• 26 Novembre 2024 3:48

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MG, dalle origini inglesi sino alla nuova proprietà cinese

Giu 19, 2024

Ci sono marchi che hanno contribuito a creare pagine indelebili della storia dell’automobile ed altri, forse più di nicchia, che sono entrati nel cuore degli automobilisti più appassionati grazie a vetture in grado di regalare un piacere di guida puro e senza filtri. La MG rientra senza ombra di dubbio in questa seconda categoria, specie per i modelli degli inizi che hanno incarnato il vero spirito british delle 4 ruote. Oggi il marchio ha intrapreso una nuova strada: scopriamo quale.

In origine erano vetture sportive

La storia della MG nasce nel 1922, ma all’epoca il marchio non indicava un costruttore. MG, infatti, era l’acronimo di Morris Garage ossia il concessionario del marchio Morris Motor Company a Oxford. La svolta avviene quando Cecil Kimber diventa general manager e punta alla trasformazione del brand. L’idea è semplice eppur geniale: assemblare delle auto spider sui telai Morris modificati. Nel 1924 arriva sul mercato il primo modello MG, la 4 Seater Special Sport.

Il successo della MG è stato immediato grazie ad una formula che da sempre ha fatto la fortuna delle auto britanniche: poco peso, potenza giusta e tanto divertimento al volante. La fama della MG non è passata inosservata agli occhi dei manager della Morris che nel 1935 hanno deciso di acquisire il brand, mentre vent’anni dopo – nel 1952 – il marchio MG è confluito nella British Motor Corporation dando vita a vetture splendide come la MG A del ’55 e la MG B del ’62.

L’ennesimo cambiamento societario è avvenuto nel 1968 quando la British Motor Corporation è stata inglobata dalla British Leyland. Questo periodo ha coinciso anche con quello meno vivace per la MG. Nel 1980, infatti, terminata la produzione della MG B, lo stabilimento di Abingdon è stato chiuso e successivamente, con il passaggio sotto il controllo di Austin Rover, il brand fu utilizzato per delle semplici rivisitazioni di vetture come la Maestro.

Dopo un breve passaggio sotto l’egida di BMW, nel 2000 il Gruppo Rover fu scorporato e i diritti di utilizzo del marchio MG passarono al nuovo Gruppo MG Rover. Proprio in questo periodo la Casa ha dato alla luce una delle spider due posti più apprezzate degli anni 2000 ed oggi al centro delle mire dei collezionisti: la MG F. Equipaggiata con due propulsori, rispettivamente da 1,6 e 1,8 litri, grazie al peso contenuto la vettura ha incarnato alla perfezione lo spirito britannico.

Il nuovo capitolo cinese

Le sorti della MG sono state sempre altalenanti e nel 2005 la Casa inglese si è trovata ad affrontare l’ennesimo cambio di proprietà e, complice la messa in amministrazione controllata del Gruppo MG Rover, il marchio MG – scorporato da tutti gli altri marchi inglese – fu venduto alla cinese Nanjing Automobile Corporation (NAC). Questa, oltre ad entrare in possesso dello stabilimento di Longbridge, acquistò anche i diritti di utilizzo e il know how del marchio.

La prima esperienza cinese di MG, però, non si è rivelata fruttifera. La nuova proprietà, infatti, ha deciso di mettere sul mercato asiatico alcuni vecchi modelli su progetto Rover, aggiornati e dotati del marchio MG. Il glorioso brand inglese sembrava destinato ad un triste declino fino a quando, nel 2007, le sorti della Casa sono cambiate grazie all’acquisizione di NAC da parte della più grande Casa automobilistica cinese: la SAIC Motor.

Qui è iniziata una nuova storia per MG, complice anche una disponibilità economica finalmente in grado di garantire quella stabilità al marchio soltanto sognata in passato. I risultati di questa nuova gestione si stanno vedendo adesso, con i SUV della MG ormai presenti stabilmente sulle nostre strade. Modelli come il MG ZS, ad esempio, sono molto apprezzati per l’ottimo rapporto qualità-prezzo, così come la MG4 dal design avveniristico.

Il futuro della Casa sembra luminoso e la prova è data dalla splendida MG Cyberster che ha subito conquistato il cuore dei fan del marchio. La vettura, infatti, è una classica Spider 2 posti che riprende la gloriosa tradizione della Casa. In questo caso, però, l’auto è proiettata nel futuro perché cotto il cofano della Cyberster sibila un propulsore elettrico in grado di esprimere fino a 530 CV di potenza e 580 Km di autonomia capace di regalare grandi emozioni.

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