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Uno striscione è comparso sulla chiesa dove fu uccisa Elisa Claps

Ago 25, 2023

AGI – “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”: è lo striscione affisso sulla facciata della chiesa della Santissima Trinità a Potenza, riaperta al culto giovedì mattina, e nel cui sottotetto, il 17 marzo 2010, fu trovato il cadavere di Elisa Claps, la ragazza potentina scomparsa e uccisa il 12 settembre 1993. Lo striscione è stato rimosso in mattinata.

L’edificio – che risale forse al nono secolo, anche se se ne ha notizia in un documento del 1178 – è stato interessato da lavori di ristrutturazione interni ed esterni. Rimarrà aperto ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20.

La famiglia Claps si era sempre opposta alla riapertura della chiesa. Lo striscione, che riporta una frase di una canzone di Fabrizio De Andrè, era stato già esposto dopo il ritrovamento del corpo della studentessa potentina, il 17 marzo del 2010, nel sottotetto della chiesa. 

Nei giorni scorsi Papa Francesco in una lettera inviata all’arcivescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, aveva annunciato che – alla fine degli interventi edilizi diventerà una “oasi di fede e di speranza nel cuore del centro storico, monito muto a favore di una gioventù che merita più cura e più attenzione da parte della Chiesa e della società”. A tale proposito, monsignor Ligorio ha affidato all’attuale parroco della cattedrale, don Antonio Savone, anche la responsabilità della parrocchia della Trinità.

In seguito alla costituzione dell’Unità pastorale nel centro storico, pensata dall’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo nell’ambito di una ristrutturazione in chiave pastorale per meglio rispondere alle conseguenze del forte calo demografico che negli ultimi anni ha interessato il centro storico, “la chiesa della Santissima Trinità, come invita Papa Francesco, in sintonia con l’Arcivescovo Salvatore Ligorio, diventa un luogo per la preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita. Nel dialogo intercorso tra l’Arcivescovo e la Santa Sede si è convenuti, tra l’altro, che per i cattolici, al fine di meglio “custodire la memoria di Elisa“, non c’è modo più appropriato della preghiera, anche liturgica, che ha pure la capacità di esprimere profondamente la presenza tenera e discreta favorendo il cammino di riconciliazione e guarigione per la comunità potentina, segnata da una ferita indelebile”, conclude la nota.

Delitto irrisolto per 17 anni

Elisa Claps fu uccisa il 12 settembre del 1993 da Danilo Restivo. 16 anni lei, 22 lui, ex studente di giurisprudenza che condusse la ragazzina nel sottotetto della Santissima Trinità e lì le usò violenza prima di colpirla con 13 coltellate. Restivo, condannato in via definiva a 30 anni di carcere, nascose il corpo di Elisa sotto alcune tegole. Ma quel che rimaneva della ragazzina fu trovato 17 anni dopo, nel marzo 2010, dopo la segnalazione di due donne incaricate della pulizia dei locali.

Restivo all’epoca fu arrestato prima in Inghilterra, dove è tuttora detenuto per l’omicidio, avvenuto con modalità analoghe a quello di Elisa Claps, della sarta vicina di casa Heather Barnett. Per quel delitto sta scontando 40 anni di carcere. L’unico colpevole si è sempre professato innocente, ma la sua condanna fu possibile grazie alla tenacia della madre di Elisa, Filomena Iemma e del fratello Gildo Claps, che hanno sempre creduto che la morte di Elisa fosse strettamente collegata alla chiesa della Santissima Trinità e a comportamenti omertosi di alcuni religiosi.

 

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