• 20 Settembre 2024 11:37

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Due infermieri per quaranta pazienti. I turni massacranti in un ospedale lombardo

Lug 18, 2024

AGI – Succede che a volte ci siano due infermieri per quaranta pazienti. “Turni massacranti, ai limiti del disumano” che hanno indotto il sindacato Usb a inviare a giugno una diffida all’Asst di Lodi. La loro principale preoccupazione, il tarlo che li sfibra quando macinano terapie “anche 15 giorni di seguito senza pausa e più notti consecutive senza riposo”, è quella di danneggiare i 40 ospiti del piccolo ospedale di Sant’Angelo Lodigiano sbagliando per la stanchezza o semplicemente lasciando un degente per ore senza cambiarlo perché si deve dare la priorità a chi ha problemi più gravi che non siano quelli di preservare la dignità di malato. Due dei quattro infermieri che ci lavorano scattano all’AGI una fotografia di una situazione simile a quella di altri ospedali ma qui enfatizzata dalle dimensioni ridotte della struttura con un dettaglio che rende tutto più complicato. “Tra un’ala e l’altra dell’ospedale c’è un vasto atrio di 50 metri di uso comune e, se c’è un’urgenza in una delle due, si rischia di lasciare scoperta l’altra affidandola solo agli Oss che non hanno le competenze per alcune mansioni”.

 

“I pazienti sono sempre 40 ma da sette mesi a questa parte nei turni di giorno siamo in 3 o addirittura 2 infermieri e 3 oss mentre prima ce n’erano 4 e 4 ed era già comunque uno scenario critico. Di notte ce ne sono due e due, divisi tra l’ala A e l’ala B. I turni senza riposi anche per due settimane e per più notti sono previsti solo per situazioni di maxi emergenza dal contratto ma i minimi sindacali sono diventati la regola e per noi sta diventando fisicamente impossibile, siamo stremati – denunciano -. In teoria ci occupiamo di pazienti in degenza a bassa intensità ma solo sulla carta perché sono persone con patologie respiratorie, che hanno bisogna di ventilazione e ossigeno, e anziani con diverse malattie. Siamo sempre stati zitti e non abbiamo mai voluto mettere i bastoni tra le ruote all’Asst ma sentiamo che la possibilità di un errore aumenta sempre di più e vanno rispettate anche le famiglie che ci affidano i loro cari. La relazione umana coi pazienti è saltata ma questo non è, con tutto il rispetto, un lavoro in fabbrica e non è ammissibile”.

 

Dicono che non c’è tempo per mangiare e anzi tocca preparare da mangiare, pure se non spetterebbe.”La pausa pranzo non esiste, magari sgranocchiamo qualcosa di veloce tra una terapia e l’altra mentre ci bombardano di richieste. A volte prepariamo le colazioni perché gli Oss non ce la fanno dovendo anche lavare venti persone, così, sempre mentre somministriamo le terapie, ci dedichiamo a garantire il pasto del mattino. L’azienda afferma che non può fare nulla perché i concorsi vanno deserti ed è vero. Ma allora riduciamo i posti letto. Quello però, lo sappiamo, non si può fare perché se no saltano i guadagni. Il tutto per uno stipendio nostro di 1700 euro lordi, poco di più degli Oss per i quali abbiamo massimo rispetto ma che, a differenza nostra, non hanno preso una laurea e fatto sacrifici per anni di studio. E allora, chi può, è normale che vada in Svizzera o in Paesi dove siamo considerati dei professionisti”. “L’Asst di Lodi non ha mai risposto a lettera, sollecito e diffida – dichiara Paolo Verdelli, il sindacalista che ha raccolto le segnalazioni dei lavoratori -. Chiediamo un intervento urgente alla direzione sanitaria che porti all’integrazione del personale in turno o alla riduzione temporanea dei posti letto a tutela degli operatori sanitari e dei pazienti”.

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