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Morì dopo parto a Brindisi, gli ispettori rilevano serie di errori

Mar 28, 2023

AGI – “Emerge un quadro preoccupante dal punto di vista organizzativo che ha portato a quella che si potrebbe definire la tempesta perfetta a causa del susseguirsi di una serie di errori”. È quanto si apprende dalla Asl di Brindisi, alla luce dei risultati dell’ispezione regionale eseguita per fare chiarezza sulla morte di Viviana Delego, la 41enne insegnante di Pezze di Greco (frazione del comune di Fasano), morta il 22 dicembre scorso all’ospedale ‘Perrinò di Brindisi, cinque giorni dopo aver partorito due gemelli.

Sul caso, che ha scosso la comunità brindisina, indaga anche la Procura locale, mentre un’ispezione ministeriale è stata annunciata dal sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato. Viviana Delego morì nel reparto di Rianimazione del ‘Perrinò dopo un parto cesareo e una forte emorragia che richiese la trasfusione di 17 sacche di sangue, secondo quanto trapelato da ambienti della sanità brindisina.

 La Asl chiuse la vicenda con un comunicato in cui si assicurava che la puerpera aveva avuto tutta l’assistenza possibile e che, malgrado gli sforzi dei sanitari, non era stato possibile evitarne il decesso, a causa delle gravi condizioni in cui la donna versava, aggravatesi di ora in ora sin dal momento dell’accesso in pronto soccorso avvenuto il 17 dicembre.

A far scattare l’ispezione fu la relazione stilata da Giuseppe Manca, primario della Chirurgia del Perrino, chiamato a eseguire l’isterectomia alla paziente dal ginecologo di servizio. Nel rapporto del chirurgo è scritto che il ginecologo aveva chiesto il suo intervento avendo valutato “la situazione estremamente difficoltosa e non essendo in grado di trattarla…”.

Inoltre, viene rilevato che all’arrivo della puerpera nel reparto di Ginecologia, erano assenti contemporaneamente sia il primario (poi sottoposto a procedimento disciplinare), sia la sua vicaria, quest’ultima per malattia.

“Casi come questo li conoscono molto bene i giudici che valutano il danno biologico – si apprende ancora dalla Asl – e nella maggior parte delle volte finiscono sotto la lente di ingrandimento meccanismi organizzativi, mancanza di procedure e di standardizzazione, qualche volta negligenza, carenze degli organici o tecnologiche.

Si tratta di elementi che sommati portano a gravi conseguenze, Inoltre, la conformazione dell’ospedale di Brindisi obbliga i pazienti a spostamenti di parecchi piani – rende noto la Asl – e questo è un fatto che, sommato a un errore nella catena decisionale e organizzativa precedente, può diventare fatale. Anche quel minuto in più può essere di vitale importanza”. 

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