AGI – Era occupato da Roberto Spada l’appartamento sequestrato dai Carabinieri al Lido di Ostia, quartiere di Roma. Ad eseguire il decreto di sequestro preventivo dell’immobile i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia, su delega della procura di Roma e disposizione del gip.
La casa è quella in via Guido Vincon 27, occupata abusivamente da Spada – esponente di spicco della criminalità del litorale romano e già condannato, tra l’altro, per il reato di violenza privata aggravata dal metodo mafioso per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi -, e sua moglie.
L’attività costituisce l’epilogo dell’intenso monitoraggio e controllo del territorio da parte dei reparti dell’Arma dei carabinieri, avviato anche a seguito del deferimento della coppia all’autorità giudiziaria – durante lo scorso mese di marzo – per il reato di furto aggravato di energia elettrica posto in essere mediante allaccio diretto dell’appartamento oggetto di sequestro alla rete di fornitura del gestore
I successivi approfondimenti, condotti dai militari, hanno consentito di accertare che i predetti, oltre a sottrarre energia elettrica, non disponevano di alcun titolo che li legittimasse ad abitare l’appartamento di via Vincon, gestito dal comune di Roma per far fronte all’emergenza abitativa, maturando in tal modo un debito nei confronti dell’Ente pari a 43 mila e 355,56 euro per le indennità di occupazione non versate e pari a 11 mila e 063 euro nei confronti della società gestore della rete elettrica, per l’energia non contabilizzata.
Gli stessi, infatti, sulla base di quanto sinora emerso avrebbero ottenuto la disponibilità dell’immobile nell’anno 2006, a seguito di uno “scambio” concordato con la precedente occupante abusiva, la quale a sua volta si trasferiva in un altro appartamento offertole dagli odierni indagati e da loro anch’esso illegittimamente occupato, operazione finalizzata presumibilmente a ricongiungere la coppia con l’originario nucleo familiare, anch’esso dimorante nello stabile di via Vincon 27.
Il complesso delle risultanze investigative consentiva al gip di Roma di disporre il sequestro preventivo dell’immobile, finalizzato allo sgombero e alla restituzione all’Ente gestore per l’assegnazione, secondo le procedure previste dalla normativa per la finalità di pubblico interesse sottesa alla gestione del patrimonio immobiliare.