• 19 Ottobre 2024 21:43

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Baristi scarcerati. Hanno ucciso il rapinatore perché frustrati da altri furti

Ott 19, 2024

AGI – Il gip di Milano Tiziana Gueli ha disposto la scarcerazione e concesso i domiciliari a Zhou Shu e Chongbing Liu, accusati di omicidio per avere ucciso Eros Di Ronza che aveva commesso un furto nel loro bar.

Nel motivare la scarcerazione dei due cittadini cinesi accusati di avere ucciso Eros Di Ronza, la giudice di Milano conferma la qualifica di ‘omicidio volontario’ sottolineando che “non è ammissibile nel nostro ordinamento farsi giustizia da sé” ma riconosce che “il delitto è maturato in un contesto particolare, laddove i due arrestati, che cooperano nella gestione del bar di famiglia, avevano appena subito un furto che, a quanto dichiarato, è soltanto l’ultimo di una lunga serie”. Dunque, anche se “la cruda dinamica del fatto e l’intensità dell’aggressione esercitata conducono a ritenere che sussista il pericolo di reiterazione di ulteriori condotte di violenza personale”, viene disposta la misura dei domiciliari non considerando “necessaria” quella del carcere.

“Si deve rilevare che vi è stata la perdita totale dell’autocontrollo in una dimensione del farsi giustizia da sé non ammissibile nel nostro ordinamento – è il ragionamento della giudice -. È stato riportato che nel corrente anno il bar è stato oggetto di 3 o 4 azioni predatorie. Si inserisce, quindi, in questa ottica, la manifestazione di rabbia e frustrazione per vedere, ancora una volta, il frutto del proprio lavoro dileguarsi in un attimo, con conseguente ingente danno patrimoniale. È chiaro che i due indagati non hanno saputo gestire questa emozione negativa con la necessaria lucidità e razionalità, lasciando che prendesse il sopravvento. Il tutto si è consumato in pochissimi minuti. Lo stato di shock ni cui sono stati trovati dalla polizia testimonia però la presa di coscienza e la disperazione per la commissione di un gesto cosi’ che grave che forse loro stessi non ritenevano possibile”. Nel provvedimento di scarcerazione viene anche valorizzato il fatto che “si tratta di persone che sono in Italia regolarmente da anni, che lavorano e non hanno mai avuto problemi con la giustizia”. 

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