• 22 Novembre 2024 21:05

Corriere NET

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Guida alla giornata in Borsa

Nov 22, 2024

AGI – I mercati oscillano, senza prendere una direzione precisa, mossi da fattori non solo economici e finanziari ma anche politici e geopolitici. Oggi in Asia l’oro si è avviato verso il suo più grande guadagno settimanale in quasi otto mesi e l’euro si è attestato al minimo da 13 mesi, mentre la Russia ha abbassato la soglia per l’uso delle sue armi nucleari e ha lanciato un missile balistico ipersonico contro l’Ucraina, rischiando di trasformare la contesa regionale tra Mosca e Kiev in un conflitto globale.

Cosa è successo a Wall Street

Intanto le Borse asiatiche viaggiano in ordine sparso, sostenute dalla solidità del settore dei chip e dei titoli ciclici e rese incerte dalle crescenti tensioni tra Russia e Ucraina e dalle future mosse del governo Trump sui dazi. Deboli e poco mossi i future a Wall Street e negativi quelli sull’EuroStoxx 50, dopo che ieri i listini di New York sono tornati positivi, trainati dal Dow Jones che è risalito al top della settimana. Ad aiutare i listini Usa ieri è stata la società cloud Salesforce, salita più del 5%, mentre Nvidia ha fatto la sua parte, chiudendo in rialzo dello 0,5%, dopo aver vacillato sulla scia dei conti che la società portabandiera dell’intelligenza artificiale ha presentato mercoledì, dai quali sono emersi dei risultati trimestrali davvero buoni, anche se ha un po’ deluso nelle previsioni. Male invece Alphabet, che ieri a New York ha perso quasi il 5% dopo che il Dipartimento di Giustizia ha sostenuto davanti a un giudice che Google deve vendere il suo browser Chrome e adottare altre misure per porre fine al suo monopolio sulla ricerca online. Tuttavia, nonostante questi alti e bassi, ieri Wall Street ha portato a casa tutti e tre gli indici col segno più, specie il Dow che è salito dell’1,06%, mentre oggi i future americani e quelli europei tornano a indebolirsi, in vista degli indici Pmi delle principali economie globali.

Le piazze asiatiche

In Asia, la Borsa di Tokyo e quella di Seul avanzano intorno all’1%, trainate dai titoli dei maggiori produttori di chip, con il fornitore di Nvidia SK Hynix a +4,7%, il colosso taiwanese Tsmc a +3% e Samsung Electronics in lieve rialzo. Bene anche la Borsa di Singapore, che sale quasi del 2%, dopo che la città-stato ha rivisto al rialzo le sue prospettive di crescita per l’anno in corso, portandole al 3,5% dal 2-3% precedente, sebbene l’elezione di Trump e la prospettiva di un’escalation della tensione geopolitica con la Cina minaccino di pesare sulle prospettive a medio termine.

 

In India le attività collegate alle società del Gruppo Adani sono rimaste sotto pressione e il presidente del Kenya ha annullato un enorme progetto aeroportuale con il gruppo, dopo che la holding è stata travolta dalle accuse provenienti dagli Stati Uniti, che incriminano i suoi dirigenti per un presunto piano di corruzione da 265 milioni di dollari. Al centro dell’indagine, come emerge dagli atti della procura di New York, c’erano le “note di tangente” di Sagar Adani, il nipote del fondatore. La crisi è la seconda in due anni a colpire l’impero fondato da Gautam Adani, 62 anni, che secondo la rivista Forbes è il 25esimo uomo più ricco del mondo. 

 

Sempre in Asia, le Borse di Hong Kong e di Shanghai sono restate indietro, poiché il sentiment nei confronti della Cina è soffocato dalla mancanza di dettagli su ulteriori misure di stimolo. Intanto i prezzi del petrolio si stabilizzano in Asia, dopo che I future sul Brent sono aumentati di quasi il 4,5% nella settimana, soprattutto a causa della crisi tra Russia e Ucraina, la quale ha anche spinto i prezzi del gas in Europa al top degli ultimi anni e sta dirottando gli investitori verso porti sicuri, sostenendo il debito tedesco e avviando il franco svizzero verso il suo primo rialzo settimanale in due mesi.

 

Sempre in Europa i future sull’EuroStoxx sono incerti, dopo che ieri le Borse europee, al termine di una giornata volatile, hanno invertito la rotta e chiuso positive, mentre Mosca ha lanciato un missile balistico intercontinentale per la prima volta da quando ha invaso l’Ucraina nel 2022, senza caricarlo di una testata nucleare ma mandando il segnale che, se necessario, è pronta a usare queste armi strategiche per colpire qualsiasi capitale europea a migliaia di km di distanza. Più in generale occorre dire che in questa fase, specie negli Usa, un po’ tutti i vari attori del mercato sembrano percorrere una strada propria e seguire un proprio spartito, senza trovare una musica comune.

