• 25 Novembre 2024 3:03

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La Federazione Italiana Dama festeggia 100 anni di vita

Feb 27, 2024

AGI – Il 27 febbraio del 1924 è la data ufficiale della nascita della Federazione Dama. L’artefice fu Luigi Franzioni che, desideroso di creare qualcosa che unisse i vari giocatori sparsi in tutto il Paese, decise di inviare per posta un ‘questionario’ e una bozza di Statuto nella prima decade del mese. I gruppi damistici, allora, non erano ancora ben distribuiti e organizzati, alcuni di loro non erano ancora costituiti in veri e propri ‘circoli’. Attese le risposte fino a sabato 23 febbraio. Non fu sorpreso di leggere le risposte di molti di queste associazioni, per la maggior parte positive sull’iniziativa. Franzioni si prese un paio di giorni per esaminarle, poi il 27 febbraio spedì la lettera con il grande annuncio: “la Federazione Damistica Italiana è una realtà!”  Naturalmente fu considerato presidente in pectore, ma per l’elezione ufficiale dovette attendere il primo congresso “in presenza” della Federazione, il 5 ottobre 1924. La sua conferma avvenne per acclamazione.

Chi era Luigi Franzioni

Milanese purosangue, nacque nel capoluogo lombardo il 12 dicembre 1883. Imparò il gioco della dama dal padre Giuseppe. Si dedicò per qualche tempo agli studi tecnici ma dovette presto interromperli per esigenze famigliari. La necessità fu quella di trovare velocemente un lavoro. Entrò come impiegato nella società ‘Smeriglio’ (specializzata in prodotti abrasivi), dove alcuni anni dopo, e una bella scalata, ne divenne dirigente. Oltre alla dama, sua vera passione, amava anche suonare il pianoforte e immergersi nella poesia dialettale milanese. Nell’ottobre del 1923, un anno prima della fondazione della Federazione nazionale, organizzò una grande esibizione in ‘simultanea’: si prenotarono più di cento damisti, poi però si sedettero ai tavoli in 67. L’esibizione, che si svolse allo Skating Club di via Conservatorio e ne scrissero anche il ‘Corriere della Sera’ e ‘Il Secolo’, di cui allora era direttore il noto giornalista Mario Missiroli. Entrambi i quotidiani nel dare il risultato finale (50 vinte, dieci pari e 7 perse, in poco più due ore e mezza)  titolarono “il match delle 100 partite”.                                   

 

Franzioni e Missiroli si erano conosciuti tempo prima ed erano diventati amici, tanto che Missiroli nel settembre 1923 aveva scritto un articolo che fu pubblicato con il titolo  ‘Un vecchio gioco italiano’. Questo l’inizio: “Un gioco che in Italia tutti praticano è un gioco per eccellenza italiano: la Dama. Chi non gioca a Dama in Italia? Si gioca dappertutto: nei collegi, nei circoli, nelle carceri (noterò, fra parentesi, che fra i carcerati si trovano valenti giocatori) e nelle caserme, nei giardini pubblici, sulle panchine di pietra e negli ospedali. La facilità e la rapidità con la quale chiunque apprende le regole, la semplicità di alcune combinazioni, la stessa brevità delle partite, che permettono di rinnovare i giochi parecchie volte in un limitato spazio di tempo, sono tante ragioni che valgono spiegarne la diffusione e la popolarità.” 

 

 

 

Con la guerra anche l’attività della Federazione si ridusse, per riprendere faticosamente nel 1945; Franzioni diede il suo contributo alla ricostruzione, poi preferì lasciare il posto ai più giovani, dedicandosi alla poesia dialettale milanese dove ottenne numerosi riconoscimenti. Morì a Milano l’11 novembre 1966. La Federazione Italiana Dama (FID) dal 1993 è riconosciuta come disciplina sportiva del CONI. Celebrerà il centenario con il campionato Mondiale di Dama in programma a Roma dal 21 aprile mentre 5 giorni dopo sono attesi da Papa Francesco in udienza in Vaticano. 

Come funziona il gioco

Il gioco della dama a livello agonistico prevede diverse ‘specialità’. Le principali sono la dama ‘italiana’, la dama ‘inglese’ e la dama ‘internazionale’. In realtà quasi ogni nazione ha regole proprie per giocare, ma solo per le tre suddette la Federdama Internazionale riconosce il titolo iridato.

Potremmo fare un paragone con il nuoto: la piscina può essere vasca corta o vasca lunga, l’acqua è identica per entrambe, ma ci sono diversi stili: libero, dorso, rana. Nella dama la damiera può avere 64 caselle (8×8) oppure 100 caselle (10×10). Sulle 64 caselle si gioca a dama ‘italiana’ e a dama ‘inglese’; la dama ‘italiana’ è quella che tutti conoscono e che in Italia è il gioco da tavolo (sport della mente) più diffuso. La damiera deve esser posizionata con la casella in basso a destra dei giocatori di colore nero e le 12 pedine vanno posizionate sulle caselle nere. Tra le varie “regole di presa” che costituiscono l’essenza del gioco la Pedina non può mangiare la dama (impropriamente definita ‘damone’). A  livello agonistico le prime due mosse del Bianco e la prima del Nero vengono sorteggiate e quindi in pratica è il Nero che inizia a giocare.

