Il diesel non è morto, certo non gode di ottima salute, ma è stabilmente sulle strade italiane e d’Europa. Ce lo dice anche l’UNRAE con il suo ultimo report: la quota di mercato di questi veicoli nel Belpaese è del 15,5%. I fasti di alcuni anni fa sono solamente un ricordo, quando addirittura era divenuta l’alimentazione principe a livello (quasi) globale, tuttavia esiste una buona frangia di clienti che ancora la preferisce alle alternative.
In particolar modo, parliamo di coloro che sono obbligati, per esigenze personali e lavorative, a percorrere diverse decine di migliaia di chilometri all’anno. Per questi stradisti, la prima scelta resta un buon motore a gasolio. Per aiutare tali utenti a ridurre l’impatto delle emissioni di CO2 nell’aria, ci sono sempre più biocarburanti, nati dagli scarti vegetali. Uno di questi è il Diesel HVO (Hydrotreated vegetable oil), che sta dando nuova linfa alla nafta.
Diesel HVO, composizione e vantaggi
Sull’onda del voto passato al Parlamento Europeo, che ha visto slittare di due anni l’introduzione della normativa Euro 7 sui motori endotermici, è presumibile che adesso chi possiede una vettura a gasolio Euro 5 ed Euro 6, possa circolare con un pizzico di serenità in più. A loro supporto, come dicevamo, arrivano anche i carburanti bio che hanno una composizione particolare e delle qualità sorprendenti: sono di derivazione vegetale, per la precisione da scarti vegetali, come olio di frittura esausto ma anche grasso animale e oli generati da colture non per forza della filiera alimentare.
L’olio vegetale idrotrattato, HVO, è un gasolio che giunge direttamente da fonti rinnovabili e sono già tanti i produttori di combustibili che garantiscono questa chance alternativa agli automobilisti, direttamente alla pompa di benzina. Concretamente, i vantaggi garantiti dal diesel HVO sono notevoli ed è sufficiente osservare i numeri: riduzione delle emissioni di CO2 tra il 60 e il 90%, come dichiarato dall’Eni.
In questo modo, da una parte si offre nuova speranza al gasolio, da un’altra si dà una mano all’ambiente. E tutti ringraziano. A partire dall’inizio del mese di ottobre, nelle stazioni aderenti, il prezzo alla pompa dell’HVO è più basso di 10 centesimi al litro rispetto al diesel tradizionale. Una specie di incentivo ecologico per spronare gli automobilisti ad avvicinarsi a questa alternativa ancora poco conosciuta.
L’investimento sui biocarburanti
Lo scenario attuale ci mette di fronte a un’impennata dell’attenzione generale nei confronti dei biocarburanti (per saperne di più). Tamoil ed Eni sono due realtà che stanno spingendo le proprie stazioni di servizio a offrire agli automobilisti questa soluzione ecologica, in particolar modo quest’ultima ha decuplicato, nel corso dell’anno corrente, il numero di punti (da 50 a 500) dove trovarla, promuovendo questo carburante tanto per i veicoli pesanti quanto per le autovetture.
Anche i più importanti gestori di carte carburante e flotte aziendali, come DKV Mobility, non stanno a guardare e hanno capito il valore dei carburanti ecologici. Adesso i clienti DKV possono acquistare il carburante diesel HVO a ridotto contenuto di CO2 in 650 stazioni di servizio in Europa (circa 60 in Italia) e contribuire in modo determinante al conseguimento degli obiettivi climatici. Dunque, esiste una speranza per avere un diesel più pulito e intanto il pianeta sorride.