• 17 Novembre 2024 14:56

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Le donne salvano l’Italia del pugilato alle Olimpiadi di Tokyo

Giu 7, 2021

AGI – Quanto sono lontane le notti nelle quali gli italiani si svegliavano per assistere alle epiche imprese di Nino Benvenuti sui ring in giro per il mondo. Ora il pugilato italiano al maschile è all’anno zero. Nessun pugile è riuscito ad ottenere la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020 direttamente sul ring. 

L’Italia della boxe nella terra del Sol Levante sarà presente con tre donne. Si chiamano Giordana, Angela e Irma e sono le tre boxeuse che hanno salvato l’Italia del pugilato da un clamoroso quanto storico flop del movimento nazionale. Giordana Sorrentino, Angela Carini ed Irma Testa saranno a Tokyo per affrontare nelle rispettive categorie (51, 69 e 57 chilogrammi) il torneo olimpico. La notizia che ha dell’incredibile è che la boxe italiana al maschile non ha qualificato pugili in nessuna delle categorie (pesi). Fatto mai accaduto in 101 anni, ovvero dall’edizione di Anversa 1920 quando l’Italia del pugilato s’affaccio alle Olimpiadi. In un secolo di partecipazioni olimpiche l’Italia di questo avvincente e dinamico sport è diventata una delle potenze mondiali.

Italia quarta nel medagliere olimpico

Nel medagliere a cinque cerchi il movimento azzurro è quarto con 47 medaglie, 15 di esse d’oro e altrettante d’argento. Davanti solo Usa con 114 medaglie (50 d’oro), Cuba con 73 (37) e Gran Bretagna con 56. Tra vittorie ai punti o per ‘ko.’, tanti pugili italiani sono entrati nella storia. L’edizione con più pugili italiani presenti, ben 16, quella di Parigi 1924, quella con meno, 4, atleti quella di Mosca 1980 caratterizzata dal boicottaggio.  Da quell’edizione di quasi 41 anni fa, l’Italia del pugilato era sempre presente con almeno 5 pugili (massimo 7 a Londra 2012 e Rio 2016). Dal 2000 alle Olimpiadi si è registrata una stabilizzazione di Nazioni presenti ai Giochi nella boxe, non meno di 72. La tradizione costruita combattimento dopo combattimento dai vari, Aureliano Bolognesi, Franco De Piccoli, Fernando Atzori, Patrizio Olivia, Maurizio Stecca e Roberto Cammarelle (solo per citarne alcuni), ora si è improvvisamente interrotta.

Il pieno a Roma 1960

L’edizione con più medaglie per l’Italia quella di Roma ‘60 con sette medaglie, tre ori, tre argenti e un bronzo. Particolarmente redditizia anche quella di Los Angeles 1984 con un oro, due argenti e due bronzi. A Tokyo ‘64 i pugili italiani vinsero due ori e due bronzi. L’ultimo oro olimpico conquistato da un azzurro risale a Pechino 2008 da Cammarelle nei pesi supermassimi. In Cina argento anche per Clemente Russo e bronzo per Clemente Picardi. A Londra 2012 non arrivò il titolo olimpico ma Cammarelle fu argento nei supermassimi, Russo argento nei massimi e Mangiacapre nei superleggeri. Ora la boxe italiana può solo sperare nella qualificazione tramite ranking – eventualmente arriverà nei prossimi giorni – di Salvatore Cavallaro nei 75 kg. Troppo poco.

AGI – Quanto sono lontane le notti nelle quali gli italiani si svegliavano per assistere alle epiche imprese di Nino Benvenuti sui ring in giro per il mondo. Ora il pugilato italiano al maschile è all’anno zero. Nessun pugile è riuscito ad ottenere la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020 direttamente sul ring. L’Italia della boxe nella terra del Sol Levante sarà presente con tre donne. Si chiamano Giordana, Angela e Irma e sono le tre boxeuse che hanno salvato l’Italia del pugilato da un clamoroso quanto storico flop del movimento nazionale. Giordana Sorrentino, Angela Carini ed Irma Testa saranno a Tokyo per affrontare nelle rispettive categorie (51, 69 e 57 chilogrammi) il torneo olimpico. La notizia che ha dell’incredibile è che la boxe italiana al maschile non ha qualificato pugili in nessuna delle categorie (pesi). Fatto mai accaduto in 101 anni, ovvero dall’edizione di Anversa 1920 quando l’Italia del pugilato s’affaccio alle Olimpiadi. In un secolo di partecipazioni olimpiche l’Italia di questo avvincente e dinamico sport è diventata una delle potenze mondiali.
Italia quarta nel medagliere olimpico
Nel medagliere a cinque cerchi il movimento azzurro è quarto con 47 medaglie, 15 di esse d’oro e altrettante d’argento. Davanti solo Usa con 114 medaglie (50 d’oro), Cuba con 73 (37) e Gran Bretagna con 56. Tra vittorie ai punti o per ‘ko.’, tanti pugili italiani sono entrati nella storia. L’edizione con più pugili italiani presenti, ben 16, quella di Parigi 1924, quella con meno, 4, atleti quella di Mosca 1980 caratterizzata dal boicottaggio.  Da quell’edizione di quasi 41 anni fa, l’Italia del pugilato era sempre presente con almeno 5 pugili (massimo 7 a Londra 2012 e Rio 2016). Dal 2000 alle Olimpiadi si è registrata una stabilizzazione di Nazioni presenti ai Giochi nella boxe, non meno di 72. La tradizione costruita combattimento dopo combattimento dai vari, Aureliano Bolognesi, Franco De Piccoli, Fernando Atzori, Patrizio Olivia, Maurizio Stecca e Roberto Cammarelle (solo per citarne alcuni), ora si è improvvisamente interrotta.
Il pieno a Roma 1960
L’edizione con più medaglie per l’Italia quella di Roma ‘60 con sette medaglie, tre ori, tre argenti e un bronzo. Particolarmente redditizia anche quella di Los Angeles 1984 con un oro, due argenti e due bronzi. A Tokyo ‘64 i pugili italiani vinsero due ori e due bronzi. L’ultimo oro olimpico conquistato da un azzurro risale a Pechino 2008 da Cammarelle nei pesi supermassimi. In Cina argento anche per Clemente Russo e bronzo per Clemente Picardi. A Londra 2012 non arrivò il titolo olimpico ma Cammarelle fu argento nei supermassimi, Russo argento nei massimi e Mangiacapre nei superleggeri. Ora la boxe italiana può solo sperare nella qualificazione tramite ranking – eventualmente arriverà nei prossimi giorni – di Salvatore Cavallaro nei 75 kg. Troppo poco.

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