• 24 Novembre 2024 9:49

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Crollo Tesla, Musk “perde” altri 56 miliardi

Feb 1, 2024

Il contributo apportato da Tesla nella diffusione delle auto elettriche è evidente. Così evidente che il produttore fa il bello e il cattivo tempo negli Stati Uniti, mettendo in ombra realtà storiche come Ford e Chevrolet, che vanno avanti arrancando. Eppure, nemmeno l’azienda texana è immune alle incertezze di un mercato in continua evoluzione.

Negli ultimi mesi, ha perso terreno, sincerato dal crollo a Wall Street, e gli analisti finanziari esprimono allarmismo circa il suo futuro. E, siccome le cattive notizie quasi mai vengono da sole, una sentenza della corte del Delaware annulla ora il piano di remunerazione straordinaria di Musk a 300 milioni di azioni a lui attribuito nel 2018, dall’astronomico controvalore di 56 miliardi di dollari.

Un futuro tutto da scrivere

Le numerose competitor da sfidare (e superare) hanno indotto Tesla ad assumere decisioni controcorrente, tali da attirare le opinioni negative degli investitori. Ad esempio, ha rivisto notevolmente verso il basso il listino prezzi all’inizio dello scorso anno, in maniera tale da assumere ulteriore slancio nelle vendite, a discapito del profitto. Una mossa curiosa, ma soprattutto anticlimatica, in quanto gli azionisti nutrono (come giusto che sia) delle aspettative ben precise. Se investono, lo fanno perché preventivano un lauto ritorno.

In ottica futura, la storia di Tesla rimane tutta da scrivere. Nel corso di certi interventi pubblici, Musk ha aperto all’eventualità di abbassare i prezzi fino a eguagliare il costo di produzione. Che poi abbia realmente intenzione di tener fede al proposito resta da stabilire. In fondo, mica sarebbe la prima volta in cui ridimensiona dei progetti.

Ce lo ricordano i recenti fasti del Cybertruck, l’avveniristico pick-up svelato nel 2019. In teoria avrebbe stravolta il settore, in realtà, dopo un’attesa infinita, per la versione finale è stata accantonata la maggior parte delle idee rivoluzionarie. Ed è disponibile solo negli Stati Uniti. Oltre che in Europa, è, infatti, vietato guidare il Cybertruck anche in Cina, uno dei mercati chiave per l’azienda.

La falla del sistema

Ma dove sta il punto debole della Casa? Nella ricerca ossessivo-compulsiva dello stupore. Gli investitori nutrono delle aspettative altissime riguardo alla compagnia. Complici le dichiarazioni di Musk, ritengono scontata l’innovazione repentina, capace di cambiare radicalmente i connotati all’industria. I recenti sviluppi, però, li smentiscono, giacché il marchio sta diventando sempre più simile a uno tradizionale.

Con problemi e sfide simili a quelli affrontati da qualsiasi altro Costruttore. E i detrattori imputano di aver compiuto progressi limitati nell’intelligenza artificiale. Esatto, proprio il ramo in cui, specialmente alla luce del background del suo padre fondatore (che ha basato buona parte delle sue fortune sull’alta tecnologia), Tesla avrebbe dovuto subito imporsi.

Intanto, reduce dal collasso del 12% in Borsa la scorsa settimana, equivalente a 80 miliardi di dollari, per il Costruttore d’oltreoceano giunge l’ennesima flessione del 6%. In piena crisi di identità, ha ormai smesso di essere una “bambina”. Le tocca capire che cosa vuole fare da grande. I “colpi di testa”, in passato ammessi, non sono più accetti. E misurarsi sullo stesso piano di colossi che esistono da decenni ne testano a fondo la tempra.

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