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Morning Bell: i mercati aspettano la Fed

Mag 2, 2022

AGI – Avvio di settimana contrastato per i mercati, in attesa della riunione della Fed. In settimana decideranno sui tassi anche le banche centrali di Regno Unito, Australia e Brasile, ma è l’incontro di mercoledì della banca centrale Usa l’evento più atteso. L’aspettativa è di un rialzo dei tassi corposo, di mezzo punto percentuale, ma i mercati intendono anche sapere sia i dettagli della riduzione del maxi-bilancio dell’istituto, sia quanti altri rialzi pesanti dei tassi la Fed intende effettuare nei prossimi mesi.

In vista del vertice Fed il prezzo dell’oro arretra e tornano a salire a livelli record i rendimenti dei T-Bond. Il tasso del Treasury a 10 anni è al 2,94%, il 2 anni al 2,73% e il 30 anni sopra il 3%. Intanto in Asia la maggior parte dei listini oggi sono chiusi, mentre Tokyo sale leggermente e Seul arretra. Non hanno aperto le Borse di Cina, Hong Kong, Indonesia, Singapore, Taiwan e Tailandia. Bene i future a Wall Street, che avanzano di oltre mezzo punto percentuale, dopo aver deluso ad aprile, con il Nasdaq giù del 13,3%, il suo mese peggiore dal 2008, il Dow Jones in calo del 4,9% e l’S&P 500 dell’8,8%.

Per il mese di maggio “la previsione non è buona – commenta Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte – Stiamo entrando sempre più in un clima stagflattivo. L’inflazione sale, la crescita economica rallenta e le cure per migliorare la situazione sono in contrasto tra loro, il che crea confusione. La stagflazione ha questa caratteristica, determina inflazione e rallenta la crescita, due fattori che vanno in senso opposto e che richiederebbero per essere guarite medicine diverse. In questo momento le banche centrali pensano solo a curare l’inflazione, anche se iI rialzo dei prezzi in questa fase è una causa del rallentamento dell’economia, per via della perdita del potere d’acquisto dei salari. Detto questo penso che a maggio ci sarà un aumento delle turbolenze di mercato. Insomma continueremo ad avere un mercato ‘orso’, che però potrebbe generare anche dei buoni rimbalzi, seppure temporanei”.

In calo i future sull’EuroStoxx 50, in attesa delle trimestrali dei big europei, che seguiranno quelli Usa, ormai agli sgoccioli e risultati piuttosto deludenti, specie quelli dei colossi tecnologici, non tanto per i risultati dei primi tre mesi, quanto per l’outlook, le previsioni dei prossimi mesi, che risentono negativamente dei contraccolpi della guerra, dell’alta inflazione e della pandemia di ritorno in Cina, che ha riportato in lockdown le principali città.

I futures sul greggio americano sono in calo sul filo dei 104 dollari al barile, mentre quelli sul Brent restano sopra quota 106 dollari. A premere al ribasso sul petrolio sono i perduranti lockdown in Cina, che rallentano la domanda cinese e l’aspettativa di uno stop europeo alle importazioni di petrolio russo. La Germania infatti non è più contraria a un embargo e questo apre la strada a una decisione in questo senso questa settimana da parte di Bruxelles. Sul mercato dei cambi restano deboli euro e yen, rispettivamente a 105 e 130 sul dollaro.

A farla da padrone resta il biglietto verde, in vista degli aggressivi rialzi dei tassi Usa. Intanto Kiev fa sapere che circa un centinaio i civili ieri hanno lasciato Mariupol, mentre ce ne potrebbero essere ancora oltre 500 nell’acciaieria Azovstal. E Rete 4 ha intervistato il ministro degli Esteri del Cremlino, Lavrov, il quale punta il dito contro l’Italia: “È in prima fila tra chi promuove sanzioni anti-russe: per noi è stata una sorpresa”. Inoltre, sulla questione del gas russo, Lavrov spiega che i paesi europei devono pagarlo in rubli perchè “hanno rubato” a Mosca le sue riserve valutarie in dollari ed euro.

Attesi i dati sull’Ism manifatturiero Usa, che è atteso in leggera crescita, da 57,1 a 57,6 punti, ben al di sopra della soglia dei 50 punti che separa le fasi espansive dalle contrazioni. Dopodomani l’indice servizi dovrebbe salire anch’esso a 58,5 punti.

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