Grazie all’ASI e a tutti gli stakeholder del settore, si è concluso un iter normativo avviato ormai 3 anni fa (nel 2020) che porta una novità molto importante e parecchio attesa da parte di tutti gli appassionati di auto storiche e di chi lavora nel settore.
È stato emanato finalmente, da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sotto la spinta di Matteo Salvini, il decreto attuativo per la legge 178 del 30 dicembre 2020 che prevede la possibilità di “richiedere e ottenere le targhe di circolazione della prima iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico, ovvero di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione di questi veicoli di altra epoca”.
Il decreto è stato firmato dal Ministro Matteo Salvini venerdì scorso, 4 agosto 2023, per la gioia di tutti gli appassionati di auto storiche in Italia. Il decreto entrerà in vigore dal momento in cui verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e potrà essere applicato a partire dal 60esimo giorno dopo la data di pubblicazione.
Che cosa cambia oggi
Finalmente, come veniva richiesto ormai da anni, la grande svolta per il settore delle auto storiche è arrivata. Che cosa significa? Da oggi in poi, grazie al decreto attuativo, è possibile richiedere la targa storica della propria vettura. Quindi tutti i proprietari di auto storiche hanno la possibilità di ottenere la targa e il libretto d’epoca.
Grazie a un emendamento alla legge 30 dicembre 2020, n. 178 è stata introdotta una modifica all’articolo 93 del Codice della Strada che prevede proprio nello specifico la possibilità di richiedere – nel caso in cui la propria auto storica già iscritta al PRA sia stata reimmatricolata (perché cancellata d’ufficio o su richiesta di un precedente proprietario) – le targhe risalenti alla prima iscrizione al PRA del veicolo stesso.
In questo modo, i proprietari interessati potranno avere la targa del periodo storico di costruzione o di circolazione del loro mezzo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale. Si tratta di una novità molto importante, che rende felici e soddisfatti gli appassionati di autoveicoli e motoveicoli storici in Italia, che sono oltre 500.000. Secondo le stime, ogni anno arrivano circa 5.000 richieste (almeno) di targhe originali alla Motorizzazione Civile, grazie alla nuova norma sarà possibile recuperarle.
Quanto si paga
Il rilascio della targa della prima iscrizione al PRA potrà avvenire, secondo la norma, dietro il pagamento di un contributo. Come infatti ha dichiarato anche lo stesso Matteo Salvini, grazie a questa norma, potranno entrare nuove somme nelle casse dello Stato. Il decreto attuativo, che è stato finalmente firmato dopo ben 3 anni di stallo, prevede – come si legge in una nota del MIT – che per il rilascio della targa storica del mezzo il richiedente dovrà pagare una somma pari a 274,50 euro in caso di macchine agricole e motocicli, mentre 549 euro in caso di autoveicoli.
Come deve essere effettuata la richiesta
In Italia ci sono molti veicoli storici in circolazione che, a causa del deterioramento, del furto, della distruzione o dello smarrimento delle targhe, sono stati necessariamente reimmatricolati. In tutti questi casi, il proprietario che ha la necessità di recuperare la targa dell’epoca, può farne la richiesta presentando presso l’ufficio della Motorizzazione Civile oppure presso uno Sportello Telematico dell’Automobilista (STA), un’istanza di nuova immatricolazione. Basta solo la documentazione relativa all’istanza, non è richiesto null’altro, trattandosi di mezzi già in circolazione. Nel caso di esito positivo della conseguente istruttoria, al soggetto che ne ha fatto richiesta vengono consegnati la targa storica del suo veicolo e il documento unico.
Non è però l’unico caso che può verificarsi. Ci sono anche mezzi storici e di interesse collezionistico di origine sconosciuta. Si tratta in particolare di auto o altri veicoli per i quali non risulta alcuna radiazione, né dal PRA né dall’ANV (Archivio Nazionale dei Veicoli), e che non sono dotati di documenti di circolazione e di certificato di proprietà o di foglio complementare. In questo caso particolare la procedura cambia: è sempre necessario rivolgersi alla Motorizzazione Civile o allo STA, bisogna presentare un’istanza di nuova immatricolazione, portando con sé il titolo di proprietà, il certificato di rilevanza storica e collezionistica e il certificato che confermi l’esito positivo della verifica tecnica.
L’istanza viene accolta solo se il mezzo storico e collezionistico risulta presente all’interno dell’archivio informatico del CED o nell’archivio informatico o nei registri cartacei del PRA. In caso di esito positivo della conseguente istruttoria, al proprietario che ne ha fatto richiesta vengono consegnati la targa storica e il documento unico.
Il Ministro Matteo Salvini, che spinto per l’attuazione di tale norma, ha dichiarato: “Siamo felici di aver potuto concludere l’iter attuativo di una norma tanto voluta e tanto attesa dagli appassionati, mettendo a sistema i diversi dipartimenti coinvolti”.
Mentre il Presidente ASI, Alberto Scuro, ha sottolineato: “Un decreto che arriva dopo aver svolto un’importante mole di lavoro per sottolineare al Ministero, alla Motorizzazione e al Poligrafico dello Stato l’importanza che ha per gli appassionati la possibilità di ristabilire l’originalità più completa dei propri veicoli storici. Inseguire l’originalità fa parte della nostra mission e la targa di nascita è parte integrante del veicolo stesso: per questo ringraziamo la sensibilità dimostrata dalla politica in generale e dal Ministro Salvini in particolare che, dopo essere stato sensibilizzato sull’importanza dell’iniziativa che non comportava alcun onere per lo Stato è riuscito a dare il via alla sua applicazione in tempi brevissimi”.
La differenza tra auto storiche e auto d’epoca
Prima di concludere, ci preme ricordare la differenza fondamentale tra le auto storiche e le auto d’epoca, che spesso vengono confuse dai meno esperti. Spesso si pensa che i due termini possano essere uno sinonimo dell’altro, sbagliando.
Le auto storiche sono iscritte al PRA (oltre ai registri ASI o altri) e possono quindi circolare, deve essere fatta revisione ogni 2 anni e l’assicurazione prevede delle agevolazioni. Le auto d’epoca invece sono vetture di interesse storico e collezionistico radiate dal PRA, iscritte al Centro Storico del Dipartimenti dei Trasporti Terrestri, non possono circolare su strada, se non per determinati eventi, raduni e manifestazioni, ogni 5 annui deve essere fatta la revisione e l’assicurazione serve solo per i momenti di utilizzo dell’auto stessa.