 224.485 i sequestri.

Legambiente oggi, a trent’anni dalla prima presentazione del rapporto Ecomafia avvenuta il 5 dicembre 1994, fa cosi’ il punto della situazione, anche con un pacchetto di sei proposte, in occasione della conferenza nazionale ‘Ambiente e legalità: insieme per il futuro’ che ha promosso con l’Arma dei Carabinieri, presso la Scuola Ufficiali di Roma, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il direttore generale dell’Ispra, Maria Siclari e il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.

Dalla fotografia scattata da Legambiente sulla presenza delle ecomafie in Italia emerge anche che il 45,7% del totale nazionale dei reati accertato dalle forze dell’ordine in questi tre decenni si concentra nelle regioni in cui è radicata la presenza di criminalità organizzate: la Campania è la regione che domina con un primo posto assoluto sia la classifica nazionale, sia quella delle regioni con più reati nel ciclo illegale del cemento e dei rifiuti. La Lombardia è invece la prima regione del nord per ecoreati.

In questi tre decenni di ricerca e analisi, dal 1995 ad aprile 2024, sono stati censiti 378 clan, appartenenti a tutte le organizzazioni mafiose, con interessi diretti nelle diverse ‘filierè dell’ecomafia. Il fatturato illegale accumulato, secondo le stime di Legambiente, è stato di 259,8 miliardi di euro. 

 

Al primo posto la Campania

In questi tre decenni, nella classifica nazionale per ecoreati svetta al primo posto la Campania con 117.919 illeciti, seguita da Calabria (84.472), Sicilia (82.290) e Puglia (73.773). Al quinto posto il Lazio, prima regione del centro Italia, con 66.650 reati. La Lombardia, ottava in classifica, è la prima regione del nord Italia con 37.794 reati.

 

I reati nel ciclo illegale del cemento, che ammontano a 215.831, e quelli del ciclo dei rifiuti (146.480), si confermano in questi tre decenni a livello nazionale quelli prediletti dagli ecomafiosi. Per quanto riguarda invece i reati nel ciclo illegale del cemento, le regioni più colpite sono la Campania (30.177 reati), seguita da Calabria (22.849) e Puglia (18.788). Al quarto posto figura il Lazio (18.115), seguito da Sicilia (17.346) e Toscana, sesta con 14.044 illeciti penali. Prima regione del nord è di nuovo la Lombardia (10.831), seguita dalla Liguria (8.409).

Sul fronte del ciclo illegale dei rifiuti, la Campania è sempre in testa alla classifica (22.400 reati), seguita da Puglia (14.516), Calabria (10.810) e Lazio (9.989). La Sicilia è al quinto posto (9.972) e precede nell’ordine Toscana (8.263 reati) e Lombardia, che si conferma prima regione del Nord, con 7.586 illeciti penali nel ciclo dei rifiuti. Da segnalare in questa classifica l’ottavo posto del Piemonte, con 7.044 reati, che figura invece al 12esimo posto nella classifica per l’illegalità ambientale complessiva.

 

“Senza legalità non c’è tutela ambientale – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – quella che celebriamo oggi insieme all’Arma dei Carabinieri non è solo una ricorrenza: in questi 30 anni, anche grazie a questa straordinaria collaborazione e a quella sviluppata con tutte le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto sono stati raggiunti risultati importanti, nell’interesse generale del Paese, come l’introduzione nel Codice penale dei delitti contro l’ambiente e di quelli a tutela del patrimonio culturale. I dati presentati oggi ci ricordano che non bisogna abbassare la guardia e che al centro delle scelte politiche va messa la salvaguardia dell’ambiente come ci ricorda l’articolo 9 della Costituzione italiana. Per questo chiediamo che vengano approvate quelle norme che ancora mancano all’appello in fatto di prevenzione e controllo, come i reati contro gli animali, le agromafie e agropirateria, chiedendo al tempo stesso allo Stato un impegno più forte nella lotta all’abusivismo edilizio”.

 

 Legambiente spiega inoltre che è pari a 608 il numero complessivo delle inchieste sull’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti registrate dal febbraio 2002 (prima applicazione dell’articolo 53 bis del decreto Ronchi, attuale delitto previsto dall’articolo 452 quaterdecies del codice penale), con 3.424 arresti, 10.772 denunce, 1.691 aziende coinvolte e 51 Stati esteri interessati, soprattutto europei e africani. In 309 inchieste (50,8% del totale), è stato possibile ricostruire il totale dei rifiuti sequestrati, pari a 60,576 milioni di tonnellate: per il 40,49% si tratta di fanghi di depurazione e per il 39,64% di rifiuti industriali misti. Se trasportate su un tir da 25 tonnellate lungo 13,6 metri, tonnellate sequestrate sarebbero equivalenti a 2.432.040 tir, per una coda di 32.953 chilometri.

“Dal 1994 a oggi – commenta Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – è cresciuta la consapevolezza della minaccia delle ecomafie. Oggi chi indaga ha efficaci e importanti strumenti, primo fra tutti la legge sugli ecoreati approvata a maggio 2015, ma c’è ancora molto da fare anche a livello europeo. Per questo è fondamentale che l’Italia recepisca quanto prima la direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente. Al tempo stesso – aggiunge – siamo convinti che la scuola sia un luogo fondamentale dove educare alla legalità e alla tutela ambientale, per questo abbiamo promosso insieme all’Arma dei Carabinieri un concorso per le scuole. Riteniamo che il loro coinvolgimento oggi sia più che mai fondamentale perché, come ha ricordato più volte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la lotta alla criminalità parte dai banchi di scuola”.

 

Al termine della conferenza odierna, alla quale è stata assegnata dal presidente Sergio Mattarella la medaglia della presidenza della Repubblica, sono state premiate le scuole secondarie di primo e secondo grado vincitrici del concorso nazionale dedicato all’educazione alla legalità e alla tutela dell’ambiente. 

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