• 27 Settembre 2024 21:21

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TLC, Sparkle guarda al Sud-est asiatico

Set 27, 2024

AGI – “Operiamo in India e Singapore da 15 anni. La direttrice Europa-Asia, tra quelle a più alto volume di traffico al mondo, ha stime di crescita del 30-35% nel prossimo triennio. Singapore è al primo posto nella classifica dei centri a maggiore traffico Internet, e ci sono poderosi investimenti nella costruzione di data center. Il Sud-est asiatico ha tutte le carte in regola per essere una delle regioni focus del nostro piano triennale” ha dichiarato Enrico Maria Bagnasco, Ceo di Sparkle, service provider internazionale del Gruppo TIM e principale operatore nel settore dei cavi sottomarini, con una rete proprietaria in fibra ottica di oltre 600.000 km attraverso Europa, Africa, Medio Oriente, America e Asia.

 

Volato a Singapore per partecipare a Submarine Networks World, Bagnasco commenta con Agi le strategie aziendali. “Con i suoi undicimila chilometri, il BlueRaman, che collegherà Genova a Mumbai, è completato nella parte mediterranea al netto del tratto israeliano. In 14 mesi abbiamo realizzato sette approdi e a fine agosto è partita la posa del segmento indiano, da Muscat in Oman a Mumbai. Prevediamo di concludere entro metà del 2025. È una chiara dichiarazione d’interesse nell’area, e lo sviluppo di un corridoio Mumbai-Singapore, ideale collegamento del BlueRaman, è nei nostri piani. Siamo in una fase di valutazione del business plan e abbiamo regolari contatti con gli operatori locali, fino alla Malesia, dove si estende la nostra rete. Una nostra infrastruttura potrebbe trovare spazio nel crescente volume di scambio tra India e i paesi del Sud-est asiatico”.

 

Ma la tratta non è già ben servita?

L’affollamento non è un limite ma un elemento di attrazione, vogliamo essere dove c’è traffico. L’ecosistema e la sua resilienza sono concetti importanti. Il competitor di una tratta è un potenziale cliente di un’altra. Inoltre, le minacce geopolitiche hanno una ricaduta sulle nostre attività. Dalla pirateria nel Mar Rosso alle guerre, le crisi crescenti evidenziano l’importanza di percorsi alternativi per i grandi operatori. Il BlueRaman è l’unico cavo che ha una tratta terrestre, attraversando la Giordania e Israele, Paese cui garantiamo una grande quota del traffico internazionale.”

 

Guardate anche alla Cina?

“In questo momento non è nei nostri radar. Direi che tutti gli operatori e anche molti degli OTT cinesi sono già nostri clienti per il traffico voce, mobile e dati. Non operiamo direttamente in Cina e nei collegamenti attraverso l’Atlantico e il Pacifico non abbiamo nostre infrastrutture”.

 

Siete tra i soggetti industriali più presenti nel perimetro del Piano Mattei del governo Meloni

“Sì, le relazioni istituzionali sono ricche, condividiamo le linee di co-sviluppo del progetto. Nella direttrice Europa-Africa stimiamo una crescita enorme del traffico, del 35-40% nel prossimo triennio. Da decenni serviamo il servizio telefonico nazionale di quasi tutti i Paesi africani, prima con il telex, poi con i telegrammi e infine con la voce, mobile e dati. È un mercato che è casa per noi, soprattutto il Nord Africa, da Tunisia, Algeria, Egitto, con molti cavi bilaterali. Con il cavo Equiano abbiamo aperto in Nigeria e Sud Africa, arriviamo in Gibuti con BlueRaman”.

 

Nel 2025 partirà un Master post-laurea sui cavi in ​​fibra ottica sottomarini a cui avete dato vita con Università di Genova e Fondazione SubOptic, anche questo rafforza la massa critica italiana nel settore? L’Italia sta recuperando terreno rispetto alla Francia, che ospita il principale hub Europeo nel Mediterraneo?

“Credo che sia il primo master del suo genere.  Teniamo molto a questo progetto e alla collaborazione con Genova, città da cui parte il BlueRaman. Sarà necessariamente multidisciplinare, dall’ingegneria, al management, al diritto internazionale, competenze necessarie in un settore così articolato. Per fare un esempio, fra i nuovi progetti, abbiamo annunciato il GreenMed, il primo cavo che attraverso l’Adriatico dovrebbe portare il traffico asiatico, di Turchia e Balcani fino a Milano e poi nel cuore dell’Europa. Oggi 12 cavi collegano l’Europa al Far East, tutti passano dal Canale di Sicilia per arrivare a Marsiglia, che si è imposta negli ultimi 15 anni come polo primario nell’Europa meridionale. Milano quest’anno è passata dal sedicesimo al quattordicesimo posto. Anche i nostri progetti contribuiranno a rafforzare la sua posizione e a chiudere il gap con la Francia”.

 

 

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