AGI – Il secondo trimestre si è aperto con qualche segnale di debolezza per l’Italia, dopo il buon andamento del Pil a inizio anno. La situazione è solida nei servizi, ma meno in industria e costruzioni.
L’Rtt index (sviluppato da Csc e TeamSystem) segnala ad aprile una frenata del fatturato in tutti i settori. Il calo del prezzo del gas è una potente spinta positiva, ma i consumi restano zavorrati dall’inflazione, gli investimenti frenano a causa del costo del credito e poi si è fermato l’export, a causa della frenata mondiale. È quanto emerge dalla ‘Congiuntura flash’ di maggio elaborata dal Centro studi di Confindustria che ricorda come l’inflazione italiana ha interrotto il suo calo ad aprile (+8,2% annuo, da +7,6%), anche se la tendenza al ribasso continuerà, grazie al prezzo del gas sempre più in riduzione (34 euro/mwh a maggio) e agli effetti sempre più pieni del rialzo dei tassi.
I prezzi al consumo alimentari restano in tensione (+11,8%), ma anch’essi si raffredderanno gradualmente perché le materie prime sono care ma senza ulteriori rialzi (in aprile +49% dal 2019). La dinamica dei prezzi al consumo dei beni e servizi core continua a salire (+4,9%), incorporando i passati rincari energetici.
Dopo le ultime mosse di politica monetaria della Bce, il tasso pagato per i prestiti dalle imprese italiane è balzato a 4,30% a marzo, oltre il triplo del livello di fine 2021 (1,18%). Il credito a condizioni molto più onerose fa si’ che lo stock di prestiti alle imprese si stia contraendo sempre di più (-1% annuo a marzo): manca percio’ un sostegno a produzione e investimenti, fa notare il Centro studi di Confindustria.
I settori che crescono di più
A livello dei singoli settori, il turismo in Italia nel primo trimestre è risultato molto sopra i livelli del 2022 (+30,7% la spesa dei viaggiatori stranieri), posizionandosi sui valori del 2019. Ad aprile il Pmi dei servizi è salito ancor più, indicando forte crescita (57,6 da 55,7), anche se a maggio la fiducia delle imprese ha subito un calo. Il settore beneficia ancora della domanda repressa delle famiglie liberata dalle riaperture post-Covid.
Resiste l’industria: la produzione è diminuita ancora a marzo (-0,6%), terzo calo consecutivo, ma chiude il primo trimestre solo di poco negativa (-0,1%) grazie alla buona eredità di dicembre. Lo scenario pero’ è in peggioramento, con il Pmi di aprile bruscamente crollato in area di contrazione (46,8 da 51,1). A maggio, la fiducia delle imprese è di nuovo calata (meno ordini e più basse attese sulla produzione).
La domanda estera non tira più e l’export italiano di beni si è fermato, in media, nel primo trimestre. S
egnali misti, invece, per i consumi. A marzo è proseguito il calo delle vendite di beni alimentari (-0,7%, in volume), mentre sono ripartite da inizio anno le immatricolazioni di auto, grazie a una domanda favorevole dopo molti mesi di contrazione (+9,7% nei primi 4 mesi). Un fattore positivo è il mercato del lavoro che è rimasto in espansione nel primo trimestre (+80 mila occupati).
Per aprile, l’Icc segnala pero’ una crescita tenue dei consumi (+0,2% annuo), trainata solo dai servizi (+4,5%). E a maggio i giudizi delle famiglie sulla propria situazione economica sono un po’ peggiorati, come la fiducia in generale. Crescono, anche se poco, gli investimenti. L’aumento nella produzione di beni strumentali (+0,3% nel primo trimestre) delinea buone prospettive per gli investimenti. Lo conferma l’indagine sulle condizioni per investire, che prefigura un miglioramento (-18,1% nel primo trimestre, da -30,2%; dati della Banca d’Italia).