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L’impatto economico degli attacchi Houthi nel Mar Rosso

Dic 19, 2023

AGI – Gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen alle navi che attraversano il Mar Rosso sono diventati sempre più intensi. Questo rappresenta una minaccia per il commercio internazionale: attraverso questa importante ‘arteria’ passa circa il 10% del commercio globale. Le offensive hanno sollevato preoccupazioni per l’impatto sul flusso di petrolio, sul grano e più in generale sui beni di consumo. Molte navi sono state costrette ad allungare la rotta e i costi assicurativi sono lievitati, secondo una lunga analisi pubblicata da voanews.

Sono state prese di mira navi legate a Israele, ma la minaccia per il commercio è cresciuta con l’attacco di navi portacontainer e petroliere battenti bandiera di Paesi come la Norvegia e la Liberia o con il lancio di missili mentre attraversavano la via d’acqua tra l’Africa e la penisola arabica.

La scorsa settimana, Maersk, la più grande compagnia di navigazione del mondo, ha sospeso il passaggio delle sue navi in quel punto “fino a nuovo avviso”. Anche la tedesca Hapag-Lloyd ha preso la stessa decisione seguita dall’armatore italo-svizzero Msc (Mediterranean Shipping Company) e dall’armatore francese Cma Cgm. Poco fa anche Bp ha annunciato di sospendere i transiti delle sue petroliere.

Il Mar Rosso, con il Canale di Suez all’estremità settentrionale e lo stretto di Bab el-Mandeb all’estremità meridionale che conduce al Golfo di Aden, è uno snodo cruciale e molto trafficato per portare merci tra l’Asia e l’Europa.

Un’enorme quantità di forniture energetiche europee, tra cui petrolio e gasolio, passa attraverso questa via, ha dichiarato a voanews.com John Stawpert, senior manager per l’ambiente e il commercio della International Chamber of Shipping, che rappresenta l’80% della flotta commerciale mondiale.Lo stesso vale per i prodotti alimentari, come l’olio di palma e il grano, e per tutto ciò che viene trasportato dalle navi container, ovvero la maggior parte dei prodotti manifatturieri del mondo. 

Alcune navi collegate a Israele hanno iniziato a prendere la rotta più lunga intorno all’Africa e al Capo di Buona Speranza, ha dichiarato Noam Raydan, senior fellow del Washington Institute for Near East Policy. Questo significa allungare il viaggio da circa 19 giorni a 31 giorni, a seconda della velocità della nave, aumentando i costi e creando ritardi, ha aggiunto.

Inoltre il maggiore impatto immediato dell’escalation Houthi è stato l’aumento dei costi assicurativi. I recenti attacchi dimostrano che l’aumento della minaccia alle navi nel Mar Rosso rappresenta un “ostacolo significativo” per la navigazione commerciale nella regione, ha dichiarato Munro Anderson, responsabile delle operazioni di Vessel Protect, che valuta i rischi di guerra in mare e fornisce assicurazioni con il sostegno dei Lloyd’s, i cui membri costituiscono il più grande mercato assicurativo del mondo.

C’è “un ulteriore grado di instabilità per gli operatori commerciali nel Mar Rosso, che probabilmente continuerà a vedere un aumento delle tariffe nel breve e medio termine”, ha affermato. I costi assicurativi sono raddoppiati per gli spedizionieri che si muovono attraverso il Mar Rosso, il che può far lievitare di centinaia di migliaia di dollari un viaggio per le navi più costose, ha dichiarato David Osler, insurance editor di Lloyd’s List Intelligence, che fornisce analisi per l’industria marittima globale.

Per gli armatori israeliani sono aumentati ancora di più, del 250%, e alcuni assicuratori non li coprono affatto.
Sebbene gli spedizionieri stiano applicando una cosiddetta tassa sul rischio di guerra, da 50 a 100 dollari per container, ai clienti che trasportano qualsiasi cosa, dal grano al petrolio, fino alle cose che si comprano su Amazon, si tratta di una tassa abbastanza bassa che non dovrebbe far aumentare i prezzi per i consumatori, ha aggiunto.

Osler si aspetta che i costi assicurativi continuino a salire, ma ha detto che la situazione dovrebbe peggiorare notevolmente – come la perdita di diverse navi – per far aumentare i prezzi in modo considerevole e indurre alcuni armatori a ripensare al passaggio nella regione.

“Al momento si tratta solo di un inconveniente che il sistema è in grado di gestire”, ha detto. “A nessuno piace pagare centinaia di migliaia di dollari in più, ma ci si può convivere se è necessario”.

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