• 28 Novembre 2024 11:53

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La corsa senza fine del prezzo del gas, record a 339 euro a megawattora  

Ago 26, 2022

AGI – Nuova chiusura record al Ttf per il gas a 339 euro/mwh. I future sono in rialzo del 5,5%. Gli operatori guardano con timore allo stop delle forniture di Gazprom dal 31 agosto per tre giorni del Nord Stream.

Quella del gas appare sempre di più una corsa incontrollata che lascia attoniti anche i partiti, divisi sulla proposta di inserire un price cap europeo o se agire a livello nazionale, con un decreto che possa frenare i rincari in bolletta. Da circa una settimana le quotazioni del gas naturale al Ttf di Amsterdam, il mercato di riferimento europeo, macinano record su record.

L’ultimo in ordine di tempo è quello di ieri con una chiusura a 321 euro al Mwh: il 533,8% in più in un anno, il 309,3% in più da inizio giugno, il 47,6% in una sola settimana. E la situazione non va meglio se si guarda ai contratti in scadenza nel medio periodo, tutti al di sopra dei 300 euro al Mwh fino almeno a febbraio 2023, indice del fatto che gli investitori si attendono prezzi sostenuti per diversi mesi.

A Bruxelles qualcosa si muove

La presidenza ceca del Consiglio Ue “convocherà una riunione urgente dei ministri dell’Energia per discutere misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica”. Lo ha annunciato il premier ceco, Petr Fiala, in un tweet

Il presidente di turno dell’Unione Europea annuncia che “la presidenza di turno convocherà una riunione urgente dei ministri dell’Energia per discutere misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica”. Una buona notizia, per il segretario dem, sostenitore del tetto al prezzo del gas, come fatto in Gran Bretagna.

Una proposta che si scontra con lo scetticismo di Carlo Calenda: “Il tetto al prezzo del gas non si può fare perché sennò le forniture di gas vanno altrove. Letta, al momento, non ha preso posizione sul rigassificatore di Piombino”, aggiunge Calenda. “Mi spiace per Calenda e la sua combriccola, ma il rigassificatore non c’entra nulla”,è’ la replica del leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Non risolve il problema nell’immediato. Lo sanno loro e lo sappiamo noi, basta perdere tempo. Servono almeno 50 miliardi di euro subito. E una soluzione c’è: tassare al 100% i miliardi di extraprofitti delle compagnie energetiche (che ammontano a oltre 50, infatti) e usarli per aiutare famiglie e imprese. Tutto il resto è chiacchiera”. 

Le proposte dei partiti

Cresce, intanto, fra le parti sociali la preoccupazione per le conseguenze che i rialzi stanno avendo sulle imprese e per l’approssimarsi dell’autunno, quando molte aziende – soprattutto quelle che operano in comparti energivori – potrebbe non riaprire o chiudere. “Torno a ripetere. Le imprese non riaprono”, dice il segretario di Azione, Carlo Calenda che rilancia la proposta di sospendere la campagna elettorale per convocare una sorta di ‘gabinetto di guerrà contro i rincari. 

“Il governo è in carica per affari correnti. Senza rigassificatore a Piombino rischiamo il razionamento. Avete lodato lo spirito repubblicano del discorso di Draghi ma non riuscite a fermarvi un giorno per prendere un impegno insieme su energia?“. Una proposta che non convince i leader dei partiti.

“Non credo ci sia bisogno di sospendere la campagna elettorale per dare una mano al governo Draghi in quel che c’è da fare. Basta che i partiti in Parlamento, per quello che un Parlamento sciolto può ancora fare, supportino l’attività di governo”, dice il presidente della Regione Liguria e di Italia al centro, Giovanni Toti.

Non altrettanto ottimista è il leader della Lega che vede materializzarsi lo spettro di un razionamento dell’energia. “Il rischio di razionamenti in autunno c’è. Se il prezzo non scende, il prossimo Governo dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese”, avverte Matteo Salvini. Una ipotesi che il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, stigmatizza cosi’: “Non terrei in considerazione quello che dice Salvini. Chi ha provocato la caduta del governo, oggi dovrebbe tacere”.

Il ministro assicura che “il governo sta facendo di tutto per evitare il razionamento” e “adotterà provvedimenti incisivi“. Di un decreto del governo parla anche Silvio Berlusconi: “Ai prezzi attuali” del gas “si rischia un disastro per le famiglie, che si troveranno di fronte al dilemma fra fare la spesa o pagare le bollette, si rischia un disastro per le imprese, che dovranno o ridurre il personale ed aumentare i prezzi dei loro prodotti o addirittura chiudere, e io ho chiesto per primo al governo di intervenire e ho notizia che si sta disponendo un decreto”.

Fra le proposte in campo c’è anche quella di chiudere le scuole il sabato per risparmiare sul riscaldamento. Una proposta che mette per una volta d’accordo sinistra e destra. Nettamente contrari. “La scuola è l’ultima delle realtà da ridurre e da tagliare dal mio punto di vista”, sottolinea Salvini. “La scuola, questa volta, deve essere messa al primo posto e non puo’ essere sacrificata sull’altare dell’ennesima, seppur drammatica, emergenza”, sottolinea il Pd.  

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