Le mosse di Trump

I Treasury stanno alla finestra, col 10 anni attorno al 4,4% ad aspettare chi metterà al Tesoro Donald Trump. E su questo il presidente eletto prende tempo, poichè deve trovare qualcuno che vada bene a lui, ma anche al mercato, specie a quello obbligazionario, visto che le politiche fiscali espansive che sta preparando rischiano di far risalire i tassi, o quantomeno, come già sta succedendo, di farli scendere meno rapidamente del previsto. Intanto sul mercato valutario il biglietto verde continua ad apprezzarsi, con l’euro che è sceso sotto la soglia critica di 1,05 sul dollaro, azzoppato dalle tensioni crescenti tra Ucraina e Russia.

 

Poi ci stanno l’oro e i Bitcoin, che salgono entrambi, con i Bitcoin che viaggiano spediti verso la soglia dei 100.000 dollari e al momento si sono attestati al livello record di 98.000 dollari. Tuttavia, come nota Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, in realtà oro e bitcoin sono anche concorrenti, visto che, “Trump in campagna elettorale aveva detto che metteremo il Bitcoin tra le riserve valutarie e questo per gli operatori significa che a fargli posto sarà l’oro”. Ieri sera c’è stato Gary Gensler, il quale ha annunciato che intende dimettersi dall’incarico di presidente della Sec, la Consob Usa, il 20 gennaio, quando Trump presterà giuramento come presidente. Ufficialmente, il suo mandato quinquennale non sarebbe scaduto prima del 2026, ma Gensler ha preferito defilarsi in anticipo e così esce di scena, se non proprio un nemico sicuramente un capo della Sec poco amico dei Bitcoin, il che per le criptovalute sarà un motivo in più per festeggiare e provare a volare verso quota 100.000 dollari. 

 

Insomma, sui mercati non è facile in questo momento trovare un filo conduttore, mentre Trump ha messo un altro tassello nel mosaico del suo futuro governo e ha candidato Pam Bondi come procuratore generale poche ore dopo che Matt Gaetz, la sua scelta iniziale, si è ritirato dalla corsa per questo incarico. Gaetz ha appoggiato la scelta del nuovo procuratore generale, il quale dovrà essere confermato dalla maggioranza dei senatori degli Stati Uniti. Bondi, procuratore generale dello Stato della Florida per due mandati, è considerato una scelta meno controversa rispetto a Gaetz, che aveva un’esperienza legale limitata ed era stato precedentemente indagato dal Dipartimento di Giustizia e dal Congresso per presunti gravi reati, per I quali lui si era dichiarato innocente. Inoltre Bondi è un alleato di lunga data di Trump: ha fatto parte del suo team di difesa legale nel primo processo di impeachment e ha difeso gli sforzi del presidente eletto per mettere in discussione il risultato delle elezioni del 2020.

Oggi escono gli indici Pmi, l’effetto Trump potrebbe iniziare a pesare sulle aspettative

Oggi usciranno gli indici Pmi delle principali economie globali, sulle quali è ancora troppo presto probabilmente per valutare le ricadute dell’effetto Trump. Secondo l’agenda elettorale del presidente eletto i pilastri della sua futura politica economica saranno dazi doganali più alti, tasse più basse e meno immigrati. Su un’altra pagina c’è scritto meno impegno militare all’estero, quindi più spesa per l’esercito dei Paesi europei, avvio di una rapida pace tra Russia e Ucraina, più crescita per l’economia americana, più difficoltà per gli esportatori europei e ricadute pesanti per l’economia cinese, che sarà quella più penalizzata dai dazi.

 

Insomma, uno tsunami incombente ma che ancora dovrebbe restare ‘sospeso’, anche se qualche effetto sulle aspettative potrebbe iniziare a farsi sentire. Tuttavia in Europa ci sarà una particolare attenzione per i Pmi del settore servizi che in area euro rimangono solo marginalmente in territorio di espansione, poco sopra 50 punti. Per quanto riguarda i Pmi manifatturieri, che restano nettamente in contrazione, occorrerà osservare se l’allentamento monetaria comincerà a farsi sentire o meno, anche se sul sentiment i dazi di Trump qualcosa peseranno, specie in Germania, dove tra l’altro la crisi politica peserà sull’economia. Negli Usa I Pmi dovrebbero fornire indicazioni positive per il comparto manifatturiero e il settore servizi dovrebbe restare forte, perché i consumi continuano a tirare.

 

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