Una situazione incontrollabile, che sta mettendo in ginocchio milioni di famiglie italiane. Sappiamo benissimo, purtroppo, che i prezzi della benzina e del diesel nel nostro Paese continuano a salire vertiginosamente, e non sembra esserci un margine di miglioramento, anzi.
Questi continui rincari si riflettono anche su altri settori, primo su tutti quello alimentare. Come sappiamo, infatti, ormai da tempo andare a fare la spesa al supermercato è diventato un salasso. Gli italiani sono stremati, il caro-vita è alle stelle.
Il prezzo della benzina è collegato direttamente a quello degli alimenti, oggi che continua a salire – come abbiamo visto nelle scorse ore infatti abbiamo superato la soglia dei 2 euro al litro, cosa che non sarebbe dovuta succedere almeno per tutto il 2023, secondo le promesse di Salvini e del Governo – anche fare la spesa sta diventando quasi impossibile per molti.
I beni che diventano sempre più costosi
I recenti rincari del carburante hanno provocato un rialzo senza sosta dei costi della frutta e della verdura che, secondo un’indagine ad hoc di Assoutenti, nell’ultimo mese sono aumentati rispettivamente del 20,1% e del 9,4% su base annua. L’associazione denuncia l’assoluto bisogno di una soluzione e forme di aiuto a livello nazionale, quello che promette oggi lo Stato infatti non basta più.
I prezzi alla pompa fanno salire alle stelle la spesa alimentare
Quali sono i fattori principali che stanno facendo aumentare vertiginosamente la spesa per i generi alimentari da parte dei consumatori? Sono parecchi, tra i più importanti possiamo ricordare le politiche agricole, la situazione di domanda e offerta, le condizioni meteorologiche.
Ma tra i fattori determinati c’è anche il costo della benzina, che influenza parecchio le tariffe di alcuni prodotti che tutti noi consumatori siamo abituati a comprare quotidianamente.
I motivi? È molto semplice spiegarli: prima di tutto bisogna tenere conto dei costi di trasporto della merce, come ben sappiamo la maggior parte dei prodotti alimentari infatti viaggia su strada nel nostro Paese, spostata dai fornitori presso i vari punti vendita del territorio nazionale usando camion e furgoni o comunque mezzi alimentati a carburante.
È chiaro quindi che, se il prezzo della benzina aumenta, diventano molto più alti anche i costi del trasporto: questo va a gravare ovviamente sui consumatori finali, che si ritrovano costretti a subire prezzi più alti sui beni alimentari di prima necessità.
Ma non è ancora tutto, il caro benzina grava anche su un altro aspetto importante: l’agricoltura moderna si serve sempre più spesso di mezzi e macchinari che funzionano grazie al carburante. Detto ciò, anche in questo caso l’aumento dei prezzi alla pompa influenza le spese operative degli agricoltori.
E chi ne paga le conseguenze? Sempre noi, consumatori finali. Gli agricoltori in molti casi infatti sono costretti ad aumentare i prezzi dei loro prodotti per riuscire a ottenere margine di guadagno, coprendo i maggiori costi di produzione.
I rincari effettivi
Secondo l’analisi di Assoutenti, sulla base dei più recenti dati Istat riferiti all’inflazione, non sono aumentati vertiginosamente solo i prezzi della categoria generica frutta e verdura, ma in particolare di:
zucchero: salito del 43,3%;
olio: del 37,1%;
patate e pomodori: oltre il 25%;
riso, carote, cipolle, finocchi: oltre il 23%;
albicocche e susine: oltre il 22%;
cavoli: rincari del 20,5%;
arance: aumenti del 18,4%;
gelati e latte conservato: costano il 15% in più.
Le previsioni sui rincari sono diventate realtà: l’andamento dei prezzi della benzina e del diesel in Italia influenza negativamente le spese degli italiani, svuotando i loro portafogli.