AGI – L’omicidio di Serena Mollicone non è avvenuto nel luogo dove è stato ritrovato il cadavere in un bosco del comune di Fontana Liri. Ne sono convinti i luogotenenti dei carabinieri, all’epoca dei fatti in servizio al Ris di Roma, Vittorio Della Guardia, Ferdinando Scatamacchia e Rosario Casamassima, che hanno parlato nel corso dell’udienza del processo d’Appello per l’omicidio della 18enne di Arce morta a giugno del 2001.
“Da tecnico e non da investigatore – ha detto in particolare Casamassima -, e sulla base degli elementi isolati sul nastro adesivo, escludo che la ragazza sia stata uccisa sul posto dove è stato trovato il cadavere“.
“Serena Mollicone ha urtato la porta e a supporto di questa teoria c’è il fatto che sia sul nastro sia sul capo della vittima c’erano sia elementi da vernice da caldaia sia una traccia della stessa porta” della caserma. “La nostra valutazione” sulla dinamica dell’omicidio “è supportata dalle leggi della fisica”.
Non è stato trovato un altro luogo compatibile con questa ricostruzione. “Dovremmo andare da un’altra parte e trovare la stessa porta e la stessa caldaia”, hanno aggiunto, ma “siamo partiti da un’indagine dove c’erano già alcuni elementi” e siamo andati avanti su questo.
“Le analisi eseguite supportano l’ipotesi che Serena Mollicone sia entrata in caserma“.
“Gli elementi, legno, resina e colla, che trovo sul nastro che avvolgeva il capo di Serena Mollicone sono riconducibili a una porta dell’alloggio della caserma “, hanno spiegato. E il frammento di vernice ha le stesse formazioni che sono presenti sullo sportello della caldaia acquisita nell’appartamento a trattativa privata all’interno della caserma”, hanno aggiunto spiegando nel dettaglio le analisi svolte.
“Nella consulenza abbiamo provato a rafforzare un concetto, a prescindere dalla probabilità, abbiamo elementi che dicono una cosa e un’altra ancora. Il concetto è che se abbiamo trovato due elementi che stanno insieme hanno un valore maggiore“, hanno concluso. “Un campione preso dallo sportello della caldaia che abbiamo prelevato sul balcone di un alloggio della caserma aveva la stessa composizione del frammento sul nastro adesivo che avvolgeva il capo di Serena Mollicone e presentava anche le stesse tracce rosse di ruggine”.
Per Serena Mollicone il lavoro dei Ris è stato minuzioso ed è durato “oltre un anno” con diverse ispezione nei luoghi del ritrovamento e l’utilizzo di filmati acquisiti e rivisti dai carabinieri.
“Abbiamo dovuto isolare i reperti, rinominarli e fotografarli – hanno spiegato -. Poi è stato stabilito un iter analitico studiando i materiali”. “Sulle 139 tracce totali rinvenute, 111 erano di pelle e bigattini, 23 di legno, 3 di legno e colla e 2 di resina”.