AGI – I macrofenomeni climatici conosciuti con i nomi di El Nino e La Nina, che influenzano, oltre che l’Oceano Pacifico, buona parte del clima mondiale, potrebbero diventare sempre più frequenti secondo un nuovo studio apparso su “Nature”.
L’Oceano Pacifico copre il 32% della superficie terrestre, più di tutte le terre emerse messe insieme. Non sorprende che la sua attività influenzi le condizioni in tutto il mondo. Le variazioni periodiche della temperatura dell’acqua e dei venti dell’oceano, chiamate El Nino-Oscillazione Meridionale, sono una delle principali forze meteorologiche.
Gli scienziati sanno che l’attività umana sta influenzando questo sistema, ma stanno ancora determinando la portata di questa influenza. Il nuovo studio pubblicato su “Nature” rivela che la componente atmosferica – chiamata “Pacific Walker Circulation” – ha cambiato il suo comportamento nel corso dell’era industriale in modi che non ci si aspettava.
Il team internazionale di autori ha anche scoperto che le eruzioni vulcaniche possono causare un indebolimento temporaneo della circolazione Walker, inducendo le condizioni di El Nino. I risultati forniscono importanti spunti su come gli eventi di El Nino e La Nina potrebbero cambiare in futuro.
“La domanda è: ‘Come cambia la circolazione di fondo?“, ha detto la coautrice Samantha Stevenson, professoressa associata presso la Bren School of Environmental Science & Management dell’UC Santa Barbara, Usa: “Ci preoccupiamo della Walker Circulation perché influenza il clima in tutto il mondo”.
“Il Pacifico tropicale ha un’influenza enorme sul clima globale“, ha affermato Sloan Coats, coautore dello studio e assistente professore di Scienze della terra presso l’Universita’ delle Hawai’i presso la Mnoa School of Ocean and Earth Science and Technology, Usa: “Capire come risponde alle eruzioni vulcaniche, agli aerosol di origine antropica e alle emissioni di gas serra è fondamentale per prevedere con sicurezza la variabilità climatica”. Questi effetti lasciano tracce biologiche e geologiche.
Metodo e scenari
Il team ha utilizzato dati provenienti da carotaggi di ghiaccio, da alberi, laghi, coralli e grotte per studiare i modelli meteo a lungo termine del Pacifico negli ultimi 800 anni. “Non sono termometri, ma contengono informazioni sul clima“, ha spiegato Stevenson. Ciò ha permesso loro di monitorare come è cambiata la circolazione Walker nel passato e di confrontare le tendenze prima e dopo l’aumento dei gas serra. “Abbiamo deciso di determinare se i gas serra avessero influenzato la Pacific Walker Circulation”, ha sottolineato l’autore principale Georgy Falster, ricercatore presso l’Australian National University, Australia, e l’ARC Center of Excellence for Climate Extremes.
“Abbiamo scoperto che la forza complessiva non è ancora cambiata, ma invece il comportamento di anno in anno è diverso”. Hanno osservato che il passaggio della Circolazione Walker dalla fase El Nino a quella La Nina è leggermente rallentato durante l’era industriale.
“Ciò significa che in futuro potremmo vedere più eventi pluriennali di La Nina o El Nino poiché il flusso atmosferico sopra l’Oceano Pacifico passa più lentamente tra le due fasi”, ha detto Falster. Il che potrebbe esacerbare i rischi associati di siccità, incendi, piogge e inondazioni. Detto questo, gli autori non hanno notato – per ora – alcun cambiamento significativo nella forza della circolazione.
“Questo è stato un risultato sorprendente”, ha concluso Stevenson, “perché entro la fine del 21mo secolo, la maggior parte dei modelli climatici suggeriscono che la Circolazione Walker si indebolirà“. Hanno anche scoperto che le eruzioni vulcaniche hanno avuto un impatto sulla circolazione.
“A seguito di un’eruzione vulcanica, vediamo un indebolimento molto consistente della Pacific Walker Circulation”, ha rilevato il coautore Bronwen Konecky, assistente professore alla Washington University di St. Louis, Usa. Ciò causa condizioni simili a El Nino a seguito delle eruzioni.
“Il nostro studio fornisce un contesto a lungo termine per una componente fondamentale del sistema atmosfera-oceano nei tropici”, ha concluso Coats, la cui esperienza copre la variabilità climatica negli ultimi 2.000 anni. “Capire come la Pacific Walker Circulation e’ influenzata dai cambiamenti climatici consentirà alle comunità di tutto il Pacifico e oltre di prepararsi meglio alle sfide che potrebbero affrontare nei prossimi decenni”.