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Stop ai ‘diplomifici’. Valditara avvia azione contro il turismo dei diplomi facili

Lug 31, 2023

AGI – Il ministro dell’Istruzione e Giuseppe Valditara avvia un’indagine ispettiva sul fenomeno dei “diplomifici”, dopo quanto emerso da un’inchiesta di Tuttoscuola dal titolo “Maturità: boom dei diplomi facili”. 

“Oggi parte l’operazione legalità contro i diplomifici per tutelare il buon nome di tutta la scuola italiana e di coloro che ci lavorano”. Ha annunciatoil ministro su Twitter.

Oggi parte l’operazione legalità contro i diplomifici per tutelare il buon nome di tutta la #scuola italiana e di coloro che ci lavorano.

— Giuseppe Valditara (@G_Valditara)
July 31, 2023

Indagine su 10 mila esami sospetti

Il caso è emerso dopo un’indagine in cui è emerso che nel corso della Maturità 2023 sarebbe stati assegnati diecimila diplomi ‘sospetti’. L’anno scorso oltre 30mila studenti si sono spostati dalla scuola statale alla paritaria nel passaggio dalla quarta alla quinta delle superiori: circa un terzo si sono rivolti a 92 istituti paritari (su 1.423), che hanno avuto, come ogni anno, un’esplosione di iscritti: 82 sono in Campania, 6 nel Lazio e 4 in Sicilia.

Ma gli studenti che vanno a prendere lì il titolo, provengono da tutta Italia, alimentando un vero e proprio ‘turismo da diploma’. E così evadono l’obbligo di frequentare almeno tre quarti delle lezioni.

Giro di affari da 50 milioni di euro l’anno 

Un vero mercato dei titoli di studio, in poderosa crescita, con un giro d’affari di almeno 50 milioni di euro l’anno. Un macigno sulla credibilità della scuola italiana. Le vie della ‘maturità facile’ sono borderline, prosegue il comunicato, sulla linea di confine tra legale e illegale. 

Il dossier punta i fari sul mondo dei diplomifici, poche ‘mele marce’ nascoste nella scuola paritaria, che invece svolge nel complesso un servizio pubblico insostituibile per il Paese: numeri, geografia del fenomeno, meccanismi di funzionamento.

Dal 2015 a oggi il numero di iscritti al quarto anno negli istituti paritari è rimasto stabile (intorno a 18 mila). L’anno successivo in quinta il boom: 35 mila (2016), 40 mila (2019), 45 mila (2020), fino agli oltre 50 mila del 2022.

Con un tasso di incremento dalla quarta alla quinta ogni anno crescente, dal +92% di sette anni fa al +166% dell’anno scolastico da poco terminato. Tuttoscuola ha analizzato, scuola per scuola, quella variazione di iscritti: la quasi totalità delle scuole paritarie sono estranee al fenomeno che stiamo descrivendo.

E dove si concentra? In 92 istituti (il 6,5% dei 1.423 istituti paritari che portano studenti all’esame di maturità), che da soli costituiscono un incremento di 10.941 iscritti rispetto a quello complessivo di circa 30 mila. Registrano tutte un salto (nella maggior parte dei casi ripetutamente da anni) da 70 fino a quasi 300 iscritti tra il quarto anno e il quinto dell’anno successivo (esempio: un istituto e’ passato da 11 iscritti in quarta a 296 l’anno dopo in quinta), con percentuali di incremento che vanno dal +1500% al +6.800%.

Dove si trovano quei 92 istituti? Sono concentrati in sole nove province: tutte le cinque della Campania; del Lazio le province di Roma e Frosinone, della Sicilia le province di Palermo e Agrigento. Napoli detiene il primato per incremento di studenti dal 4 al 5 anno, con 59 istituti su 188, pari al 31,4% degli istituti paritari della provincia, seguita da Caserta con 6 istituti su 37 (16,2%) e da Salerno con 14 istituti su 103 (13,6%).

La Campania vede complessivamente interessati 82 istituti su 356 paritari situati in quella Regione, pari al 23%. Il Lazio 6 (su 185), la Sicilia 4 (su 68). Prendendo in esame la graduatoria ‘top 15’ degli istituti con maggior incremento di candidati nel passaggio dal 4 al 5 anno, si scopre che ben 13 istituti sono situati nella provincia di Napoli; uno in provincia di Benevento e uno in provincia di Roma. Sorprendente il caso di un istituto che negli ultimi due anni non aveva studenti iscritti al quarto anno, ma che ha registrato oltre 100 iscritti l’anno dopo il quint .