 

 

 

Nella dama ‘inglese’ la casella in basso a destra dei giocatori deve essere di colore bianco; le 12 pedine vanno comunque posizionate sulle caselle nere il che rispetto alla dama ‘italiana’ modifica le strategie di gioco. Le “regole di presa” sono meno restrittive rispetto alla dama’ italiana’, ma soprattutto la Pedina può mangiare il ‘damone’. A  livello agonistico sono previste due ulteriori specialità: gioco ad apertura sorteggiata, con le prime due mosse del Bianco e la prima del Nero sorteggiate e quindi in pratica è il Nero che inizia a giocare. Gioco ad apertura libera, in cui è il Bianco che muove per primo senza alcuna restrizione. La dama ‘internazionale’ viene giocata sulla damiera di 100 caselle; la casella in basso a destra dei giocatori deve essere di colore bianco; le pedine sono 20 e vanno posizionate sulle caselle nere. Apertura libera. La peculiarità è che la Pedina può mangiare ‘all’indietro’ e può mangiare il ‘damone’. In questa specialità il torinese Walter Raimondi ha conquistato lo scorso anno il titolo di campione Europeo Senior (over 50).

I successi italiani

Negli ultimi anni i damisti italiani hanno soprattutto primeggiato nella dama ‘inglese’, sia ad apertura libera sia ad apertura sorteggiata, tanto che attualmente sono italiani i campioni del mondo delle due specialità. Entrambi dovranno mettere in palio il titolo proprio quest’anno.

Ad apertura sorteggiata il detentore del titolo iridato è Sergio Scarpetta, di Cerignola di Foggia, che giocherà contro lo sfidante ed ex campione mondiale Alexander Moyseyev negli Stati Uniti (la sede non è ancora stata decisa) quasi certamente dal 18 al 27 aprile. Scarpetta ha conquistato il titolo nel 2020 e lo ha poi difeso vittoriosamente nel 2022. Ad apertura libera il detentore del titolo iridato è il livornese Matteo Bernini, che ha conquistato il titolo nel 2022. Ora è chiamato a difendere la corona iridata il prossimo mese di giugno, dal 23 al 28, a Tulsa in Oklahoma (USA) – patria del damismo mondiale – contro lo sfidante sudafricano Melikaya Nonyukela, astro nascente  del gioco, originario di Zwide, Port Elizabeth, che vive e lavora negli Stati Uniti.

 

 

 

AGI – Il 27 febbraio del 1924 è la data ufficiale della nascita della Federazione Dama. L’artefice fu Luigi Franzioni che, desideroso di creare qualcosa che unisse i vari giocatori sparsi in tutto il Paese, decise di inviare per posta un ‘questionario’ e una bozza di Statuto nella prima decade del mese. I gruppi damistici, allora, non erano ancora ben distribuiti e organizzati, alcuni di loro non erano ancora costituiti in veri e propri ‘circoli’. Attese le risposte fino a sabato 23 febbraio. Non fu sorpreso di leggere le risposte di molti di queste associazioni, per la maggior parte positive sull’iniziativa. Franzioni si prese un paio di giorni per esaminarle, poi il 27 febbraio spedì la lettera con il grande annuncio: “la Federazione Damistica Italiana è una realtà!”  Naturalmente fu considerato presidente in pectore, ma per l’elezione ufficiale dovette attendere il primo congresso “in presenza” della Federazione, il 5 ottobre 1924. La sua conferma avvenne per acclamazione.
Chi era Luigi Franzioni
Milanese purosangue, nacque nel capoluogo lombardo il 12 dicembre 1883. Imparò il gioco della dama dal padre Giuseppe. Si dedicò per qualche tempo agli studi tecnici ma dovette presto interromperli per esigenze famigliari. La necessità fu quella di trovare velocemente un lavoro. Entrò come impiegato nella società ‘Smeriglio’ (specializzata in prodotti abrasivi), dove alcuni anni dopo, e una bella scalata, ne divenne dirigente. Oltre alla dama, sua vera passione, amava anche suonare il pianoforte e immergersi nella poesia dialettale milanese. Nell’ottobre del 1923, un anno prima della fondazione della Federazione nazionale, organizzò una grande esibizione in ‘simultanea’: si prenotarono più di cento damisti, poi però si sedettero ai tavoli in 67. L’esibizione, che si svolse allo Skating Club di via Conservatorio e ne scrissero anche il ‘Corriere della Sera’ e ‘Il Secolo’, di cui allora era direttore il noto giornalista Mario Missiroli. Entrambi i quotidiani nel dare il risultato finale (50 vinte, dieci pari e 7 perse, in poco più due ore e mezza)  titolarono “il match delle 100 partite”.                                   
 
