AGI – Tredici minuti e l’Udinese fa scendere il gelo su Napoli e sullo stadio Maradona, riempito di maxischermi, per la (nuova) festa scudetto annunciata. I friulani, coriacei e fisici, esultano per il grande gol di Lovric, al quinto gol stagionale. Quello di stasera, però, è sciuramente il pesante. E forse anche il più bello.
Il centrocampista sloveno pesca il jolly freddando Meret con un tiro preciso e angolatissimo che si infila sotto la traversa. I bianconeri esultatno, si abbracciano. Il campionato a poco da chiedere, la salvezza è certa. Ma uno scalpo così vale tantissimo. La squadra di Sottil è entrata in campo senza timore reverenziale e ha colpito alla prima occasione. Il vantaggio è sorprendente ma meritato.
Gli azzurri hanno subito il colpo dopo una buona partenza e una forte spinta iniziale, seppur sterile. Dopo la rete subita è cambiato tutto: i partenopei sono imprecisi, nervosi, precipitosi. Per festeggiare basta un gol ma, al momento, i meccanismi di quella che era stata chiamata “la macchina perfetta” sembrano inceppati. Manca tranquillità. E lo si vede nei passaggi sbagliati, nei tocchi troppo corti e nelle verticalizzazioni infruttuose. Lo scudetto è a un passo ma il Napoli, dopo 45 minuti, è fermo.
Nel primo tempo, spento e scialbo, il Napoli è riuscito a produrre un solo squillo: un colpo di testa del solito Osimhen che illude per pochi attimi i tifosi prima di spegnersi a fondo campo, non lontano dalla porta difesa di Silvestri. Troppo poco per alzare finalmente le braccia al cielo. Ma c’è ancora un tempo e gli azzurri hanno dimostrato che basta poco per cambiare ritmo, accendersi e ribaltare il risultato.
Il “coprifuoco” a Napoli
Il coprifuoco scatta intorno alle 20. Napoli abbassa le saracinesche dei negozi, ferma i taxi, chiude bar e lascia aperti solo ristoranti e pizzerie a beneficio di turisti. C’è la partita della vita, c’è quel punticino che manca per raggiungere la vetta e conquistare il terzo scudetto così agognato.
Dai quartieri spagnoli, da via Toledo i tifosi che non sono riusciti ad andare allo stadio per assistere alla partita dai maxi schermi, si ritrovano in piazza Plebiscito, già armati di fumogeni azzurri e rossi. Scoppiano anche grossi petardi, boati che annunciano l’inizio della partita con l’Udinese. La piazza è già invasa dal fumo e dalle bandiere in attesa che esploda anche la festa. Udinese, permettendo.
Una sola voce echeggia, ovunque: “Sarò con te e tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione”. Pochissime le auto, quasi tutte dei residenti, in giro per il quartiere Fuorigrotta a Napoli, che da alcune ore è blindato dalle forze dell’ordine. E in tanti hanno deciso, invece, di radunarsi sul Lungomare di Napoli e a piazza del Plebiscito. Seguiranno la partita come negli anni Ottanta: in radio.
Le formazioni ufficiali
Questi gli undici scelti da Sotti: Silvestri
Becao, Bijol, Perez; Ehizizue, Samardzic, Walace, Lovric, Udogie; Pereyra; Nestorovski. A disposizione: Padelli, Piana, Festy, Masina, Arslan, Zeegelaar, Abankwah, Buta, Thauvin, Semedo, Guessand
Questa la formazione schierata da Spalletti
Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera; Anguissa, Lobotka, Ndombele; Elmas, Osimhen, Kvaratskhelia. A disposizione: Gollini, Marfella, Demme, Juan Jesus, Lozano, Simeone, Bereszynski, Zielinski, Zerbin, Zedadka, Ostigard, Gaetano, Raspadori.
AGI – Tredici minuti e l’Udinese fa scendere il gelo su Napoli e sullo stadio Maradona, riempito di maxischermi, per la (nuova) festa scudetto annunciata. I friulani, coriacei e fisici, esultano per il grande gol di Lovric, al quinto gol stagionale. Quello di stasera, però, è sciuramente il pesante. E forse anche il più bello.
Il centrocampista sloveno pesca il jolly freddando Meret con un tiro preciso e angolatissimo che si infila sotto la traversa. I bianconeri esultatno, si abbracciano. Il campionato a poco da chiedere, la salvezza è certa. Ma uno scalpo così vale tantissimo. La squadra di Sottil è entrata in campo senza timore reverenziale e ha colpito alla prima occasione. Il vantaggio è sorprendente ma meritato.
Gli azzurri hanno subito il colpo dopo una buona partenza e una forte spinta iniziale, seppur sterile. Dopo la rete subita è cambiato tutto: i partenopei sono imprecisi, nervosi, precipitosi. Per festeggiare basta un gol ma, al momento, i meccanismi di quella che era stata chiamata “la macchina perfetta” sembrano inceppati. Manca tranquillità. E lo si vede nei passaggi sbagliati, nei tocchi troppo corti e nelle verticalizzazioni infruttuose. Lo scudetto è a un passo ma il Napoli, dopo 45 minuti, è fermo.
Nel primo tempo, spento e scialbo, il Napoli è riuscito a produrre un solo squillo: un colpo di testa del solito Osimhen che illude per pochi attimi i tifosi prima di spegnersi a fondo campo, non lontano dalla porta difesa di Silvestri. Troppo poco per alzare finalmente le braccia al cielo. Ma c’è ancora un tempo e gli azzurri hanno dimostrato che basta poco per cambiare ritmo, accendersi e ribaltare il risultato.
Il “coprifuoco” a Napoli
Il coprifuoco scatta intorno alle 20. Napoli abbassa le saracinesche dei negozi, ferma i taxi, chiude bar e lascia aperti solo ristoranti e pizzerie a beneficio di turisti. C’è la partita della vita, c’è quel punticino che manca per raggiungere la vetta e conquistare il terzo scudetto così agognato.
Dai quartieri spagnoli, da via Toledo i tifosi che non sono riusciti ad andare allo stadio per assistere alla partita dai maxi schermi, si ritrovano in piazza Plebiscito, già armati di fumogeni azzurri e rossi. Scoppiano anche grossi petardi, boati che annunciano l’inizio della partita con l’Udinese. La piazza è già invasa dal fumo e dalle bandiere in attesa che esploda anche la festa. Udinese, permettendo.
Una sola voce echeggia, ovunque: “Sarò con te e tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione”. Pochissime le auto, quasi tutte dei residenti, in giro per il quartiere Fuorigrotta a Napoli, che da alcune ore è blindato dalle forze dell’ordine. E in tanti hanno deciso, invece, di radunarsi sul Lungomare di Napoli e a piazza del Plebiscito. Seguiranno la partita come negli anni Ottanta: in radio.
Le formazioni ufficiali
Questi gli undici scelti da Sotti: Silvestri
Becao, Bijol, Perez; Ehizizue, Samardzic, Walace, Lovric, Udogie; Pereyra; Nestorovski. A disposizione: Padelli, Piana, Festy, Masina, Arslan, Zeegelaar, Abankwah, Buta, Thauvin, Semedo, Guessand
Questa la formazione schierata da Spalletti
Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera; Anguissa, Lobotka, Ndombele; Elmas, Osimhen, Kvaratskhelia. A disposizione: Gollini, Marfella, Demme, Juan Jesus, Lozano, Simeone, Bereszynski, Zielinski, Zerbin, Zedadka, Ostigard, Gaetano, Raspadori.