Francesco Colla
giovedì 8 settembre 2016 12:24
ROMA – Alfredo Altavilla, Chief Operating Officer Europe del Gruppo Fiat Chrysler per Europa, Africa e Medio Oriente, è intervenuto all’assemblea annuale dell’Unione Petrolifera, associazione italiana che unisce le principali aziende del settore. Tra i temi in agenda anche “Il futuro della mobilità”. Nel documento diffuso dall’Unione si legge che “i trend più accreditati indicano che nel 2040, anche nello scenario più green, benzina e gasolio copriranno tra il 70-75% della domanda nel settore dei trasporti di merci e persone (oggi siamo al 93%), sebbene con consumi che tenderanno a ridursi anche per l’efficienza dei motori”.
1500 ELETTRICHE NEL 2015 – Riguardo alle vetture elettriche l’analisi della UP sostiene quanto segue: “La diffusione delle auto elettriche crescerà sicuramente, ma in Italia impiegherà almeno 15 anni per passare da 100.000 auto (al 95% ibride) ad 1 milione, ossia il 3% del parco circolante. In Italia nel 2015 sono state immatricolate 1.500 auto full elettriche, mentre poco meno di 10 milioni di auto (il 25% del totale) in circolazione sono ancora euro 0, 1, 2”. Non sarebbe tanto un problema di infrastrutture, ma le infrastrutture sarebbero il problema stesso: “Un aumento incontrollato delle colonnine di ricarica rischia di costare molto e incidere poco, utilizzando risorse che potrebbero essere spese meglio”.
NON E’ ALTERNATIVA CREDIBILE – Altavilla, durante il suo intervento, ha in parte sostenuto le tesi precedentemente espresse, affermando: “Un’alternativa, per essere tale, deve essere credibile e oggi l’elettrico non lo è”, ricordando che “l’uso dei carburanti fossili durerà almeno per il prossimo decennio”. Altavilla ha infatti sottolineato i limiti tecnologici dell’auto elettrica, parlando dei problemi delle batterie che “occupano troppo spazio e durano poco”, ma è anche intervenuto sull’impatto ambientale: “Un’auto elettrica alimentata con l’elettricità prodotta da una centrale a carbone inquina di più di un diesel di ultima generazione”. La soluzione, ha quindi concluso, “c’è ed è il gas naturale. Il metano costa meno della benzina e del gasolio e i consumi sono inferiori”, inquina di meno ed “è anche un ponte per la valorizzazione del biometano”.