• 8 Ottobre 2024 19:18

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Formula 1, perché oggi la Red Bull è diventata battibile: le ragioni tecniche

Ago 8, 2024

Diversi anni più tardi, davanti ai microfoni della F1, Max Verstappen avrebbe ricordato quel particolare momento: la giornata in cui si rese conto che la sua Red Bull RB20 non aveva più il primato sugli avversari. Nel farlo non possiamo sapere se i commenti saranno accompagnati da rammarico o gioia, in quanto tali sentimenti dipenderanno da come si concluderà l’attuale campagna agonistica 2024. L’olandese è saldamente in testa al mondiale piloti. Sono infatti 78 le lunghezze che lo dividono dal secondo classificato Lando Norris. Mentre i punti che mancano alla Mercedes per pareggiare i conti con la scuderia di Milton Keynes nel campionato dedicato ai costruttori sono 41.

Non sapremo mai se si tratta di pretattica o meno. Fatto sta che, a margine del Gran Premio del Belgio, ultimo appuntamento prima della pausa per le vacanze, Max ha espresso il suo pensiero senza filtri. Nel suo caso è un’abitudine, in quando il talento di Hasselt non è un individuo a cui piace fare troppi giri di parole. Molto meglio andare diritti al punto della questione. Verstappen sostiene che, nelle ultime cinque prove del mondiale, McLaren ha dimostrato di essere il miglior team di F1. Per noi non è così, in quanto sebbene tecnicamente la MCL38 era l’auto da battere, a livello di squadra il lavoro realizzato dalla scuderia di Woking va per forza di cose giudicato insufficiente.

Max si complimenta con la McLaren per poi focalizzarsi sulla Red Bull. Durante la sosta di tre settimane vige una necessità: analizzare con perizia la situazione per accrescere il conoscimento sulla RB20. La monoposto austriaca va messa sotto la lente di ingrandimento. Presenti a Spa-Francorchamps abbiamo raccolto alcune informazioni. Sappiamo che nei giorni successivi al quattordicesimo round, nella sede britannica del team, è andata in onda una mega riunione fiume per valutare, gara per gara, tutta la prima parte del mondiale 2024. Una necessità per analizzare ogni singolo comportamento dei bolidi colorati blue racing.

L’obiettivo era quello di fissare le questioni tecniche limitanti, per correggere alcune impostazioni nocive in merito al rendimento della monoposto. Farlo significherebbe tornare al top della categoria e avere nuovamente la possibilità di vincere ogni singola corsa sino a temine del campionato. Verstappen ha lanciato l’allarme, perché non ha più intenzione di soffrire in questo modo d’ora in avanti. Lo stop estivo arriva nel momento corretto e l’olandese, in casa sua, al prossimo Gran Premio d’Olanda, supportato dalla grande carica dei suoi tifosi, mette nel mirino un solo esito: vincere e scrollarsi da dosso parte dell’ansia che ultimamente lo ha attanagliato.

F1, Red Bull deve correggere la RB20 ma non ci riesce 

Giunti alla terza annata con il medesimo corpo normativo tutto si è complicato. Red Bull ha dominato con grande merito nel 2023. Oggi però non ci riesce più. La direzione presa sulle impostazioni non deve essere giudicata per forza di cosa errata. Tuttavia, diverse questioni vanno senza dubbio risolte. Prendendo in esame a livello tecnico le prestazioni della scuderia in testa alla campagna agonistica, un fatto evidente viene a galla: la RB20 mostra una finestra di funzionamento decisamente più ristretta. Questo è il grattacapo maggiore con cui piloti, tecnici e ingegneri stanno avendo a che fare. La scuderia non è più riuscita a centrare la messa a punto ideale della vettura.

Ai nastri di partenza del campionato, infatti, la RB20 pareva un’auto rapida e soprattutto molto predisposta agli aggiornamenti. Ciononostante, malgrado gli sforzi profusi, questi benefici supposti non sono mai arrivati. La conferma di questa affermazione si deduce valutando la scarsa efficienza degli update. Tematica sollevata dallo stesso Verstappen che ha trovato l’appoggio dell’esperto consunte austriaco Helmut Marko. L’addio di Adrian Newey pesa. Dire il contrario sarebbe incorretto. La genialità del progettista britannico nel correggere i problemi si fa sentire, perché il gruppo dei tecnici ora capeggiato da Pierre Waché, numeri alla mano non è riuscito a trovare la quadra per risollevare le sorti della scuderia.

Se nelle prime gare del mondiale “costruire” il set-up non è mai stato un problema, nelle ultime è parso l’esatto contrario. Tra i boschi delle Ardenne si è visto molto bene dove le monoposto austriache hanno sofferto. Il solito front-end debole generava sottosterzo. Mentre in altre gare abbiamo osservato un eccesso di rotazione con una certa tendenza all’instabilità sul retrotreno durante le fasi di inserimento. La Red Bull appare molto sensibile ai vari layout delle piste, dove mostra comportamenti assolutamente differenti tra loro. Questo fattore suggerisce l’incapacità del team nel trovare sempre e comunque il corretto punto di lavoro della vettura. Aspetto che invece riesce a meraviglia alla McLare

Fonte: Getty ImagesMax Verstappen (Red Bull) a bordo della sia RB20 – GP di Monaco 2024

Anche per questa ragione possiamo dire che, il gruppo di vetture che in precedenza sgomitava alle spalle della Red Bull, in questo momento riesce a performare addirittura meglio della monoposto austriaca. Di recente, osservando in maniera molto accurata gli on-board, abbiamo costatato un fatto poi confermato dallo stesso Max. Sia in radio che davanti ai microfoni dei media: spesso, molto di più di quanto si possa pensare, la scuderia campione del mondo in carica non trova la corretta interazione tra i due assi. Un aspetto che supporta in toto il discorso fatto poco fa e relativo alle forti differenze sull’handling a seconda della pista. Parliamo di un contesto fortemente limitante che di riflesso stressa non poco Verstappen.

All’interno di questo scenario l’olandese non è in grado di estrapolare il massimo rendimento dall’auto. Risultato? La monoposto austriaca è divenuta battibile. Dopo l’Ungheria, si pensava che Red Bull potesse arrivare in Belgio senza il favore del pronostico e purtroppo per loro i fatti hanno confermato i sospetti nutriti alla viglia. Se volgiamo prendere in prestito un termine matematico, possiamo sostenere che la RB20 è arrivata molto vicina al proprio asintoto. Malgrado i diversi aggiornamenti le cose non sono infatti migliorate. L’ultima considerazione interessante che ribadisce l’analisi odierna riguarda il dietrofront obbligato sul set-up, tra il venerdì e il sabato del Belgio.

Oltre a “smontare” il recente upgrade tornando alla configurazione del cofano motore con i cannoni, i tecnici hanno realizzato un ulteriore passo indietro scegliendo un’impostazione sull’ala posteriore più carica. Una decisione imposta, perché il livello di spinta verificale inferiore non consentiva alla RB20 di raggiungere la giusta performance nel secondo settore di Spa-Francorchamps. Tuttavia, sebbene in qualifica questa decisione abbia fatto la differenza con l’asfalto bagnato, la domenica, con il piano di riferimento asciutto, tutti i limiti di un assetto non ottimizzato è venuto a galla. Red Bull che giunta alle spalle della Ferrari di Leclerc non è riuscito nemmeno a tentare l’attacco sulla rossa. Una buona SF-24 buona in Belgio che però, specie nell’ultima parte della corsa, era tutto tranne che imbattibile. Chiedere a Piastri per la conferma…

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