• 5 Ottobre 2024 20:26

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Dalle luci agli orari, come i negozi possono combattere il caro energia

Set 8, 2022

AGI – Il caro energia è il principale problema che i negozi devono affrontare. Il presidente della rete associativa vie Confcommercio Milano, Gabriel Meghnagi, intervistato dall’AGI, parla di alcune misure che si possono mettere in campo per abbassare i consumi.

“Escludo – sottolinea – chiusure anticipate, sarebbe la morte annunciata delle attività. Per prima cosa si potrebbero sostituire le luci, installando led a basso consumo. Poi mettere una barriera d’aria, la cosiddetta lama d’aria, all’ingresso. In sostanza è una specie di condizionatore, con un basso consumo, da cui esce solo aria che fa da barriera tra l’interno e l’esterno”.

Inoltre “si può non tenere accese le luci fino all’una di notte, ma vetrine e insegne fino alle 23, soprattutto per garantire l’illuminazione delle strade, e le altre luci spegnerle quando si chiude il negozio”.

Secondo Meghnagi un “risparmio enorme potrebbe arrivare dai negozi dei centri commerciali. Se chiudessero e spegnessero le luci alle 20, invece che alle 22, il risparmio sarebbe enorme. Si tratta di migliaia di esercizi, costretti da accordi presi, a rimanere aperti fino alle 22, orario però in cui la clientela è pressoché inesistente. Invece se chiudessero alle 20, un esercizio di 100 mq ad esempio risparmierebbe dagli 8 ai 10 mila euro all’anno, cifra che equivale in media al 4% dei ricavi”.

Il caro energia ha colpito tutti ma, sostiene Meghnagi, “le piccole realtà soffrono di più, perché i ricavi sono molto inferiori e maggiore è l’incidenza delle bollette. Tuttavia, è vero che se entrano in crisi le grandi catene si rischiano molti licenziamenti e purtroppo, se non si interviene, è probabile che qualche punto vendita verrà chiuso”.

A livello generale, “tenere l’ora attuale garantirebbe un risparmio di mezzo miliardo di euro di consumi di energia elettrica; un tetto europeo al prezzo del gas sicuramente aiuterebbe”. Purtroppo “la situazione è peggiore dell’austerity precedente degli anni ’70”, l’aumento delle bollette “va da due volte e mezzo a quattro volte, in base ai contratti. Arrivano conguagli pazzeschi e i bar a conduzione familiare sono i più esposti”.

Rincari che, conclude Meghnagi, “possono incidere di un 5% sui ricavi, e questo vuol dire togliere tutta la marginalità e far andare in perdita un esercizio commerciale. Alcuni aumenteranno i prezzi per sopravvivere, in particolare i prodotti con un prezzo fisso, dal quotidiano al caffè agli alimentari”. 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close