• 23 Novembre 2024 23:05

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Uno studio rivela: chi compra un’auto elettrica vuole tornare al termico

Giu 15, 2024

Se potesse farlo, circa un terzo dei guidatori che ha comprato un’auto elettrica tornerebbe al termico. In un nuovo report curato da McKinsey, riportato da Automotive News, vengono a galla le difficoltà che dilaniano tuttora le BEV. Benché la classe politica mondiale stia cercando di promuovere la transizione ecologica, permangono dei limiti, connaturati nelle stesse caratteristiche tecniche delle BEV. I numeri raccolti confermano che il mercato non è ancora così pronto ad abbracciare il cambiamento. Mentre le ibride costituiscono una realtà di primissimo piano, leader in tanti territori, compreso quello italiano, le vetture a zero emissioni mostrano delle falle.

Il pentimento degli automobilisti

Scendendo nel dettaglio, il 29% degli acquirenti di un’auto elettrica ha affermato che, se ne avesse modo, riprenderebbe un modello termico. Le interviste sono state condotte a livello globale a 30.000 consumatori (possessori di BEV e no), in 15 degli Stati più significativi, rappresentanti l’80% delle vendite complessive. Colpisce soprattutto il clima di ostilità respirato negli Stati Uniti, dove il 46% dei proprietari di full electric desidererebbe tornare alle tecnologie tradizionali. Non a caso, oltreoceano avevano già destato scalpore le dichiarazioni al vetriolo lanciate da Donald Trump. L’ex presidente, ancora una volta candidato contro Joe Biden, aveva parlato di volerne impedire la vendita negli USA, qualora rifacesse capolino alla Casa Bianca.

Il vantaggio delle aziende cinesi

Il pallino del gioco continuano ad averlo le aziende cinesi, capaci di battere sul tempo quelle occidentali, avendo intercettato in anticipo il potenziale dei veicoli green. Verso la fine dei primi anni Duemila, quando ancora non esisteva un vero e proprio mercato di BEV, Pechino ha deciso di investirvi degli ingenti capitali. E la scommessa può considerarsi vinta, al punto che negli Stati Uniti sia Biden sia Trump hanno parlato di misure volte a contrastare l’avanzata orientale. A ciò  ha già pensato l’Unione Europea, con l’aumento dei dazi degli scorsi giorni, subito in grado di far indispettire la Repubblica del Dragone. Che minacciava di assumere dei provvedimenti e forse li attuerà, quanto basta a far tremare la Germania e non solo. Il timore è di assistere a delle pesanti ritorsioni, deleteri sull’economia nazionale, dati i fitti rapporti tra Berlino e Pechino.

Per quanto riguarda l’Italia, gli ecobonus 2024 sulle full electric sono andati a ruba, a differenza del recente passato. Venuti meno provvisoriamente i limiti di l prezzo, troppo elevato rispetto alle effettive disponibilità di spesa delle famiglie, qualcosa ha cominciato a muoversi. In termini assoluti, però, le BEV costituiscono al momento una minima parte del parco circolante, in cui l’ibrido comanda, seguito a ruota dal benzina. Lo stesso Governo difende i propulsori a benzina e gasolio, inclusa Giorgia Meloni, secondo la quale dir loro addio sarebbe una “follia ideologica”.Ai critici sarà facile ritrovarsi nelle lacune del sistema emersi dal report di McKinsey. Nello specifico, appena il 9% ritiene sufficienti le infrastrutture di ricarica pubbliche presenti, mentre il 21% repelle l’idea di convertirsi alle macchine a batteria. Il terzo posto adduce come motivazione la questione dell’autonomia: rispetto al 2022, le aspettative minime sono cresciute in media dai 435,5 a quasi 469.

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