Un altro istituto ha avuto complessivamente negli ultimi sei anni soltanto 31 studenti iscritti al 4 anno, diventati in tutto 1.083 al 5 anno con un incremento di 1.052 iscritti nel sessennio (+3.194%); un altro istituto con 138 iscritti al 4 nel sessennio diventati 1.388 al 5 con un incremento di 1.250 iscritti in più.

Ipotizzando una retta media di 5 mila euro, i ricavi di questo istituto solo per le iscrizioni al quinto anno sfiorerebbero nel sessennio i 7 milioni di euro. Perche’ tutti questi istituti raccolgono pochissimi iscritti fino al quarto anno, mentre esercitano una forte attrazione, capace di portare iscritti da tutta Italia, nell’anno della maturità?

L’evasione dell’obbligo di frequentare almeno tre quarti delle lezioni è quasi certamente una delle risposte, in quanto costituisce il motivo della forte attrattiva di candidati da tutta Italia.

Passando ai dati complessivi del sistema paritario (che includono come detto sia quelli della grande maggioranza di istituti che presentano condizioni del tutto fisiologiche, sia quelli di alcune decine di scuole fortemente sospettabili di essere dei diplomifici), emerge che nel periodo che va da 2015-16 al 2022-23 l’incremento cumulato di iscritti registrati a livello nazionale nelle scuole paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori è stato di 166.314 (dai 125.998 iscritti al quarto ai 292.312 al quinto: +132%): ebbene, dei 166 mila, circa 105 mila riguardano istituti paritari della Campania, pari a un incremento del 691%. In tutte le restanti Regioni sommate insieme l’incremento e’ stato di 61.587, pari al 56%.

In Lombardia, per esempio – la Regione con il maggior numero di abitanti e di studenti, dove funziona un numero di istituti paritari di secondaria di II grado (370) molto simile a quello della Campania – l’incremento è stato di 2.646, pari al 6%. In termini di valori assoluti registrati nel settennio, le regioni con minori incrementi sono state la Liguria con 119 studenti, il Friuli VG con 184, l’Umbria con 269.

Aggregando per aree i dati delle singole regioni, risulta che il Sud nel corso del settennio 2015-16/2022-23 ha fatto registrare un incremento complessivo di 112.673 studenti interni, pari al 573,6%: in media circa 16 mila l’anno. All’opposto, gli istituti settentrionali hanno fatto registrare incrementi pressoché fisiologici, al di sotto del 9%: in media poche centinaia l’anno. Quanto costa mediamente un diploma? Gli operatori del settore offrono servizi variegati: il recupero degli anni scolastici, l’esame di idoneità, il conseguimento del diploma.

C’è un catalogo differenziato, ogni servizio ha un costo, con possibilità di risparmiare per pacchetti integrati. Per il recupero degli anni scolastici la maggior parte degli istituti, secondo le informazioni desumibili nel web, chiede una cifra compresa tra i 1.500 e i 3.000 euro, più una tassa d’iscrizione che va da 300 a 500 euro. Per gli esami di idoneità, il prezzo varia tra i 1.500 e i 3.000 Euro. Per il diploma di maturità la retta media è 2.500-4.500 euro. Ma ci sono casi in cui si arriva a 8.000 o addirittura a 10.000 euro. Per chi può permetterselo, ovviamente, conclude Tuttoscuola.

Il ministero dell’Istruzione avvierà una indagine ispettiva

In merito a questa inchiesta il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una serie di accertamenti. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). Sotto il profilo normativo, verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici. Il ministero sottolinea inoltre che nel piano semplificazioni è presente una apposita misura dedicata alle scuole paritarie.

Si tratta di un progetto che ridisegna e digitalizza la procedura di riconoscimento della parità, rafforzando i controlli anche in itinere, a sostegno delle attività ispettive. Questa misura punta, fra l’altro, a ridurre le distorsioni dei “diplomifici”, espungendoli dalle scuole riconosciute.

È poi stato previsto un ulteriore provvedimento per velocizzare l’erogazione dei contributi statali alle scuole paritarie di qualità, molte delle quali sono in costante affanno e rischiano la chiusura a causa dei gravi ritardi oggi esistenti. Queste scuole, in una logica di sussidiarietà orizzontale, svolgono un ruolo di grande aiuto al Paese, soprattutto per quanto riguarda l’infanzia e la primaria. 

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