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Da Youtube a TikTok: il motociclismo raccontato sui social fa bene al movimento

Apr 12, 2023

In futuro tutti saranno famosi per quindici minuti.” Diceva così Andy Warhol quando negli anni ottanta si era accorto che anche l’uomo comune, anche la più semplice esistenza, avrebbe potuto godere di un minimo di celebrità e che essa sarebbe stata alla portata di tutti. Non si sbagliava il padre della pop-art, e anche se da quella dichiarazione ci sono voluti vent’anni perché tutto avvenisse, oggi chiunque e qualunque forma di attività può essere pubblicizzata e raccontata attraverso i social.

La moto e il motociclismo in tutte le sue declinazioni sono a portata di palmo e dopo un dominio schiacciante della televisione, durato oltre cinquant’anni, le notizie, le informazioni, le storie più esclusive viaggiano in rete in tempo reale e raccontano un fatto, un evento e perché no, una passione prima di qualsiasi altro sistema di comunicazione.

Seguendo questo trend, ci sono sempre più utenti motociclisti che si raccontano tramite le maggiori piattaforme e si sono creati dei veri professionisti di YouTube, Instagram e Tik Tok, in grado di catalizzare l’attenzione di appassionati e curiosi. I numeri di questi profili sono impressionanti e attirano l’interesse di aziende che vogliono investire su qualcosa che di base costa meno di una campagna pubblicitaria vecchio stampo e rende di più in termini di visibilità. Se pensiamo che la presentazione di un nuovo modello di moto chiedeva la mobilitazione di reti e giornalisti di tutto il mondo, mentre oggi, un qualsiasi prodotto può essere fotografato o ripreso con un apparecchio di largo consumo e “condiviso” (perché la nuova parola chiave è condivisione), e arriva in tutte le parti del mondo in un attimo senza passare per le redazioni, ci rendiamo bene conto di quanta potenza ci sia nel fare dei buoni contenuti per i social.

Quello che sembra solo un aspetto commerciale però non deve trarre in inganno. Qualsiasi irriducibile e un po’ tradizionalista, lontano dalle effimere favole digitali, ha l’occasione di raccontare il proprio modo di girare in moto e godersi le reazioni di un pubblico che, pur se fosse di un solo follower, sarebbe sempre un pubblico, qualcuno che scopre qualcosa che altrimenti non si saprebbe e non sarebbe così traducibile. E’ altresì vero che questo mondo ha creato un linguaggio che parla in modo diretto e aiuta anche il più scarso comunicatore del globo. Un vantaggio per chi non è di troppe parole, ma con un semplice scatto o video di cinque secondi sa spiegarsi alla grande.

In funzione di questo, molti piloti o aspiranti tali si sono ingegnati nel realizzare contenuti delle loro imprese sportive e condividerli, generando quell’attenzione necessaria, non solo per farsi largo nel mondo delle corse e raggiungere chi se ne sta comodamente sul divano, ma alzando l’interesse di eventuali sponsor per se stessi e per le categorie minori, che non avrebbero visibilità oltre al frequentatore dei circuiti.

Negli anni anche la carta stampata si è spostata sul web creando il proprio sito per seguire il mondo delle moto in diretta o quasi, staccandosi sempre più dalla versione cartacea e diventando il vero riferimento per il lettore. Un fenomeno che ha reso possibile la nascita di tante testate e canali che non hanno mai avuto un’edizione giornalistica in edicola e non avrebbero le risorse per un programma televisivo che richiede comunque un appuntamento a cadenza fissa. Un contenuto caricato sul web e condiviso sui social è sempre reperibile e se utile e ben fatto, diventa una fonte o una risorsa per altre ricerche. Si mette quindi in moto un meccanismo per il quale la prima sorgente che viene consultata, o meglio, la più comoda e immediata quando non si ha nulla a disposizione è il canale social.

Come fu per il caro vecchio tubo catodico, sui social si sono creati dei veri personaggi, delle vere e proprie trasmissioni che hanno un taglio di tipo televisivo e che sono divenuti appuntamenti fissi per molti collezionisti d’informazioni o semplici appassionati della moto. Molto bravi coloro che, dotati di un minimo di staff (di solito un video maker di fiducia) e attrezzatura che va dallo smartphone alle micro camere da applicare sulla moto, interagiscono in diretta più rapidamente di chiunque altro e con una prospettiva personale che fa vivere la gara o l’evento dall’interno. Un’informazione trasversale che ha superato quella ufficiale e giocoforza, si è presa qualche investimento che diversamente non sarebbe giunto con tanta spinta.

Tutto questo è un aspetto evidente del tempo in cui viviamo e se per qualcuno è il futuro, occorre informarlo che si tratta già da del presente. I lettori meno giovani si ricorderanno di Nico Cereghini che, da bravo giornalista di motociclismo, senza la tv non avrebbe potuto lanciare il famoso slogan sul “casco in testa ben allacciato, le luci accese anche di giorno e prudenza sempre”.

Provava le moto stradali di ogni marca e segmento e in un minuto e mezzo le raccontava con la verve e la dialettica di chi conosce bene l’argomento. Oggi, di Cereghini ce ne sono molti di più, di tipologie diverse e questo è solo un bene per qualcosa di bello come il motociclismo, a volte non capito perché sconosciuto. Gli youtuber, i tiktoker e tutti gli altri che condividono la propria esperienza fanno del bene al movimento che continua crescere. Le aziende lo sanno e ne approfittano investendo su chi di questo diletto ha fatto un mestiere. Chi non lo sa sono quelli che criticano e lo fanno senza sapere che a beneficiarne siamo in tanti, tutti, anche loro. Sì, proprio loro.

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