Franzioni e Missiroli si erano conosciuti tempo prima ed erano diventati amici, tanto che Missiroli nel settembre 1923 aveva scritto un articolo che fu pubblicato con il titolo  ‘Un vecchio gioco italiano’. Questo l’inizio: “Un gioco che in Italia tutti praticano è un gioco per eccellenza italiano: la Dama. Chi non gioca a Dama in Italia? Si gioca dappertutto: nei collegi, nei circoli, nelle carceri (noterò, fra parentesi, che fra i carcerati si trovano valenti giocatori) e nelle caserme, nei giardini pubblici, sulle panchine di pietra e negli ospedali. La facilità e la rapidità con la quale chiunque apprende le regole, la semplicità di alcune combinazioni, la stessa brevità delle partite, che permettono di rinnovare i giochi parecchie volte in un limitato spazio di tempo, sono tante ragioni che valgono spiegarne la diffusione e la popolarità.” 
 

 
 
Con la guerra anche l’attività della Federazione si ridusse, per riprendere faticosamente nel 1945; Franzioni diede il suo contributo alla ricostruzione, poi preferì lasciare il posto ai più giovani, dedicandosi alla poesia dialettale milanese dove ottenne numerosi riconoscimenti. Morì a Milano l’11 novembre 1966. La Federazione Italiana Dama (FID) dal 1993 è riconosciuta come disciplina sportiva del CONI. Celebrerà il centenario con il campionato Mondiale di Dama in programma a Roma dal 21 aprile mentre 5 giorni dopo sono attesi da Papa Francesco in udienza in Vaticano. 
Come funziona il gioco
Il gioco della dama a livello agonistico prevede diverse ‘specialità’. Le principali sono la dama ‘italiana’, la dama ‘inglese’ e la dama ‘internazionale’. In realtà quasi ogni nazione ha regole proprie per giocare, ma solo per le tre suddette la Federdama Internazionale riconosce il titolo iridato.
Potremmo fare un paragone con il nuoto: la piscina può essere vasca corta o vasca lunga, l’acqua è identica per entrambe, ma ci sono diversi stili: libero, dorso, rana. Nella dama la damiera può avere 64 caselle (8×8) oppure 100 caselle (10×10). Sulle 64 caselle si gioca a dama ‘italiana’ e a dama ‘inglese’; la dama ‘italiana’ è quella che tutti conoscono e che in Italia è il gioco da tavolo (sport della mente) più diffuso. La damiera deve esser posizionata con la casella in basso a destra dei giocatori di colore nero e le 12 pedine vanno posizionate sulle caselle nere. Tra le varie “regole di presa” che costituiscono l’essenza del gioco la Pedina non può mangiare la dama (impropriamente definita ‘damone’). A  livello agonistico le prime due mosse del Bianco e la prima del Nero vengono sorteggiate e quindi in pratica è il Nero che inizia a giocare.
 
 

 
Nella dama ‘inglese’ la casella in basso a destra dei giocatori deve essere di colore bianco; le 12 pedine vanno comunque posizionate sulle caselle nere il che rispetto alla dama ‘italiana’ modifica le strategie di gioco. Le “regole di presa” sono meno restrittive rispetto alla dama’ italiana’, ma soprattutto la Pedina può mangiare il ‘damone’. A  livello agonistico sono previste due ulteriori specialità: gioco ad apertura sorteggiata, con le prime due mosse del Bianco e la prima del Nero sorteggiate e quindi in pratica è il Nero che inizia a giocare. Gioco ad apertura libera, in cui è il Bianco che muove per primo senza alcuna restrizione. La dama ‘internazionale’ viene giocata sulla damiera di 100 caselle; la casella in basso a destra dei giocatori deve essere di colore bianco; le pedine sono 20 e vanno posizionate sulle caselle nere. Apertura libera. La peculiarità è che la Pedina può mangiare ‘all’indietro’ e può mangiare il ‘damone’. In questa specialità il torinese Walter Raimondi ha conquistato lo scorso anno il titolo di campione Europeo Senior (over 50).
I successi italiani
Negli ultimi anni i damisti italiani hanno soprattutto primeggiato nella dama ‘inglese’, sia ad apertura libera sia ad apertura sorteggiata, tanto che attualmente sono italiani i campioni del mondo delle due specialità. Entrambi dovranno mettere in palio il titolo proprio quest’anno.
Ad apertura sorteggiata il detentore del titolo iridato è Sergio Scarpetta, di Cerignola di Foggia, che giocherà contro lo sfidante ed ex campione mondiale Alexander Moyseyev negli Stati Uniti (la sede non è ancora stata decisa) quasi certamente dal 18 al 27 aprile. Scarpetta ha conquistato il titolo nel 2020 e lo ha poi difeso vittoriosamente nel 2022. Ad apertura libera il detentore del titolo iridato è il livornese Matteo Bernini, che ha conquistato il titolo nel 2022. Ora è chiamato a difendere la corona iridata il prossimo mese di giugno, dal 23 al 28, a Tulsa in Oklahoma (USA) – patria del damismo mondiale – contro lo sfidante sudafricano Melikaya Nonyukela, astro nascente  del gioco, originario di Zwide, Port Elizabeth, che vive e lavora negli Stati Uniti.
 
 
 

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